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Il design disegna il suo futuro

LeftLoft, uno dei più importanti studi milanesi ha realizzato un film per indagare sul destino e sulle responsabilità di una delle professioni chiave della vita di oggi. Con interviste a tanti big globali del design

di Matteo Riva

Il racconto del mondo del design e dei designer stessi è diventato un tema ricorrente negli ultimi anni, è riuscito anche a conquistare un pubblico mainstream in certi casi. “Abstract: the art of design”, la serie di otto puntate che Netflix ha dedicato ai grandi progettisti di fama mondiale, ne è l’esempio più lampante. Un altro documentario che ha suscitato molto interesse è inoltre quello autobiografico realizzato da Stefan Sagmeister, uno di più importanti visual designer contemporanei. Non si dimentichi inoltre che a Milano va in scena il “Milano design film festival”, una rassegna cinematografica giunta alla sua quinta edizione.

Il docu-film di Leftloft in questo panorama possiamo tuttavia considerarlo abbastanza unico. Leftloft è uno studio di comunicazione e design fondato da Andrea Braccaloni, Francesco Cavalli, Bruno Genovese e David Pasquali che da ormai vent’anni pensa al mondo del design che è e che verrà.

Il film è infatti una vera e propria indagine sul ruolo contemporaneo del designer e sulle responsabilità di un mestiere al quale è affidata la costruzione di quell’impero della comunicazione che è la nostra società. Una professione che ha molto a che fare con il mondo antropizzato, dove si è portati quotidianamente a compiere scelte progettuali in senso più ampio.

Il design condiziona quindi fortemente il nostro mondo, le nostre scelte, ma nonostante ciò il suo peso nel dibattito pubblico è molto modesto. Questo film negli atti finale vuole forse rilanciare proprio questo, la costruzione di una strada progettuale comune per disegnare un futuro più responsabile e partecipato.

Il filo conduttore del film è una voce femminile narrante (Marta Lunetta), giovane designer che espone i dubbi, domande, desideri e responsabilità sulla propria professione. Ad accompagnarla in questa riflessione troviamo intervallate alcune interviste ad alcuni nomi del design mondiale: Thierry Brunfaut (BASE DESIGN, Bruxelles-New York-Ginevra), George Eid (AREA 17, New York), Christian Haas (Raffinerie, Zurigo), Pascal Soboll (Daylight Design, San Francisco-Seoul-Monaco), Giacomo Spazio (Milano), Astrid Stavro (Design by Atlas, Palma di Maiorca,-New York), Anette Vaering (Mindlab, Copenaghen), Hans Wolbers (Lava Design, Amsterdam-Pechino).

Questi professionisti sono stati inoltre i protagonisti di alcuni seminari (dal nome Touchpoint) che la stessa Leftloft ha organizzato l’anno passato alla Triennale di Milano. Ed è qui che la componente formativa di questi talk si è evoluta in un film, un modo perfetto per diffondere e condividere queste visioni sul futuro.

L’augurio è che la scommessa didattica di questo film generi nuovi spunti di riflessione che possano catalizzare maggior attenzione alla disciplina del design. O, alla peggio, aiutare chi si affaccia a questa professione ad agire in un modo più consapevole.


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