Attivismo civico & Terzo settore

C’è un Comune in Italia che paga la Tari al posto del volontariato

La delibera di Pavia parla chiaro: non un semplice sconto, come la legge prevede e come molti altri Comuni fanno, ma un vero azzeramento dell’imposta, che l’Amministrazione paga di tasca propria al posto dei contribuenti non profit, compresi oratori e associazioni sportive. L'impegno finanziario per il 2017 è di oltre 100mila euro

di Gabriella Meroni

Oratori, associazioni di volontariato e gruppi sportivi: a pagare la tassa rifiuti (Tari) sarà il Comune di Pavia. E l’impegno finanziario per questo adempimento ammonta a 105mila euro. L’Eldorado per le associazioni (informa la Provincia Pavese) è proprio la capitale dell’Oltrepò, dove un regolamento comunale sulla sulla Iuc (l’Imposta unica municipale in cui è confluita la Tari) approvato in Consiglio comunale lo scorso 28 marzo fissa appunto non un semplice sconto, come la legge prevede e come molti altri Comuni fanno, ma una vera e propria cancellazione dell’imposta, che l’Amministrazione paga di tasca propria al posto dei contribuenti non profit.

In particolare, Palazzo Mezzabarba pagherà la tassa rifiuti al posto di oratori, di Onlus, cioè associazioni di volontariato, limitatamente all’utilizzo dei locali per finalità proprie dell’organizzazione e associazioni sportive dilettantistiche, ad esclusione dei locali e delle aree in cui si svolgono di regola attività commerciali, di pubblico esercizio o di circoli ricreativi. Lo stesso regolamento prevede inoltre sconti per le famiglie indigenti: il Comune di Pavia si sostituisce all’utente nel pagamento della Tari nel caso di nucleo familiare, comprendente tre o più figli fiscalmente a carico dei genitori, applicando la tariffa calcolata per quattro componenti. Complessivamente, per oratori, Onlus e associazioni sportive il Comune pagherà 105mila euro.


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