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Torna il master che forma i nuovi imprenditori sociali

Presentata la quarta edizione dell'Emse (Executive Master in Social Entrepreneurship) di Altis - Università Cattolica e Human Foundation, il corso che prevede anche la realizzazione di project work prende il via il prossimo novembre

di Antonietta Nembri

Il cambiamento del Terzo settore a pochi giorni dal via libera definitivo dei tre decreti principali della Riforma non poteva che essere al centro degli interventi che si sono susseguiti ieri, mercoledì 5 luglio, alla presentazione della quarta edizione dell’Executive Master in Social Entrepreneurship (Emse), realizzato da Altis (Alta scuola impresa e società) – Università Cattolica con Human Foundation. In un panorama in mutazione, infatti, come ha sottolineato il moderatore dell’incontro Elio Silva (editorialista Sole24Ore) «la riflessione deve tenere presenti nuovi punti di vista per così dire trasversali. Oggi assistiamo ad imprese profit sempre più attente alla sostenibilità ambientale e sociale e a un mondo non profit attento al livello imprenditoriale ed è in qui che nasce l’esigenza di nuovi profili».


Il tavolo dei relatori all'incontro in Università Cattolica per la presenzione dell'Emse

Profili che il master di Altis e Human Foundation punta a formare con l’offerta a operatori e imprenditori sociali di una formazione manageriale e imprenditoriale in grado di fornire ai dirigenti delle onp quegli skill che Luigi Maruzzi, Grant administrator di Fondazione Cariplo ritiene indispensabili. Intervenuto sui trend della filantropia, Maruzzi ha fatto un affondo sulle competenze indispensabili per chi, per esempio, vuol partecipare ai bandi della fondazione: «Le organizzazioni non profit dovrebbero poter far leva su persone in grado di saper concepire e gestire un progetto, saperlo rendicontare e raccontare». Con un‘attenzione alla sostenibilità: «I nostri contributi non possono essere dati ogni anno e per questo le onp devono saper trovare fonti alternative come il fundraising che va affrontato con metodo. Il denaro deve sempre essere utilizzato con la massima responsabilità». E osservando il tasso di riuscita di chi presenta progetti ai Bandi Cariplo – pari al 29% – è quanto mai vero che «chi riesce a prepararsi ha più probabilità di riuscita», come ha chiosato Maruzzi.

«Aiutare i professionisti e gli operatori a costruire imprese sociali di qualità che si traduce nell’avere un elevato successo sociale ed economico, cioè nel raggiungere la sostenibilità economica», così il professo Marco Grumo, coordinatore scientifico del Master ha sintetizzato l’obiettivo del corso che prenderà il via il prossimo novembre. «La sostenibilità economica è il mezzo per dare ossigeno all’attività sociale», ha aggiunto ricordando che spesso nel mondo non profit si pensa che gli aspetti economici e quelli sociali appartengano a realtà inconciliabili. Invece serve una sana multidisciplinarietà. Positivo il giudizio sulla Riforma del Terzo settore soprattutto sull’aspetto giuridico e di razionalizzazione, ma per una valutazione più approfondita Grumo attende di vedere «quanta energia libererà nei soggetti di questo settore perché – ha aggiunto – ho l’impressione che ci siano ancora troppi limiti e i limiti costano. Ma la riforma resta una grande opportunità».

Opportunità che ha colto Silvestro Plumari (a fianco nella foto), ex alunno della prima edizione del Master che oggi lavora per la cooperativa Anteo. Plumari non solo ha potuto approfondire le proprie competenze, ma ha sottolineato che il corso è stato anche un «percorso umano». Un altro valore positivo è stata la rete che il master ha proposto «mi sono trovato ad applicare gli strumenti appresi in un’operazione che si stava realizzando così da permettere al progetto in corso di prendere vita e fosse finanziato con diverse linee di credito». «Una proposta dinamica», così Federico Mento, direttore di Human Foundation, con un messaggio video, ha definito l’Emse che in «questi quattro anni è cresciuto cercando di ampliare sempre più le piste di lavoro. Per noi di Human Foundation è un attività strategica».

Dell’Executive Master in Social Entrepreneurship si è sottolineata la sua concretezza anche per la realizzazione durante il corso di un project work per sviluppare la propria impresa sociale e la possibilità di entrare in un network, una rete di imprese e professionisti oltre che in relazione con i propri colleghi di corso. Il Master ha finora accolto persone con esperienze e competenze diverse «tutti devono completare le competenze mancanti così da dare il proprio contributo lì dove si è», ha sottolinea il professor Grumo rispondendo a un giovane educatore interessato a dar vita a una sua startup.

Nelle prime tre edizioni sono stati formati 69 imprenditori, manager e operatori e sono state raggiunte oltre 55 realtà del non profit, mentre una cinquantina i project work realizzati che hanno potuto fornire direttamente input applicabili alle organizzazioni di provenienza dei partecipanti.

I 9 moduli previsti con lezioni in aula e online prenderanno il via il 16 novembre prossimo. Le domande di ammissione sono online

In apertura photo by Sam Schooler/Unsplash