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I dipendenti di Helvetia: «Vi raccontiamo il volontariato in Casa Arché»

50 dipendenti di Helvetia si sono offerti per partecipare a cinque giornate di volontariato aziendale dentro CasArché. Ecco le loro testimonianze

di Redazione

Sono avvocati, e si occupano di reclami o di normative anti-riciclaggio. Risolvono ogni giorno i problemi sulle polizze auto, controllano, pagano e registrano fatture, sono immersi ogni giorno in carte, numeri e intermediazioni ma, nei mesi di maggio e di giugno, grazie ad una partnership tra la loro azienda e Fondazione Arché, hanno vissuto sulla loro pelle cosa significa abitare in una casa di accoglienza.

Sono 50 i dipendenti di Helvetia, leader nel campo delle assicurazioni, che si sono offerti per partecipare a cinque giornate di volontariato aziendale, sia dentro CasArché, la casa di accoglienza per mamme e bambini in difficoltà che la Onlus ha aperto nel 2016 a Quarto Oggiaro, che nella Casa di Accoglienza di Porta Venezia che esiste a Milano dal 1997. Ed ecco le loro impressioni.

"Mi occupo di gestire la parte amministrativa dei sinistri – ha spiegato Cristina Bellone, 47 anni, sposata e con due figli adolescenti – quando ho sentito di questa opportunità di volontariato aziendale mi sono candidata subito. Non so perché. Forse perché volevo entrare nella parte più vera delle cose, in profondità. In CasArché mi sono occupata della sartoria: ho messo in ordine i vestiti e aiutato a sistemare ma la parte più emozionante è stata l’incontro con i bambini. Una piccola ha voluto provarsi tutti i vestiti insieme a me. Mi ha sorpreso il desiderio di attenzione e di contatto che hanno. Mi hanno riempito il cuore”.

Il programma è stato intenso: nella Casa di Porta Venezia, i volontari di Helvetia si sono occupati del giardino e degli spazi interni alla comunità e hanno giocato con i bambini. In CasArché hanno trascorso del tempo coi piccoli e con le mamme, e hanno messo a posto i giochi e riordinato la sartoria. Tutti insieme hanno poi fatto una bellissima gita in tram per scoprire Milano. L’esperienza si è chiusa con una grande festa d’estate, il 21 giugno, con merenda, giochi, pranzo insieme.

Cristina Agrusti ha 44 anni, che opera nel dipartimento Vita di Helvetia: “Non avevo mai fatto un’esperienza così ed è per questo che mi sono offerta– racconta – avevo voglia di rendermi utile. In CasArché ho pulito la cucina e lavato il pavimento ma quello che mi ha colpito è stato un bambino. È stato in braccio a me tutto il tempo, pur non conoscendomi. Sono bambini incredibili, hanno un desiderio di attenzione che non può lasciarti indifferente, cercano il contatto fisico, cercano affetto e cercano i tuoi occhi, per quanto tu sia uno sconosciuto”.

Matteo Broccardi ha 49 anni, si occupa di problemi sulle polizze auto, è sposato da vent’anni e ha due figli adolescenti: “Ho aderito alla proposta di Helvetia perché la mia esperienza mi dice che tutte le volte che mi sono messo a disposizione degli altri, in qualunque situazione, poi è sempre stata una ricchezza per me. E così anche questa volta: a CasArché ho messo in ordine i tessuti. Ma sono rimasto colpito da una cosa: i bambini, e la facilità con cui le mamme li affidano agli adulti nella casa. È come se avessero bisogno che i bimbi siano guardati con uno sguardo benevolo da tutti, affinché comprendano che nella vita c’è amore anche per loro”.

Alla fine è arrivata anche una sorpresa: una dipendente di Helvetia ha realizzato un piccolo sogno per due mamme accolte. Ha regalato loro i biglietti per il concerto di Tiziano Ferro a San Siro. Anche questo è un modo per regalare a qualcuno un po’ di serenità.

Foto di Barbara di Cretico