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Open Homes: nasce l’Airbnb dei rifugiati

Insieme a Comunità di Sant’Egidio e Refugees Welcome Italia, Airbnb lancia la piattaforma Open Homes, dove i privati possono offrire una sistemazione a chi è rimasto senza una casa

di Ottavia Spaggiari

«La missione di Airbnb è fare sentire le persone a casa propria, in qualsiasi parte del mondo, anche chi una casa non ce l’ha». Federica Calcaterra, responsabile comunicazione di Airbnb Italia, spiega così il lancio di Open Homes Rifugiati, la nuova piattaforma online, per mettere in contatto proprietari disposti a mettere a disposizione l’abitazione per ospitare i rifugiati. Un patto per l’accoglienza tra la multinazionale americana e diverse Ong che si occupano di sostegno ai migranti.

In Italia i partner sono Comunità di Sant’Egidio e Refugees Welcome Italia, prime organizzazioni ad aver aderito al progetto, che, in base alla contingenza imposta dai flussi, potranno così verificare e prenotare posti letto adatti alle esigenze del momento, per qualche giorno, per mesi o per un anno. «I nostri partner faranno da intermediario e gli ospiti saranno tutte persone che hanno già ricevuto lo status di rifugiati o che stanno concludendo l’iter. Per quanto riguarda gli host, invece, proprio come sul sito di Airbnb si può decidere di mettere a disposizione un intero appartamento o solo una stanza. Lo può fare sia chi è già membro della community, che chi non ha mai utilizzato il nostro sito», continua Calcaterra. «A livello globale abbiamo già raccolto 6mila offerte di abitazioni, in Italia ne abbiamo già un centinaio». Una risposta notevole, pensando che il sito è stato lanciato mercoledì mattina.

La missione di Airbnb è fare sentire le persone a casa propria, in qualsiasi parte del mondo, anche chi una casa non ce l’ha

Federica Calcaterra, responsabile comunicazione di Airbnb Italia

«Dal 2013, a fronte dell'emergenza profughi, assistiamo a due Europe: da un lato l'Europa dei muri, dei fili spinati, dei respingimenti e di chi è indifferente ai morti in mare; dall'altro l'Europa delle associazioni e dei tanti cittadini che vogliono aiutare in modo solidale i profughi, anche inventando forme innovative di Welfare. Sono due Europe entrambe vere, anche se paradossalmente opposte. Apprezziamo particolarmente questo progetto con Airbnb perché ci permette di contribuire a costruire l'Europa dei ponti e non dei muri», ha spiegato Stefano Pasta, Responsabile dell'accoglienza profughi a Milano della Comunità di Sant’Egidio, a cui fa eco Germana Lavagna, Presidentessa di Refugees Welcome Italia. «È un’occasione importante che dimostra come, mettendo insieme community di cittadini, sia possibile dare risposte concrete a problemi reali».

Un progetto, quello che utilizza la piattaforma lanciata nel 2008 per mettere le abitazioni private a disposizione di chi è in difficoltà, che nasce cinque anni fa. «La prima volta è stato a New York, con l’uragano Sandy, per raccogliere le necessità di chi era rimasto senza casa. Da allora abbiamo offerto la nostra assistenza in 65 calamità naturali», racconta Calcaterra. «Abbiamo iniziato ad occuparci di migranti nel 2015, con l’emergenza nei Balcani. Vogliamo continuare farlo. L’obiettivo è fornire ospitalità a 100.000 persone nel mondo nei prossimi cinque anni».

(Foto: Airbnb)


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