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Il dopo di noi in Lombardia: più formazione per non snaturare gli obiettivi della legge

Viviamo una «situazione di criticità di risorse economiche» che porta il rischio di «snaturare gli obiettivi della legge: la formazione delle famiglie e del mondo associativo sarà fondamentale per evitare che accada», ha detto Marco Rasconi (Ledha). Il primo bando in Lombardia scade a fine ottobre

di Redazione

«La legge 112 è una ottima cassetta degli attrezzi, ora bisogna imparare ad utilizzarla»: così ha commentato Marco Rasconi, presidente di Ledha Milano, ha sintetizzato la prospettive che si aprono in Lombardia per le persone con disabilità e le famiglie che vogliono progettare il “dopo di noi”. Si è tenuto ieri a Milano l’incontro «La Legge 112/2016 in Lombardia: risposte e percorsi possibili», promosso da Caritas Ambrosiana, Confcooperative, Ledha Milano: in Lombardia ci sono 30 milioni di euro a disposizione per finanziare percorsi di emancipazione delle persone con disabilità nell’ambito dell’attuazione alla legge 112/2016, la cosiddetta legge sul “Dopo di noi” e la scadenza del primo bando è fissata per la fine ottobre: quasi una gara contro il tempo per poter approfittare delle risorse, al punto che – è quello che è emerso ieri – «probabilmente molte realtà non riusciranno a presentare i progetti in tempo».

«I ritardi ci son sono stati, ma attenzione a non buttare via il bambino con l’acqua sporca», ha detto Alberto Cazzulani, presidente Confcooperative Milano Lodi e Monza Brianza, «ora dobbiamo fare massa critica per accelerare l’applicazione della normativa».

Per Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana, le parrocchie che «sono già un punto di riferimento per le famiglie con figli disabili» potrebbero «diventare partner per la realizzazione di comunità alloggio e più in generale progetti per la residenzialità. In alcuni casi già successo, noi accompagneremo questo processo», ha assicurato.

Marco Rasconi ha sottolineato anche come nella attuale «situazione di criticità di risorse economiche», vi sia il rischio di «snaturare gli obiettivi della legge: la formazione delle famiglie e del mondo associativo sarà fondamentale per evitare che accada».

Sono 30mila le persone disabili censite in Lombardia, poco meno della metà (14.919) vive con la loro famiglia di origine, 3.458 hanno un bisogno alto di protezione. A loro si rivolge la legge 112 del 2016, che in Lombardia stanzia 15.030.000 euro nel 2016, 6.396.100 nel 2017, 9.368.700 nel 2018.


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