Diventa un vademecum la “ricostruzione emotiva” post-terremoto

Il bilancio dell'aiuto portato dalla ong nei territori colpiti. Nell'area di Amatrice è stato fornito un sostegno per non fermare la produzione di latte vaccino con nuove attrezzature. Nel marchigiano da ottobre scorso a giugno è stato portato avanti il progetto "Una scuola resiliente" per il recupero psico-emotivo dei bambini. Dall'esperienza è nato un toolkit

di Antonietta Nembri

Due i filoni dell’aiuto offerto da Cesvi ai terremotati del Centro Italia. A un anno dal terribile sisma che ha colpito le popolazioni dell’Alto Lazio, delle Marche e dell’Umbria l’ong traccia un primo bilancio delle iniziative intraprese a sostegno delle popolazioni. Ad Amatrice con un intervento a favore delle aziende produttrici di latte vaccino e nelle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macera con un progetto di recupero post traumatico rivolto ai minori all’interno delle scuole.

La scossa della notte del 24 agosto scorso danneggiò 9 stalle su 10 del comprensorio di Amatrice, molti allevatori sono stati costretti a interrompere la produzione. La risposta all’emergenza da parte di Cesvi si è concentrata sulla necessità di ripristinare la produzione nel più breve tempo possibile attraverso la donazione di nuovi macchinari mobili da installare all’interno delle tensostrutture. Il latte è un prodotto prezioso a cui è legato un valore trainante per l’economia locale e per questo, nelle zone di Amatrice, è soprannominato “oro bianco”. In collaborazione con Coldiretti, Cesvi ha individuato le aziende maggiormente in difficoltà e ha attivato un progetto di supporto finalizzato al ripristino delle attività di produzione e di vendita del latte vaccino, con l’obiettivo di scongiurare l’abbandono delle campagne e favorire la progressiva ripresa economica nelle aree colpite, grazie alla consegna di nuovi macchinari zootecnici per la mungitura e la corretta conservazione del latte.

In particolare, 12 allevatori di 9 frazioni appartenenti ai comuni di Amatrice e Leonessa, nel rietino, hanno ricevuto 4 impianti di mungitura fissi, 4 impianti di mungitura a carrello, 6 frigo latte da 550 litri e 3 frigo latte da 1000 litri.
«L’obiettivo primario è stato quello di fornire un sostegno immediato agli allevatori in difficoltà che, nonostante i danni ingenti provocati dal sisma e le condizioni meteorologiche avverse, hanno scelto con coraggio di non abbandonare le loro case e le loro aziende», spiega Daniela Bernacchi, General Manager di Cesvi.«la donazione di nuove attrezzature ha rappresentato uno step fondamentale per ripristinare rapidamente il normale flusso produttivo, al fine di limitare il più possibile il danno economico».

Il progetto promosso di concerto con l'Ufficio Scolastico Territoriale di Ascoli Piceno e Fermo, in collaborazione con l'associazione di psicologi dell'emergenza SIPEM Sos Marche è stato denominato “Una Scuola Resiliente”. Esso ha contribuito a ripristinare l’equilibrio emotivo dei bambini che hanno fatto esperienza del terremoto, tra le province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata, nei comuni più duramente colpiti dalle ripetute scosse sismiche del 24 agosto, 26 e 30 ottobre 2016.

Come spiega una nota di Cesvi: «Attraverso sessioni di incontri in aula, in 12 Istituti scolastici, gli esperti hanno identificato il disagio derivante dal trauma e hanno svolto attività psicoeducative per aiutare i bambini a esprimere il loro stato d’animo, elaborarlo e superare lo shock del terremoto. Le attività di progetto hanno coinvolto in tutto 3.259 studenti di 176 classi (107 di scuola primaria, 69 di scuola secondaria di primo grado) ma hanno visto il coinvolgimento attivo anche degli adulti, nello specifico di 483 insegnanti e 241 genitori. Docenti e famiglie hanno avuto, infatti, un ruolo fondamentale nel riconoscere le avvisaglie del trauma nei bambini, attraverso la comparsa di comportamenti insoliti come la paura di essere rapiti dagli alieni (tradotto come timore di essere portati via dai genitori) oppure rifiutarsi di dormire da soli e dividere il letto con i genitori».

Gli psicologi hanno quindi stimolato i bambini a esprimere le loro emozioni rispetto al terremoto, presentando alle classi immagini riconducibili al sisma, come foto di palazzi crepati e macerie, spingendoli a elaborare disegni per descrivere il loro stato d’animo. I docenti hanno constatato un desiderio crescente, da parte dei minori, di condividere il proprio vissuto, una capacità sempre maggiore di mettere in parole le proprie emozioni e di controllarle grazie a una maggiore consapevolezza delle proprie risorse.

«Il recupero psico-emotivo, dopo eventi di questa portata, richiede tempi tanto più lunghi quanto più fragili sono i soggetti coinvolti e quindi, nel caso dei bambini, si è trattato di un processo lento e progressivo che ha richiesto l’apporto di professionisti qualificati ma che ha dato, al termine delle attività, enorme soddisfazione per il recupero raggiunto», continua Bernacchi. «Quando si parla di “ricostruzione” dopo catastrofi naturali quasi sempre si intende un intervento materiale attraverso cui vengono ripristinati i luoghi distrutti e si tralascia, invece, l’aspetto più umano, collegato alla necessità di una “ricostruzione emotiva” che punti al ripristino dell’equilibrio psicologico delle persone colpite, in primo luogo dei bambini, colpiti in maniera diretta o indiretta da possibili traumi».

Dall’esperienza del progetto “Una Scuola resiliente” è nato un toolkit che raccoglie le buone pratiche applicate durante i mesi delle attività, da ottobre 2016 a giugno 2017 e ha come obiettivo quello di prevenire e minimizzare l’insorgere del disagio psicologico di minori e adulti a seguito di eventi catastrofici.
Si tratta di un vero e proprio vademecum con schede pratiche ed esercizi in cui vengono proposti strumenti e azioni di supporto in un contesto post-emergenziale. Il manuale può essere utilizzato sia a scuola sia in famiglia in situazioni di disagio psicologico riconducibile ad altri stress, come per esempio lutti, casi di abuso o incuria psicologica, bullismo e fenomeni di esclusione. In particolare, il toolkit fornisce preziose indicazioni su come identificare il disagio del minore nei comportamenti quotidiani. Inoltre, non ha un approccio clinico e terapeutico, ma si pone come una valida base per sviluppare risorse che sono già proprie della persona.

Le immagini utilizzate in questa pagina sono di Roger Lo Guarro


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