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Back to school, serve una rete contro il bullismo

Nella settimana di riapertura delle scuole, l'associazione - che con il numero 1.96.96 mette a disposizione un importante canale di aiuto per ragazzi e famiglie - ricorda come la scuola sia il contesto in cui i ragazzi vengono più frequentemente bullizzati. «È importante che chi ha il coraggio di segnalare il problema si senta sostenuto, creduto e aiutato con attenzione, competenza e sensibilità», sottolinea Caffo

di Antonietta Nembri

Sono tante le storie raccolte in questi anni, attraverso il numero 1.96.96, da Telefono Azzurro nel suo lavoro contro il bullismo. «Li hanno sgridati. Tutto si ferma per una settimana, ma poi tutto ricomincia come prima. Sto incominciando ad odiare tutti: trattano il mio problema come una cosa superficiale, vanno tutti sempre di fretta e non si ferma mai nessuno ad ascoltarmi.
Mi sento inutile e incapace», ha confidato un ragazzo. Un altro ha raccontato: «I miei genitori, i miei insegnanti e il preside sanno della situazione del bullo, ma non ho detto a nessuno come mi sento.
Mia mamma e altri genitori sono andati a parlare con il preside che stava per sospendere il bullo». E non manca chi viene bullizzato via social: « Mi prendono in giro su Whatsapp: sul gruppo della classe ci sono anche degli audio».

In questa settimana di riapertura delle scuole, Telefono Azzurro vuole riportare il bullismo all’attenzione dei media, del mondo della scuola e della società. Perché – sottolinea una nota dell’associazione – è proprio la scuola lo scenario più frequente per gli episodi di bullismo (nel 61% dei casi), secondo quanto evidenziato dall’ultima indagine 2017 effettuata da Telefono Azzurro con Doxa Kids su un campione di 1.500 adolescenti e ragazzi delle scuole secondarie di primo e secondo grado, il 35% dei quali ha ammesso di essere stato vittima di episodi di bullismo.

Non a caso viene riproposto il video che raccoglie imessaggi degli amici di Telefono Azzurro che hanno partecipato a #nonstiamozitti, la campagna di Telefono Azzurro contro il bullismo. Tra i testimonial: Alvin, Amadeus, Arisa, Dolcenera, Lorenzo Fiaschi, Elisabetta Gregoraci, Enrico Lucci, Edoardo Mecca, Juliana Moreira, Alvaro Soler, Anna Safroncik, Edoardo Stoppa, Francesco Totti, Alex Zanardi.

Ricorrenti sono anche le situazioni in cui gli episodi bullismo avvengono: nel 40% – 75% sono indicati come critici gli intervalli, la pausa pranzo, i corridoi, i bagni. Il bullismo inoltre sempre secondo l’indagine costituirebbe il motivo per cui 160mila adolescenti non vanno a scuola ogni giorno. Un fenomeno che i trend nazionali e internazionali segnalano iniziare sempre più precocemente, rendendo importante attuare strategie preventive e di contrasto fin dalle scuole primarie.

Analizzando i dati del Centro Nazionale di Ascolto di Telefono Azzurro si evidenzia che nel 58% dei casi sono coinvolti preadolescenti della scuola secondaria di primo grado e nel 21,5% dei casi le vittime sono minori di 10 anni.
Se la scuola è il contesto in cui il bullismo si manifesta più frequentemente, questo vuol dire che gli episodi di prevaricazione avvengono in situazioni in cui adulti e ragazzi possono vedere ciò che accade e, di conseguenza, intervenire. Proprio per rafforzare questa capacità di intervento Telefono Azzurro ha stipulato una convenzione con il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per un progetto biennale integrato di ascolto e azione contro il bullismo per offrire al personale della scuola, agli studenti e alle famiglie strumenti adeguati per intervenire nelle situazioni di bullismo scolastico, quali ad esempio servizi di ascolto, intervento, consulenza e formazione sul territorio e nelle scuole.

«È importante che i ragazzi che hanno il coraggio di segnalare il problema si sentano sostenuti, creduti e vengano aiutati con attenzione, competenza e sensibilità» dichiara Ernesto Caffo, presidente di Telefono Azzurro, «solo questo può permettere loro di uscire dal silenzio, attivando un circolo virtuoso di supporto a un problema che non è del singolo, ma dell’intera comunità». Nell’approccio proposto da Telefono Azzurro si presta attenzione non soltanto ai “fatti” ma anche agli “stati d’animo” dei ragazzi; dirigenti scolastici e insegnanti devono poter riconoscere i campanelli di allarme indicativi di un malessere che spesso può incidere non solo sui livelli di prestazione scolastica individuale, ma anche sul clima generale, sull’efficacia dell’insegnamento e sui rapporti scuola – famiglia.


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