Politica & Istituzioni

A quarant’anni dalla legge Basaglia, una legge per l’attuazione della Basaglia

Viene presentato oggi in Senato il ddl 2850, che non modifica la legge 180 ma vuole dare piena attuazione ai suoi principi. L'appello del Forum Salute Mentale: «Bisogna riscoprire il coraggio e la passione civile che hanno accompagnato il difficile cammino del cambiamento»

di Sara De Carli

Oltre la legge Basaglia o meglio, per la vera e piena attuazione dei principi che la legge Bsaglia contiene ma che ancora – ormai quarant’anni dopo la sua approvazione il 13 maggio 1978 – restano ancora, per dirla con filosofia, in potenza e non in atto. È quanto prevede il disegno di legge 2850, “Disposizioni in materia di tutela della salute mentale volte all’attuazione e allo sviluppo dei princìpi di cui alla legge 13 maggio 1978, n. 180”, che verrà presentato oggi in Senato per iniziativa di Nerina Dirindin e Luigi Manconi, primi firmatari della proposta.

Il disegno di legge 2850 è il risultato di un lungo lavoro di confronto e approfondimento con esperti, professionisti, associazioni e persone che con impegno e competenza si impegnano quotidianamente per il rispetto dei diritti umani e delle libertà delle persone con problemi di salute mentale: un “cantiere salute mentale” che nei mesi passati è stato luogo di confronta, discussione e raccolta di buone pratiche.

Perché serve mettere mano alla legge 180? Le ragioni sono nella relazione di accompagnamento al disegno di legge e «derivano dalla considerazione delle gravi criticità in cui versano i servizi di salute mentale in tutto il territorio nazionale a causa dell’insufficiente applicazione dei principi e degli orientamenti fissati dalla Legge 180, che vanno in tutto e per tutto salvaguardati e promossi, dalla non più trascurabile riduzione delle risorse, la fragilità dei centri di salute mentale, da insensati accorpamenti in macroaree dei servizi territoriali, alla assoluta incertezza delle risposte ai bisogni di cura e di crescita delle persone», afferma il Forum Salute Mentale.

La «legge Basaglia», ricorda infatti la relazione, «non si è limitato solo a sopprimere l’ospedale psichiatrico sancendone l’inadeguatezza quale istituto di cura per chi soffre di disturbi mentali, ma ha delineato pionieristicamente il sistema dei servizi di assistenza psichiatrica senza e oltre il manicomio. La legge n. 180 del 1978 radica nell’ordinamento italiano un sistema di assistenza reticolare su base territoriale». D’altro canto «l’abolizione per via legislativa della falsa equazione disturbo mentale/pericolosità sposta il tema dell’assistenza psichiatrica sul fronte dei diritti sociali»: eppure «ardui ostacoli e talune incognite interpretative – queste ultime, non di rado, pretestuose – ne hanno incrinato l’effettività e rallentato l’attuazione» e «da tempo si coglie nel nostro Paese una diffusa e profonda preoccupazione per lo stato della rete dei Servizi di salute mentale», con «qualità frammentaria dei percorsi di cura, le pratiche segreganti e contenitive, il ritorno prepotente di servizi fondati sul modello bio-farmacologico. Ancora, non di rado, si scoprono, nelle regioni del nord come in quelle del sud, luoghi di abbandono e violenza che diventano oggetto dell’intervento della magistratura».

La recente chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg) ha ribadito l’esclusività e la centralità della presenza strategica dei Dsm e ha evidenziato drammaticamente le differenze territortiali: per la presa in carico delle persone in uscita dagli Opg, la presenza di una struttura organizzativa «forte», ben motivata e strategicamente presente sul territorio, ha fatto la differenza.

Questo disegno di legge «intende conferire ulteriore efficacia ai principi della legge Basaglia, rilanciando l’attualità delle linee di fondo e ulteriormente valorizzandole nell’attuale contesto costituzionale, normativo e sociale», afferma ancora la relazione. «Non è un’iniziativa legislativa di modifica o revisione, nessuna delle disposizioni introdotte con questo disegno di legge novella o integra il testo della legge n. 180 del 1978, fatta eccezione per la previsione di un’ulteriore garanzia contro la disumana pratica della contenzione meccanica nei servizi psichiatrici. L’obiettivo che ci si propone di perseguire è, invece, quello di rilanciare l’applicazione della legge n. 180 del 1978, rafforzarne i contenuti di assistenza effettiva e universale sul territorio nazionale, confermare la portata di definizioni e principi che non meritano di mutare ma, al contrario, di essere sviluppati ed estesi».

Non è un’iniziativa legislativa di modifica o revisione della legge n. 180 del 1978. L’obiettivo che ci si propone di perseguire è quello di rilanciare l’applicazione della legge n. 180, rafforzarne i contenuti di assistenza effettiva e universale

In particolare si chiede la revisione dei LEA privilegiando percorsi di cura in una prospettiva di presa in carico della persona nel complesso dei suoi bisogni e sulla base di un processo partecipato; di prevedere l’integrazione dei percorsi di cura con i supporti offerti dai servizi sociali, dal terzo settore, dalla cooperazione sociale e dai programmi di formazione e inserimento al lavoro; di sviluppare i Programmi terapeutici riabilitativi individuali (Ptri), quali percorsi esigibili a intensità variabile in rapporto ai bisogni della persona; di adottare il budget individuale di salute quale strumento ordinario volto a realizzare progetti di vita personalizzati attraverso l’attivazione e l’integrazione di interventi sanitari e socio-sanitari e di tutte le risorse disponibili nella comunità».

I tempi brevi di questa legislatura di fatto portano a prevedere che il tema verrà affrontato nella prossima legislatura: il testo però intanto c’è ed è un punto di partenza. Per il Forum Salute Mentale questo può «essere un bene: abbiamo bisogno di ritrovarci, di ri-conoscerci, di tessere reti più fitte, di stringere alleanze, di entusiasmare tanti compagni di lavoro che sono sfiduciati e scettici. Bisogna, malgrado tutto, riscoprire il coraggio e la passione civile che hanno accompagnato il difficile cammino del cambiamento». Per gli operatori infatti «è necessario aprire un ampio dibattito che ci aiuti a migliorare la proposta, mettere in evidenze tutte le straordinarie esperienze che accadono, riportare sulla scena i soggetti, le persone che vivono l’esperienza».

La legge 180 «è una legge che ha reso l’Italia punto di riferimento internazionale per l’assistenza alle persone con problemi di salute mentale, appare necessario rilanciare l’attualità dei suoi principi fondanti, superare le difformità territoriali, rispondere alle nuove domande, promuovere le condizioni per una sua concreta attuazione, favorendo il superamento delle attuali carenze applicative».

FOTO DI © ANTONIO TISO/SINTESI


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