Terremoto 2016, ricostruzione delle scuole «Preoccupati dai tempi lunghi»

A un anno dal sisma che colpì il Centro Italia secondo l'ong una delle conseguenze che più hanno pesato sugli 84mila bambini e adolescenti residenti nelle aree colpite anche la presenza di centinaia di edifici scolastici parzialmente o totalmente inagibili e la cui messa in sicurezza o costruzione tarda a iniziare. Inagibile il 34% delle strutture scolastiche

di Redazione

Preoccupazione. È quella che esprime Save the Children in vista della ripresa delle attività scolastiche nelle zone del centro Italia colpite un anno fa dal terremoto che ha avuto l’epicentro tra tra Accumuli, Amatrice e Arquata del Tronto. E la ragione consiste nel fatto che: nonostante sia prevista la ripresa regolare delle attività scolastiche nelle strutture temporanee – come affermato anche dal Commissario per la Ricostruzione Vasco Errani – bambini e adolescenti dovranno attendere a lungo prima di poter godere della ricostruzione e della messa in sicurezza di centinaia di scuole.

Stando agli ultimi dati a disposizione dell’organizzazione, in seguito agli eventi sismici che a partire dal 24 agosto colpirono 131 Comuni in 4 regioni (Abruzzo, Lazio, Marche, Umbria), su 2.409 edifici scolastici con più 84mila studenti e alunni iscritti solo 1.585 sono stati dichiarati completamente agibili. Sarebbero, dunque, 824 le strutture non agibili (delle quali 146 totalmente inagibili). Le cifre diffuse dalla Protezione civile nel corso della conferenza stampa promossa lunedì 21 agosto da Palazzo Chigi sullo stato della ricostruzione post-terremoto, confermano che il 34% delle scuole dove sono stati effettuati i sopralluoghi è risultato inagibile. Entro il mese di febbraio 2018, come reso noto da Errani, dovrebbero essere completati i lavori di costruzione di 21 nuovi edifici scolastici; ulteriori 87 scuole, inoltre, saranno messe in sicurezza nel corso di due anni.

«A distanza di dodici mesi è necessario fare ancora di più per garantire ai bambini e agli adolescenti vittime del terremoto un accesso adeguato alla scuola in tempi celeri» afferma Raffaela Milano, Direttrice dei Programmi Italia Europa di Save the Children. «La partenza regolare dell’anno scolastico è un segnale importante, ma è altrettanto essenziale non perdere di vista la funzione delle strutture temporanee: rappresentano una soluzione momentanea, la transizione verso scuole permanenti, sicure e capaci di assolvere alla funzione di punto di incontro e riferimento per la comunità. Una transizione che non deve diventare troppo lunga».

Intanto, come racconta il rapporto “Terremoto in Italia centrale: l’intervento di Save the Children” (in allegato), proseguono le attività sul territorio per il supporto dei minori e delle loro famiglie messe in campo dall'organizzazione, che hanno raggiunto finora in modo diretto oltre 1.400 bambini. In seguito alla fase di emergenza acuta, quando nel giro di 24 ore dal primo sisma Save the Children ha allestito 2 Spazi a Misura di Bambino, a bambini e insegnanti è stato offerto supporto psicosociale, educativo e formativo.
Attraverso il lavoro di confronto svolto in questo ambito è emerso il bisogno dei ragazzi di avere a disposizione un luogo di incontro: da qui è nato il Centro Giovani 2.0 ideato in sinergia con bambini, genitori, insegnanti e istituzioni e realizzato in collaborazione col Comune.

Nel mese di luglio la struttura ospitante il Centro, per consentire la realizzazione del nuovo polo scolastico, è stata trasferita nel comune limitrofo di Posta dove sarà adibita a sede della scuola e dei servizi socio-educativi dedicati ai minori del territorio. Da giugno a settembre il Centro Giovani 2.0 ha offerto ai ragazzi l’opportunità di frequentare il Campo Estivo, con attività ludiche, artistiche, motorie e educative (attualmente svolte nei locali provvisori della scuola). Con l’inizio del nuovo anno scolastico il Centro tornerà a proporre un programma ricreativo e educativo rivolto a bambini e adolescenti in uno spazio messo a disposizione dal Comune di Amatrice.

Tra gli interventi di Save the Children anche la realizzazione di opere strutturali, con lo spazio a uso scolastico allestito a Colbuccaro, del quale usufruiscono 80 studenti e con il contributo alla ristrutturazione dell’istituto dell’infanzia “Cecchi” di Loro Piceno, frequentato da 50 bambini.

«I ragazzi hanno bisogno di normalità, di opportunità d’incontro, ricreative e educative regolari, di una quotidianità sociale, come loro stessi ci hanno detto nei primi mesi dopo il sisma. È necessario garantire questa condizione, affinché il loro futuro non risulti compromesso e il sistema scolastico gioca un ruolo essenziale in questo contesto» aggiunge Raffaela Milano. «Continueremo a essere presenti e a monitorare con costanza la situazione, con l’obiettivo di individuare e valutare esigenze e sfide emergenti: con il reinsediamento della popolazione sfollata potrebbero delinearsi nuove criticità e bisogni».

Save the Children pone l’accento sulla necessità di garantire ai bambini un sistema scolastico in grado di rispondere ai bisogni evidenziati e di promuovere la capacità di reazione alle avversità, grazie a interventi trasversali: strutture sicure, attività di prevenzione del rischio, formazione specifica a docenti e operatori sociali, continuità nelle figure di riferimento. L’auspicio – si legge in una nota – è l’istituzione in tutte le Regioni di un sistema informativo organico per monitorare le condizioni dell’infanzia e dell’adolescenza, affinché la rapidità e l’efficacia dell’individuazione delle criticità e dell’elaborazione di una risposta siano massimizzate.

Immagini tratte dal Rapporto "Terremoto in Italia centrale: l’intervento di Save the Children


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