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Incidenti mortali, il 2017 sarà un anno nero?

La Poizia diffonde i dati relativi ai primi cinque mesi di quest'anno, che vedono un incremento degli incidenti mortali e delle vittime rispettivamente dell’1,3% e del 5,3%, rispetto allo stesso periodo del 2016. Il 7% dei conducenti controllati è risultato positivo a alcol o droghe

di Gabriella Meroni

Sono in drammatico aumento, nei primi mesi di quest’anno, gli incidenti mortali e le vittime della strada. Lo evidenziano, oltre alle notizie di cronaca, i dati ufficiali della Polizia Stradale diffusi nei giorni scorsi a Roma con la pubblicazione del Rapporto “Gli effetti della legge sull’omicidio stradale a quindici mesi dalla sua entrata in vigore. Il contrasto alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti”: nel 2015, secondo l’Istat, si erano registrati in Italia 174.539 incidenti stradali, che hanno causato 3.428 morti e 246.920 feriti, 47 morti in più dell’anno precedente (dato in crescita per la prima volta dal 2001). Nel 2016, anno di introduzione delle nuove norme sull’omicidio stradale, le persone decedute a seguito di sinistro stradale sono state 3.270, con una diminuzione del 4,6% rispetto al 2015. Nei primi cinque mesi del 2017, però, da un’analisi degli incidenti stradali rilevati da Polizia di Stato ed Arma dei Carabinieri, si è evidenziato un incremento degli incidenti mortali e delle vittime rispettivamente dell’1,3% e del 5,3%, rispetto allo stesso periodo del 2016 (556 incidenti mortali rilevati, con 617 vittime).

Questi i risultati della campagna straordinaria di controllo sulle condizioni psicofisiche dei conducenti di veicoli, iniziata nel 2015 e proseguita nel 2016 e 2017, che ha interessato in tutto 60 province. Qui è stato sperimentato, nelle giornate del sabato, della domenica e del lunedì, un nuovo protocollo operativo basato sulla effettuazione direttamente su strada di test di screening sulla saliva. Sono stati sottoposti a controllo con precursori alcoltest 38.936 conducenti, dei quali 2.088 risultati positivi anche alla verifica con etilometro; per questi è scattato il ritiro della patente di guida per la successiva sospensione. I conducenti sottoposti al test di screening sulla saliva, per verificare la presenza di sostanze stupefacenti, sono stati 2.753, dei quali 675 risultati positivi ad almeno una sostanza stupefacente. Riassumendo, il 5,3% dei conducenti controllati (38.936) è risultato con un tasso alcolemico superiore al limite consentito di 0,5 g/l, mentre l’1,73% è risultato positivo ad una o più sostanze stupefacenti nel corso dei test preliminari su strada, un dato poi confermato in laboratorio nel 74,2% di quelli risultati inizialmente positivi.

Tutto questo nonostante le nuove norme, e i nuovi reati introdotti nel codice penale (589 bis e 590 bis) che prevedono aumenti di pena e pesanti conseguenze per le condotte di guida che provocano la morte o le lesioni gravi, nonché chi si mette alla guida ubriaco o dopo aver consumato droghe. In particolare, il nuovo delitto di omicidio colposo stradale contempla quattro diverse ipotesi che vengono punite con pene via via più gravi, da due a 18 anni di reclusione a seconda del reato commesso, e prevede aggravanti per chi guida ubriaco (con un tasso alcolemico compreso tra 0,8 e 1,5 g/l) e se la morte è conseguenza di gravi imprudenze commesse dal conducente alla guida. Conseguenze pesantissime sono poi previste per i responsabili di omicidio stradale che si siano dati alla fuga, siano privi di patente o con patente sospesa o revocata, o con veicolo non assicurato. Per il delitto di omicidio stradale, inoltre, è previsto il ritiro immediato della patente e la sospensione cautelare per un tempo che può arrivare fino a 10 anni; con la condanna definitiva è prevista la revoca della patente e si dovranno aspettare almeno 5 anni – 30 nel caso di fuga – per poterla conseguire una seconda volta.


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