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Economia & Impresa sociale 

In Italia quasi 20mila richiedenti asilo hanno un contratto di lavoro

Il dato è stato comunicato dal sottosegretario Luigi Bobba

di Sara De Carli

Sono 19.722 i lavoratori richiedenti asilo che al 31 marzo 2017 avevano un rapporto di lavoro attivo, instaurato nel periodo fra aprile 2011 e marzo 2017. Lo ha detto il sottosegretario Luigi Bobba intervenendo ieri in Commissione Lavoro della Camera. Le regole perché un richiedente asilo possa già oggi lavorare ci sono:« decorsi 60 giorni dalla presentazione della domanda di protezione internazionale, ai richiedenti è consentito svolgere attività lavorativa se il procedimento di esame della domanda non è concluso ed il ritardo non può essere attribuito al richiedente stesso». Ha ricordato Bobba. Tale disposizione «è in linea con i principi dettati dalla direttiva n. 2013/33/UE che mira ad agevolare l’accesso al mercato del lavoro per i richiedenti protezione internazionale».

In riferimento al quesito posto da Marco Rondini circa la tipologia contrattuale da applicare, «l’articolo 22 del decreto legislativo n. 142 del 2015, attraverso l’utilizzo della locuzione “attività lavorativa”, non ha limitato l’accesso al mercato del lavoro a una o più tipologie di rapporto di lavoro, né tale limitazione è deducibile dal testo unico dell’immigrazione, dal regolamento di attuazione dello stesso o da altre norme speciali. L’unico requisito richiesto per l’accesso al lavoro è che siano trascorsi 60 giorni dalla presentazione della domanda di protezione internazionale. All’atto della conclusione del procedimento di valutazione della richiesta di protezione internazionale, se viene riconosciuto lo status di rifugiato, la protezione sussidiaria o umanitaria, il relativo permesso di soggiorno consente di proseguire il rapporto di lavoro nelle forme individuate dalle parti».


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