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Media, Arte, Cultura

Come creare la bellezza in mezzo al nulla

Lo straordinario progetto della Albers Foundation in Senegal nelle foto di Giovanni Hänninen

di Giuseppe Frangi

Ci vogliono sette ore di auto da Dakar per arrivare a Sinthian, villaggio del sud est del Senegal. Qui vivono un migliaio di persone, lavorando la terra e allevando le capre. Un angolo sperduto d’Africa, di nessun interesse strategico.

Eppure proprio questo villaggio è stato scelto dalla Fondazione Josef e Anni Albers per una sperimentazione di grande originalità e innovazione: dal 2015 è diventato residenza di artisti e centro culturale al servizio della comunità di abitanti. Josef Albers è stato un grande artista, nato in Germania, dove è stato tra i protagonisti del Bauhaus, poi emigrato con l’avvento del nazismo negli Stati Uniti.

Artista poetico e insieme metodico, che con la moglie Anni ha sempre curato gli aspetti pedagogici dell’arte: fu un grande insegnante al Black Mountain College, dove tra gli allievi ebbe anche Robert Rauschenberg. Morendo Josef e Anni lasciarono il patrimonio alla Fon- dazione che porta il loro nome, con sede a New York, e che sostiene progetti nel solco di quella visione: l’arte come fattore vitale di sviluppo. Un’arte pervasiva, capace di toccare tutte le situazioni della vita quotidiana. Così è stato costruito questo centro di Sinthian, con un progetto di grande sostenibilità dell’architetto giapponese Toshiko Mori, usando materiali e manovalanza locali. Il centro ribattezzato Thread (il filo), ospita anche due atelier per residenze di artisti, che hanno iniziato ad arrivare, vincendo ogni ritrosia, già dal 2015. Il principio è quello della collaborazione, non come opzione ma come regola; collaborazione con la popolazione, spesso lavorando con materiali di scarto.

Questo piccolo angolo sperduto oggi è diventato un punto di riferimento globale, al punto che una delle più grandi e potenti gallerie del mondo, quella newyorkese di David Zwirner, ha organizzato una mostra che coinvolge altre 26 gallerie con opere dei più importanti artisti di oggi, messe in vendita per sostenere e investire ulteriormente su questo progetto. Per documentare al pubblico americano l’esperienza di Sinthian, la Fondazione Albers si è rivolta a Giovanni Hänninen, un fotografo cresciuto alla scuola di Gabriele Basilico, nato in Finlandia, che oggi vive e opera a Milano. Le sue immagini costituiscono perciò una mostra nella mostra alla Zwirner Gallery.

«Quello che ho cercato
di fare», racconta il fotografo, «è stato di descrivere il centro culturale
creato dalla Albers Foundation in mezzo al nulla. È
una zona molto povera su una rotta di emigrazione verso il Nord Africa e l’Europa». Per questo Hänninen non ha voluto usare la chiave che gli è più congeniale, quella della fotografia architettonica. «Ho scelto invece una visione che mostrasse la trama “urbana” del paesino e le forme e gli usi di vita».

C’è un’immagine emblematica dell’esperienza che sta maturando a Sinthian. «È l’immagine dei mattoni. Racconta tutto di questa comunità: i bambini che, dopo essere andati a scuola (anche le scuole sono finanziate dai progetti della Fondazione, ndr) aiutano i genitori tirando su l’acqua da uno dei pochissimi pozzi del paese. Quest’acqua serve a tutto. Anche per fare i mattoni: si annaffia la terra, la si taglia e la si lascia seccare al sole».

E con i mattoni si è fatto questo centro che è un incubatore dolce di futuro.


Tutte le foto sono state gentilmente concesse da Giovanni Hanninen


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