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Italia a metà classifica nel Dementia Monitor Europeo

Gabriella Salvini Porro commenta i risultati dell'indagine di Alzheimer Europe: «Se da un lato noi italiani abbiamo ottenuto il primato nel coinvolgimento nella ricerca, siamo invece carenti sul fronte della disponibilità e ancora più nell’accessibilità dei servizi di assistenza, a cui si aggiunge un basso riconoscimento della demenza come priorità di salute pubblica»

di Antonietta Nembri

In Italia siamo primi in ricerca, ma con evidenti carenze nei servizi di assistenza e senza un adeguato riconoscimento della demenza come priorità di salute pubblica. È questo il risultato dell’indagine di Alzheimer Europe (organizzazioni che riunisce 39 associazioni Alzheimer europee) e che ha presentato nei giorni scorsi al Parlamento europeo la pubblicazione “European Dementia Monitor”. Un’indagine che ha riguardato tutti gli Stati membri dell’Ue (ad eccezione dell’Estonia) più Albania, Bosnia-Erzegovina, Jersey, Israele, Monaco, Norvegia, Svizzera e Turchia con l’obiettivo di confrontare e valutare le strategie e le politiche dei diversi Paesi di fronte alla sfida della demenza.

Alla base del confronto dieci categorie:
1. La disponibilità di servizi di assistenza
2. L'accessibilità dei servizi di assistenza
3. Il rimborso dei medicinali
4. La disponibilità di studi clinici
5. Il coinvolgimento della nazione nelle iniziative europee di ricerca sulla demenza
6. Il riconoscimento della demenza come priorità
7. Lo sviluppo di iniziative a favore delle persone con demenza
8. Il riconoscimento dei diritti legali delle persone con demenza e dei loro familiari
9. La ratifica dei trattati internazionali e europei sui diritti umani
10. Il riconoscimento dei diritti dei familiari riguardanti la cura e il lavoro

«Scopo di questa pubblicazione è quello di valutare quali paesi garantiscono una politica più aperta e favorevole e sono in grado di assicurare il miglior supporto e trattamento alle persone con demenza e ai loro familiari» ha dichiarato Jean Georges, direttore esecutivo di Alzheimer Europe nel ricordare come l’organizzazione abbia «lottato strenuamente per il riconoscimento della demenza come priorità di salute pubblica» e «invitato i governi europei a sviluppare strategie nazionali per far fronte alla demenza».

Dall’indagine è emerso che nessun dei 36 Paesi considerati merita il punteggio pieno in tutte e dieci le categorie e che persistono differenze significative tra uno e l’altro.
Il nostro è risultato essere il Paese più impegnato, coinvolto e attivo nelle collaborazioni di ricerca europee, ma si posiziona solo a metà della classifica generale (stilata sulla base dei risultati ottenuti dagli Stati nei singoli domini, ciascuno dei quali contribuisce al 10% dello score totale).

Da parte sua Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia nel sottolinea che «se da un lato noi italiani abbiamo ottenuto il primato nel coinvolgimento nella ricerca, siamo invece carenti sul fronte della disponibilità e ancora più nell’accessibilità dei servizi di assistenza, a cui si aggiunge un basso riconoscimento della demenza come priorità di salute pubblica» ricorda che: «L’iniziativa delle Dementia Friendly Community, avviata ormai da un anno dalla Federazione Alzheimer Italia sulla scia del modello inglese di Alzheimer’s Society, va proprio nella direzione di cercare di colmare queste mancanze. Essere una Comunità Amica significa infatti migliorare la qualità di vita delle persone con demenza e delle loro famiglie, promuovendo l’inclusione attraverso iniziative mirate e incontri formativi che rendano ogni cittadino, ogni lavoratore, ogni persona più informata e quindi più consapevole. Il nostro obiettivo è proseguire su questa strada per i prossimi anni, rafforzati dai positivi esempi di altri Paesi europei e continuando a farci portavoce degli sviluppi a livello internazionale, nella speranza che le istituzioni italiane si rendano conto della portata e dell'urgenza delle demenze».


La mappa dei Paesi coinvolti nell'indagine con i punteggi ottenuti – fonte Alzheimer Europe

La classifica generale vede al primo posto la Finlandia con un punteggio complessivo del 75,2%, seguita da Inghilterra (72,4%), Paesi Bassi (71,2%), Germania (69,4%) e Scozia (68,8%) e l’Italia 52,9%.

Per quanto riguarda le singole categorie, la Finlandia ha ottenuto il punteggio più alto per quanto riguarda la disponibilità e l’accessibilità dei servizi di assistenza e, insieme a Paesi Bassi e Inghilterra, vanta le migliori iniziative di inclusione e di dementia-friendly community.
Belgio, Irlanda, Svezia e Regno Unito (sia Inghilterra sia Scozia) hanno guadagnato il primo posto nel rimborso dei medicinali: in questi Stati, infatti, tutti i trattamenti anti-demenza sono rimborsati integralmente dal Servizio sanitario ed è presente una politica per limitare l'uso inappropriato di antipsicotici.

Germania, Francia e Spagna hanno ottenuto il punteggio massimo nella categoria di sperimentazione clinica, mentre Irlanda e Norvegia sono i paesi che si sono distinti per essere stati i primi a riconoscere la demenza come priorità politica e di ricerca nazionale.

Germania, Francia, Israele, Paesi Bassi, Slovenia e Regno Unito (sia Inghilterra che Scozia) hanno seguito le raccomandazioni di Alzheimer Europe sul rispetto dei diritti legali delle persone con demenza e dei loro familiari, mentre l’Irlanda si è posizionata per prima per quanto riguarda i diritti di cura e di lavoro riconosciuti, e Finlandia e Norvegia hanno ratificato le convenzioni internazionali e europee sui diritti umani.

In apertura foto di Cathy Greenblat, dal libro, Love, Loss and Laughter, Lyons Press, Marzo 2012