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La tratta dei baby calciatori: scommesse e cartellini, nuovo business per vecchie mafie

Si fa presto a dire "giovani campioni", ma dietro il tesseramento di ragazzini, in gran parte provenienti dall'Africa,si nascondono molte insidie. Il sistema-calcio mondiale è vulnerabile ed è stato colonizzato dalla speculazione finanziaria che si serve anche del settore scommesse su eventi sportivi minori per far girare capitali e ripulirli. Ne parla Stefano Scacchi nel suo libro "Materie prime" (Edizioni dell'Asino)

di Marco Dotti

Recentemente è toccato alla polizia di Prato sollevare il velo su una presunta tratta di baby calciatori provenienti dall'Africa, con relativi documenti falsi, intermediari, mediatori, finte madri e ricongiungimenti famigliari quanto meno dubbi. Arbitri, società note e meno note, soprattutto nei campionati di Promozione e Eccellenza, ma anche due di serie A, Fiorentina e Inter sono finite nell'inchiesta. L'ipotesi di reato – ovviamente tutta da verificare – è immigrazione clandestina, falso documentale e favoreggiamento reale.

L'Africa è diventata terreno di conquista anche nel settore sportivo, come spiega molto bene Stefano Scacchi nel suo Materie prime. La tratta dei baby calciatori (euro 12), libro appena pubblicato dalle meritorie Edizioni dell'Asino. E come l'Africa, anche l'America del Sud e persino l'Asia. Direttori sportivi, fondi di investimento, procuratori senza scrupoli non esitano a mettere le mani su bambini e adolescenti, pronti a alimentare un giro di affari milionario che coinvolge il mondo delle scommesse, le scuole calcio, una serie di intermediari, le famiglie di centinaia di atleti e non ultimi i sogni e le ambizioni dei giovani talenti calcistici che hanno imparato a giocare a pallone nelle periferie povere del mondo.

Sedotti e abbandonati

Secondo l’organizzazione francese Foot solidaire, osserva Scacchi, «sarebbero circa 10-15mila i giovani africani che ogni anno passano il Mediteranneo per tentare la fortuna calcistica in Europa. Il numero di 10mila ragazzi all’anno è ricorrente: questa cifra girava già a cavallo dell’anno 2000 a proposito del flusso dall’Africa in direzione di Italia, Belgio, Francia, Olanda. Centinaia di questi ragazzi, secondo l’ong transalpina, finiscono per vivere di stenti per le strade di Parigi: alcuni di loro si ritrovano in uno stato di vero e proprio vagabondaggio nelle stazioni della Ville Lumière». Ma i casi sono moltissimi, anche in Italia. Si va dal nordcoreano ingaggiato dalla Fiorentina, alle decine di ragazzi che, oggi, frequentano i centri di accoglienza e di sostegno. Perché per un sogno realizzato, ce ne sono mille infranti.

La piovra dell'azzardo

E poi, Scacchi ci ricorda che c'è il business delle scommesse. Chi più di questi ragazzi può essere "sedotto, manipolato e abbandonato? I giovani calciatori sono diventati oggetto delle avances dei faccendieri che navigano nel mondo delle scommesse legate al calcio, qui le differenze fra comunitari e extracomunitari si assottigliano, ma le organizzazioni criminali dedite alle scommesse illecite sanno benissimo su chi puntare le loro carte. Come osserva Marcello Presilla, responsabile italiano di Sportradar, una delle agenzie internazionali più importanti nell’analisi dei flussi anomali di scommesse: «i ragazzi vengono contattati via Facebook o mail dagli uomini al servizio del match-fixing internazionale».

Questi intermediari prima cercano di guadagnare la loro fiducia. Poi iniziano a chiedere «informazioni sensibili sull’andamento delle quote: infortunati, scelte dell’allenatore, esclusioni dalla lista dei convocati. Spesso atleti e dirigenti non si rendono conto di quello a cui stanno andando incontro». I "mediatori" ottengono così dati fondamentali per stabilire le quote, a maggior ragione da quando esistono 68 tipi di scommesse, molte delle quali riguardano fatti tecnici precisi di una partita, su cui la puntata può essere "live" ossia a partita ancora in corso. Oggi si scommette su tutto e su tutti: campionati Under 18, Primavera, Mondiali giovanili. I soggetti che avvicinano i ragazzi promettono un paio di scarpe
nuove, una cena, materiale tecnico, la promessa di un provino.

Mafia globale delle scommesse sportive

Questi faccendieri, spiega Scacchi, «sono decisamente subdoli gli approcci degli autori delle combine: cercano di conoscere i punti di debolezza del giovane calciatore, organizzando incontri a cena, oppure scandagliando i contatti sui social network. In questo modo tentano di carpire notizie su eventuali problemi delle sua vita privata o della famiglia, debiti di genitori o parenti, mutui da estinguere, incomprensioni con il club o l’allenatore, infortuni. Dopo aver individuato le criticità sulle quali lavorare, cominciano le pressioni e i ricatti per attirare i giovani calciatori nella rete».

In Asia, la morte misteriosa di alcuni baby calciatori ha suscitato non pochi sospetti: suicidio per liberarsi dalle pressioni estreme? O vendetta per una combine non riuscita o riuscita male? La potenza delle bande dell'azzardo diffuse su scala planetaria, in Asia come nel "profondo" Nord dell'Europa.

Nel 2011 la Fifa ha sciolto il Tampere United perché il club finlandese aveva troppi giocatori il cui cartellino era controllato da soggetti privati, terzi rispetto alla società. «Dietro questo assalto affaristico a un club scandinavo, difficilmente comprensibile a prima vista considerata lo scarso appeal del campionato locale, si nascondevano i propositi delinquenziali del gruppo di Singapore sul quale era imperniata l’indagine della Procura di Cremona resa pubblica a giugno 2011. Una società, gestita dai boss di Singapore, la Exclusive Sport aveva versato 299.961 euro per finanziare leattività del Tampere United, a una condizione ben precisa: l’allenatore doveva mandare in campo i calciatori col cartellino di proprietà della Exclusive Sport in modo che questi giocatori “comprati” indirizzassero la partita verso il risultato desiderato dai signori delle scommesse nel sud est asiatico. La Exclusive Sport era attiva anche in Centro America dove aveva partecipato alla combine di alcuni match internazionali. Da tempo questi boss del match-fixing internazionale avevano capito che si potevano trarre profitti illeciti anche dagli eventi lontani dalle prime pagine dello sport mondiale».

I Fondi di Investimento si mangiano tutto

La storia del Tampere United, spiega Scacchi, mostra due facce del moderno affarismo condotto dietro la copertura degli eventi sportivi: gli enormi volumi di scommesse riversate sul calcio, siano esse legali o meno, e il controllo dei cartellini dei calciatori in mano a società private. Due fenomeni interconessi, legati alla presenza sempre più imbarazzante dei Fondi di Investimento nel mercato calcistico. Un business, quello dei cartellini, che non sempre ha profili di illiceità giuridica, «ma è stato vietato dalla Fifa a partire dal primo maggio 2015, poco prima che l’ex presidente Joseph Blatter venisse travolto dagli scandali che hanno portato alla sua estromissione dai vertici del governo del calcio mondiale».


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