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Cooperazione & Relazioni internazionali

Inedita energia. Eni a Festivaletteratura parla di Africa

Eppure il futuro dell’Africa riguarda molto da vicino anche il futuro dell’Europa. Per questo Eni lancia il tema con un incontro, un libro e una mostra all’appuntamento del Festivaletteratura 2017

di Redazione

Dal 2008 Eni, partner del Festivaletteratura, organizza all’interno della kermesse l’evento “Inedita Energia” — dedicato alla ripubblicazione dei testi apparsi negli anni cinquanta e sessanta sulla rivista aziendale “Il Gatto Selvatico” voluta da Enrico Mattei e diretta dal poeta Attilio Bertolucci — con la partecipazione di ospiti prestigiosi chiamati, ogni anno, a ragionare e dibattere sul tema del volume pubblicato.

L’idea è quella di condividere con il pubblico di Mantova non solo una pubblicazione, realizzata da Eni e distribuita in forma gratuita ai partecipanti, ma anche un’occasione di dibattito aperto sui temi della cultura e della società. L’evento è cresciuto nel tempo e oggi è tra i più attesi da parte degli affezionati del Festival. Quest’anno si parlerà del continente che più di ogni altro gioca un ruolo chiave nella lotta al cambiamento climatico: l’Africa. Una terra legata al cane a sei zampe fin dai primi anni Sessanta e che attraverso le recenti campagne esplorative, si è costruita forti prospettive di crescita.

Eni, presenza strategica di business integrato con le attività di sostenibilità, continua a essere il primo operatore straniero in Africa, a conferma della sua capacità di entrare in relazione profonda con il territorio, nel segno della cooperazione e dell’integrazione.

. Oggi Eni continua ad essere il primo operatore in Africa, segno della capacità di questa azienda di entrare in relazione profonda con il tessuto societario, con la sua cultura, nel segno della cooperazione e dell’integrazione.

Il tradizionale incontro “Inedita Energia”, con la consueta moderazione di Neri Marcorè, prevede la partecipazione sul palco di diversi ospiti chiamati a raccontare la propria relazione con l’Africa. Parteciperanno, Jacopo Fo, che racconterà il progetto “Il teatro fa bene” in Mozambico, Ingy Mubiayi, esponente italo-africana della letteratura di migrazione, Pietro Bartolo, medico di Lampedusa, presente nel film di Gianfranco Rosi, “Fuocoammare” e Jean Léonard Touadi, senior advisor della Fao. L’appuntamento è per il 10 settembre alle 11,30 in piazza Castello a Mantova.

In occasione di questo appuntamento sarà presentato un volume “Viaggio in Africa” che ripubblica i racconti di viaggio realizzati da scrittori e giornalisti.

Nel 1955 Mattei aveva voluto lanciare un laboratorio culturale interessato certo all’autopromozione ma anche generosamente aperto alla sperimentazione nel rapporto tra intellettuali e le maestranze per lo più incolte dell’Eni. La sfida era affidata al mensile “Il Gatto Selvatico”, la cui direzione fu affidata appunto ad Attilio Bertolucci. Fu lo stesso Bertolucci a suggerire “wildcat” come titolo, spiegando che il termine era riferito, nel gergo petrolifero, ai perforatori, ai ricercatori di petrolio, wildcatters appunto «erano delle persone avventurose, qualche volta anche un po’ avventurieri».

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Alcune immagini della mostra fotografica di Eni aperta al pubblico dal 6 al 10 settembre sarà nell'Atrio degli Arcieri del Palazzo Ducale di Mantova

A quella suggestione di Bertolucci Mattei rispose: «Non mi dispiacerebbe neanche di fare l’avventuriero, ma per lo Stato». E poi raccomandava: «Una parte della rivista deve sempre essere dedicata ai fatti aziendali. Anche la copertina, a colori, deve riguardare sempre l’Eni». La testata venne disegnata da Mino Maccari, che era anche l’autore di una vignetta su ogni numero. Tante firme prestigiose si alternavano, da Natalia Ginzburg, a Carlo Emilio Gadda, da Giorgio Caproni, ad Alfonso Gatto, da Giorgio Bassani a Leonardo Sciascia, e tanti altri.

Il volume che ripubblica i racconti di viaggio in Africa usciti per la rivista, è corredato da uno straordinario repertorio iconografico , con immagini provenienti dall’archivio Eni e da altri archivi autorevoli selezionate con il supporto di Camera (il Centro italiano per la fotografia di Torino). Alcune di queste immagini sono quelle che comparvero sulle copertine de “Il Gatto Selvatico” e a Mantova saranno presentate in una mostra con l’obiettivo di raccontare il modello operativo di Eni in Africa dagli anni ’50 a oggi. Già più di mezzo secolo fa Eni aveva in mente un modello di sviluppo sostenibile. Allora la “formula Mattei” introduceva un nuovo schema contrattuale che ribaltava la modalità di relazione con il Paese produttore definendo un rapporto basato sul rispetto, sulla collaborazione e sul dialogo. Modalità che Eni non ha mai abbandonato e a cui ancor oggi si rifà come fattore di identità e di riconoscibilità.


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