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Cooperazione & Relazioni internazionali

Francia: a Calais è scontro istituzionale sui migranti

La più alta fra le giuristizioni amministrative d'Oltralpe considera che le condizioni di vita dei migranti a Calais rivelino una grave mancanza da parte delle autorità pubbliche e impone di aprire punti di ristoro per i migranti. Dopo la denuncia di Human Rights Watch, il Ministero degli Interni apre un'indagine: se i gas urticanti non sono in dotazione alle forze dell'ordine, come è possibile che alla Ong risultino usati in gran quantità contro i migranti?

di Marco Dotti

Alcuni giorni fa era stata Human Rights Watch a mettere sotto accusa la gestione dell'ordine pubblico a Calais. Durissime le conclusioni di un'inchiesta indipendente condotta dalla ong: le forze dell'ordine usano quotidianamente sostanze chimiche, in particolare gas urticante contro i migranti, tanto che ne vengono contaminati anche cibo e acqua.

Oggi è il Consiglio di Stato, la più alta fra le magistrature amministrative, a scagliarsi contro la gestione dello spazio pubblico a Calais. Il Consiglio di Stato ha ingiunto infatti all'amministrazione statale di creare punti d'acqua dove sia possibile bere e lavarsi, oltre che l'installazione di servizi igienici e docce. Le condizioni di salute e di vita dei migranti sono precipitate sotto ogni soglia non solo di dignità, ma di sopravvivenza.

Le autorità municipali e prefetizie della città di Calais si sono subito opposte, dichiarando gravissima l'ingerenza del tribunale amministrativo. Il Consiglio di Stato, sollecitato da alcune associazioni della società civile, ha però considerato che «le condizioni di vita dei migranti mostrano una carenza delle autorità pubbliche, cosa che le espose a trattamenti inumani e degradanti e che porta danno grave e manifestamente illegale a una libertà fondamentale». In sostanza, le autorità pubbliche (comune e Ministero degli Interni) vengono accusate di voltare le spalle a una situazione che rischia di degenerare.

Le associazioni hanno accolto con fiducia la decisione del Consiglio di Stato: «è una decisione saggia. Non possiamo impedire che vengano aperti punti per dissetare centinaia di donne, uomini e bambini» ha dichiarato Didier Degrémont di Secours catholique.

Nel frattempo, il Ministro degli Interni Gérard Collomb ha annunciato di aver chiesto un rapporto dettagliato sulla situazione, anche in seguito alla denuncia di Human Rights Watch (HRW). Collomb ha ricordato che il gas urticante (volgarmente detto "al peperoncino") non è in dotazione alle forze dell'ordine. Si tratterebbe, allora, di casi isolati di violazione. Ma dal rapporto di Human Rights Watch questi "casi" emergono come norma. Insomma, il Ministro degli Interni ha un bel problema. Anzi due, perché ora deve dar corso all'apertura dei punti di ristoro e non può più negare un'evidenza messa nero su bianco anche dal Consiglio di Stato: i trattamenti disumanti dei migranti avvengono quando la politica guarda altrove. E se ne lava le mani


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