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Sostenibilità sociale e ambientale

2 agosto, è l’Overshoot day. Le risorse del pianeta sono finite

Consumiamo troppo, sprechiamo troppo e avremmo bisogno di 1,7 pianeti Terra. A calcolare il giorno del superamento delle risorse del mondo il Global Footprint Network. Tagliando a metà le emissioni di anidride carbonica riusciremmo a guadagnare tre mesi. Invece, di anno in anno il giorno di esaurimento di quanto il pianeta ci mette a disposizione arriva sempre prima

di Antonietta Nembri

Ci siamo, abbiamo consumato tutte le risorse del pianeta a disposizione. Cade infatti il 2 agosto l’earth Overshoot Day (cioè il giorno del superamento delle risorse della Terra). A calcolarlo il Global Footprint Network – organizzazioni di ricerca internazionale che ha dato il via al metodo di misura dell’impronta ecologica (Ecological Footprint). Il 2 agosto 2017, ricorda il Global Footprint Network nella pagina dedicata ll’Earth Overshoot Day: “Abbiamo usato più risorse naturali di quelle che la natura è in grado di rigenerare, pescando più pesce, sfruttando più del dovuto le foreste ed emettendo in atmosfera più CO2 di quanta le foreste possano compensare”. Dal 3 agosti in pratica utilizzeremo risorse che in teoria non avremmo a disposizione prosciugando per così dire il nostro pianeta. Insomma per vivere ai nostri attuali ritmi abbiamo bisogno di 1,7 pianeti. Ma la realtà è che di Terra ne abbiamo una sola.

Ma come siamo arrivati a questo punto? Il 60% del budget che abbiamo utilizzato è rappresentato dalla richiesta di natura per l’assorbimento delle emissioni di anidride carbonica. Se solo tagliassimo a metà le emissioni di CO2 la data dell’Overshoot day slitterebbe in avanti di 89 giorni, tre mesi facendo sì che invece di 1,7 pianeta Terra la domanda di risorse scenderebbe a 1,2 pianeti.

Tra le cause non ultimo è lo spreco alimentare che, è stato calcolato se fosse un Paese sarebbe il terzo principale produttore di anidride carbonica al mondo dopo Stati Uniti e Cina. In Italia, per esempio ancora oggi sprechiamo il 35% dei prodotti freschi, il 19% del pane e il 16% di frutta e verdura. Da non trascurare anche l’acqua che viene persa: ogni anno 1.226 milioni di metri cubi.

«Da quando è stato calcolato, ogni anno l’Overshoot Day è caduto in anticipo sul calendario. E mai, prima di oggi, era caduto così presto. Questo vuol dire che dobbiamo tutti fare molto di più per invertire questa tendenza. Come? Partendo da quello che mettiamo nel piatto, perché il cibo, da solo, produce il 26% dell’impronta ecologica globale» spiega Marta Antonelli Research Programme Manager della Fondazione Barilla Center for Food and Nutrition. «Se dimezzassimo lo spreco alimentare, mangiassimo alimenti a basso contenuto proteico e seguissimo una dieta adeguata in termini di calorie assunte potremmo ridurre l’impronta ecologica globale del 22%, riuscendo così a spostare la data del prossimo Overshoot Day di ben 42 giorni».

E proprio sul come il cibo viene prodotto si focalizza l’analisi del Food Sustaibility Index (qui l’articolo), l’indice creato da Fondazione Barilla e The Economist Intelligence Unit


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