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Azzardo, le mosse del Governo

Mentre la Corte dei Conti passa al vaglio il decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze sulla riduzione del numero delle slot machine presenti sul territorio, domani in Conferenza Unificata Stato-Regioni si discuterà della proposta di riordino del sistema

di Redazione

Decreto riduzione slot alla Corte dei Conti

Il numero di slot machine presenti e attive sul territorio italiano non potrà essere superiore a 345mila. Questo, dal 31 dicembre 2017, mentre nel successivo mese di aprile 2018, una ulteriore riduzione le porterà a un massimo di 265mila. Questo si legge nel decreto firmato dal Ministero dell'Economia e delle Finanze, oggi al vaglio della Corte dei Conti, per dare attuazione a quanto previsto nella cosiddetta Manovra bis.

Superato quest'ultimo passaggio e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il decreto diventerà pienamente operativo e la riduzione sarà – se lo augurano gli italiani – irreversibile. Al 31 dicembre 2016, gli apparecchi presenti sul mercato risultavano comunque essere 407.323.

Domani 3 agosto sul tavolo della Conferenza Unificata Stato, Regioni ed Enti Locali arriverà una bozza, rivista e aggiornata dopo aver ascoltato il mondo dell'associazionismo, con la quale il sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta (nella foto) presenterà il piano di riordino totale del sistema.

Un piano di cui si discute da almeno due anni, fra scontri – la posta in ballo è d'altronde altissima – ma anche fra più positivi incontri, a testimonianza che la materia è incandescente. Negli ultimi mesi, la volontà di ascolto delle parti sociali e territoriali si è fatta più intensa.

Probabile che domani non si giunga a un accordo – servirebbe l'unanimità su un testo da studiare a fondo – ma da quanto abbiamo potuto apprendere da nostre fonti la bozza contiene alcune importanti novità che dovrebbero costituire punti fermi e irreversibili, anche qualora in assenza di accordo il Governo dovesse procedere per decreto.

Per prima cosa, ragionando con l'ottica della contabilità statale, ricordiamo che dal settore l'Erario ha ricavato 10,5 miliardi nel 2016, di cui 5,8 miliardi dai soli apparecchi slot. In chiave sociale, questo però comporta un sacrificio in termini di salute pubblica, sicurezza, legalità e lavoro inaccettabile. Già prenderne atto e metterlo nero su bianco in un documento ufficiale è un atto di coerenza e coraggio.

Il punto del contendere, in questi mesi, è stata la piena operatività del principio di sussidiarietà garantito dalla Costituzione e che, in questo ambito, significa innanzitutto piena autonomia degli enti locali nello stabilire distanze da luoghi sensibili (individuabili secondo criteri aperti in base alle esigenze del territorio) e fasce di interruzione della rivendita dei prodotti o nell'accensione delle macchine/apertura dei locali (individuabili secondo classi di rischio territoriale).

Chiaramente, interrompere l'erogazione e la vendita di questo "prodotto" in certe fasce della giornata comporta delle perdite, ma proprio le fasce orarie di maggior guadagno per i concessionari e gli esercenti sono quelle che più espongono a rischio salute, ordine pubblico e sicurezza dei cittadini. Dove pesi di più il piatto, per la società civile è chiaro: va tutelato il legame sociale, senza se e senza ma.

Rispetto alle versioni precedenti, nella bozza che verrà presentata domani in Conferenza Unificata – da quanto ci è dato sapere – non vi sono più riferimenti alle distanze dai luoghi sensibili né tassonomie vincolanti degli stessi: sono state così recepite le richieste degli stessi enti locali e della società civile che da anni si battono affinché venga garantita la piena autonomia sul tema. Per gli orari di apertura si prevedono invece 6 ore al massimo di interruzione, spezzettabili dall'autorità locale in base alle esigenze di salute, sicurezza e ordine pubblico dei cittadini.

Importanti, però, sono le proposte sul controllo dei locali dove si praticano attività di gambling legalizzato. Tra questi controlli, in fase preventiva si indicano la necessità di per gli operatori di dotarsi di indicatori di rischio, per esempio esempio l’«indice di presenza mafiosa» o l’«indice di organizzazione criminale» (IOC), oltre a un inasprimento dei controlli in base alla IV direttiva europea antiriciclaggio che prevede esplicitamente la necessità che il settore del gioco d'azzardo sia governato da un'autorità dotata di «poteri di vigilanza rafforzati».

Che cosa accadrà domani non lo sappiamo. Forse si starà fermi. Importante, dopo aver scongiurato il pericolo di prendere strade sbagliate, è che non si torni indietro. Il sottosegretario Baretta su questo punto è però stato chiaro: «andremo avanti».


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