Welfare & Lavoro

I 50 migliori posti dove lavorare (almeno secondo LinkedIn)

Le top company della lista stilata dal social network. Tre gli asset: opportunità lavorative offerte, fama del brand e professionalità degli impiegati, retribuzione

di Redazione

Messe insieme danno lavoro a oltre 3,3 milioni di persone solo negli Usa. Senza contare affiliate, succursali, sedi distaccate e singoli esercizi sparsi per tutto il mondo. Sono le 50 top company della lista stilata da LinkedIn: quelle aziende in cui tutti vorrebbero lavorare. I motivi sono essenzialmente tre: opportunità lavorative offerte, fama del brand e professionalità degli impiegati, retribuzione. Detto altrimenti: carriera, colleghi e paga. Insomma, tutto ciò che veramente conta per gli oltre 500 milioni di utenti iscritti al social network dedicato ai professionisti.

A una prima occhiata appare subito evidente che, nonostante i 21 settori coperti, la maggior parte delle aziende più desiderate riguarda il mondo di internet. Non a caso, nella top 10 bisogna arrivare al sesto posto occupato da Tesla (automotive elettrico) per trovare un’azienda che non operi primariamente sulla rete. Nelle prime cinque posizioni, manco a dirlo, ci sono i giganti di Alphabet (Google), Amazon, Facebook, Saleforce e Uber. Al di là dei soliti luoghi comuni da Silicon Valley, tipo bici per spostarsi da un posto all’altro, attività ricreative e cibo macrobiotico, ad attirare i nerd di domani sono le opportunità. Dalla creazione del più grande social network del mondo al futuro degli algoritmi, passando per il cloud computing, l’e-commerce e le app da mobile, queste aziende offrono un posto nell’avanguardia dell’innovazione. E trovano un posticino al vostro cane, come succede per la pet nursery garantita ai propri dipendenti da Jeff Bezos.

Per tutti coloro che non riescono a sfondare la top 5, la lista continua. Dopo Tesla (che ormai ha superato General Motors e Ford come maggiore produttore di veicoli stradali americano), ci sono Apple, Time Warner, Walt Disney Company e ComcastNBC Universal. E anche qui le sfide non mancano. D’altronde, se il tuo capo, Tim Cook, ti dice che «nei prossimi quattro anni puntiamo a raddoppiare i nostri servizi» è meglio farsi venire subito una nuova idea per rilanciare i dispositivi della mela. Discorso diverso per i giganti dell’entertaiment. Time Warner (che comprende case di produzione del calibro di Hbo e Warner Bros) è in procinto di essere acquisita da AT&T per una somma vicina agli 85 miliardi di dollari con una dote di circa 50 milioni di utenti del gigante della connettività Usa. Disney sbanca il botteghino ad ogni nuovo film sui supereroi. E Comcast punta a rivaleggiare con Netflix, forte di una base di 25 milioni di utenti già abbonati al cavo.

Fuori dalla top 10 iniziano le menzioni d’onore…continua a leggere su morningfuture.com


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