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Nuti (M5S): Il Governo spieghi i criteri di assegnazione dei fondi ai Comuni del progetto Sprar

Riccardo Nuti è stato autore di un'interpellanza parlamentare che chiede di capire i criteri dell'assegnazione dei finanziamenti ai progetti di accoglienza diffusa Sprar. Qui spiega perchè non gli basta la risposta di Matteo Biffoni sindaco di Prato e delegato Anci all'immigrazione

di Redazione

Ho letto con molta attenzione le parole del sindaco di Prato e delegato Immigrazione dell’Anci, Matteo Biffoni (qui l'intervista). Occorre precisare che, come si evince chiaramente dall’atto parlamentare presentato (qui il testo)e da cui attendo risposta dal ministro dell’Interno, Marco Minniti, non è sotto attacco il progetto Sprar tout-court, ma la modalità attraverso cui vengono assegnati i soldi. Sarebbe bastato a Biffoni leggere i quesiti rivolti al ministro per capire che nessuno vuole processare acriticamente il progetto Sprar, ma comprendere «per quali ragioni sia stata registrata una disparità nell'assegnazione dei fondi per l'accoglienza e l'asilo, anche a parità di punteggio conseguito o di numero di rifugiati assistiti» e «quale metodo sia impiegato per decidere l'importo dei finanziamenti da elargire».

Prima di entrare nel merito, è doveroso sottolineare ancora una volta – e gli ultimi fatti di cronaca lo dimostrano – che la partita sui migranti riguarda tutta l’Europa che per ora ha preferito voltarsi dall’altra parte, lasciando ogni incombenza all’Italia, per anni dimostratasi troppo accondiscendente e ora costretta a pagarne le conseguenze. Su un punto, però, sono d’accordo con Biffoni: è vero, soluzioni in parte ci sono. E un primo passo sarebbe quello di assegnare in maniera logica e razionale i fondi ministeriali. E invece, mentre ci si aspetterebbe un atteggiamento costruttivo da parte del sindaco e delegato Anci per la soluzione di un problema, lo stesso dice: «Ma come è possibile fare dichiarazioni del genere? È imbarazzante, è come se chi scrive non sappia nulla riguardo al funzionamento dello Sprar». Ecco, esattamente come si ricorda anche nell’atto parlamentare, la prima a sollevare dubbi sulla gestione e assegnazione dei fondi per lo Sprar è stata la Corte dei Conti che, in relazione allo stanziamento 2015, sottolinea l’esigenza di «utilizzare in modo efficace i fondi stanziati per l’accoglienza», dato che si notano casi in cui la differenza di assegnazione è, testuale, «chiaramente sproporzionata». Peccato però che l’allarme lanciato dall’autorevole organo giudiziario a poco sia servito dato che la situazione che si è proposta pare essere la stessa.

Perché, certo, ha ragione Biffoni quando afferma che «il costo cambia a seconda di cosa chiede il singolo Comune nel presentare il proprio progetto», ma è anche vero che, ovviamente, c’è una graduatoria e ci sono punteggi assegnati proprio, com’è giusto che sia, in relazione ai progetti presentati. E allora non trova alcuna giustificazione che, torno a ribadire a mo’ di esempio, il comune di Carunchio (Chieti) ospiterà 45 rifugiati, ma riceverà più del comune di Partinico (793mila euro contro i 760 della città palermitana) pur avendo ottenuto un punteggio più basso in graduatoria (60,0 quello raggiunto da Carunchio; 64,0 quello di Partinico). Ed è solo uno dei tanti casi che si potrebbero fare e che, appunto, presento nel mio atto e sottopongo all’attenzione del ministro.

Tutti siamo in attesa della risposta del Governo. Solo allora capiremo se a decidere sui fondi siano criteri razionali (come tutti ci auguriamo) oppure, come dico non io ma la Corte dei Conti, più di qualcosa non va nell’assegnazione di pur corposi contributi.


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