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Economia & Impresa sociale 

Grazie al crowdfunding la Casa del Pescatore guarda al futuro

Un successo la raccolta fondi per acquistare l’immobile della Provincia di Bergamo. Il presidente della cooperativa L’Innesto che gestisce la struttura da 16 anni racconta il presente e soprattutto il futuro di un’esperienza che promuove turismo sociale, inserimenti lavorativi e punta alla sinergia con il territorio della Val Cavallina. L’idea è piaciuta e ha raccolto 410mila euro in poche settimane

di Antonietta Nembri

Sulla sponda del lago d’Endine, dalla parte opposta rispetto alla più battuta statale 42 che porta al Tonale, superato Monasterolo ci si può imbattere nella Casa del Pescatore. 7mila metri quadri dove si possono trovare un parco dotato di barbecue, tavoli e panche; una spiaggia con sdraio ed ombrelloni e due grandi pontili fissi che accolgono le imbarcazioni a rimessa, tutte a remi o a pedali, poiché il lago è interdetto ai motori; non mancano poi un prato attrezzato con i giochi per i bimbi oltre ai servizi ed alle docce. E c’è anche un ristorante. Un piccolo paradiso gestito da 16 anni dalla cooperativa sociale L’Innesto. Una storia di accoglienza turistica, ma anche di inserimenti lavorativi, progetti ambientali e di nuova economia che ha rischiato di chiudere quando la Provincia di Bergamo, proprietaria dell’immobile, ha deciso di metterlo in vendita per fare cassa, come molti enti locali in questo periodo.

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D'estate la Casa del Pescatore è frequentata da appassionati di canoa e tante famiglie. Nella gallery anche una vista dall'alto e un'inedita visione invernale

Per evitare la fine di questa esperienza e per far sì che la Casa del Pescatore restasse un luogo per tutti la coop ha deciso di avvalersi del diritto di prelazione, ma per poterlo fare ha chiesto l’aiuto di tutti. La raccolta fondi al momento ha superato i 410mila euro, ma non ci si vuole fermare qui. Il crowdfunding infatti proseguirà fino a dicembre perché L’Innesto ora che ha esercitato il suo diritto di prelazione per la Casa del Pescatore vuole costruire il futuro della struttura con tutti gli attori interessati, dai soci agli abitanti delle località della Val Cavallina. È una storia che parte da lontano quella che racconta il presidente della coop sociale Lodovico Patelli. Nei sedici anni in cui la cooperativa ha gestito la Casa del Pescatore questa è diventata un luogo di svago, di aggregazione, di turismo leggero e anche di inserimenti lavorativi (oggi conta una decina di occupati l'anno). La struttura in questi anni è stata anche migliorata dall’Innesto che l’ha resa una piccola oasi di verde e socialità con i visitatori che dai circa 4mila che frequentavano l’area nel 2001 sono diventati lo scorso anno quasi 50mila «sono persone che vengono anche da Milano o da Bergamo, ma sono turisti da weekend e il boom dura tre, quattro mesi a seconda del clima» precisa il presidente.

Tutto questo però ha rischiato di finire con la vendita dell’immobile. «Era un rischio perché non c’era vincolo per la destinazione d’uso. Oggi è uno spazio per tutti, fruibile e con prezzi calmierati, dove nel corso degli anni abbiamo anche fatto una quarantina di inserimenti lavorativi» continua Patelli. Consequenziale la decisione da parte della coop di acquistare l’immobile e sfruttare il diritto di prelazione. Unico ostacolo la cifra richiesta dalla Provincia: 865mila euro. «Abbiamo lanciato il crowdfunding “Casa del Pescatore – Bene comune”, abbiamo fatto una raccolta tra i soci, se ne sono aggiunti altri 150 contributori» elenca Patelli che il 18 agosto ha fermato l’immobile e che ora, in attesa del rogito previsto per metà novembre, ha iniziato a pianificare il futuro della Casa del Pescatore.

Giovedì 21 settembre si è tenuto un primo incontro pubblico a San Felice al Lago per informare i cittadini dei progetti – che sono tanti – e raccogliere anche le proposte «vogliamo far nascere delle sinergie con il territorio». Oggi alla Casa del Pescatore i servizi comprendono oltre all’uso della spiaggia, al rimessaggio delle barche, l’uso del parco, il noleggio dei tavoli e delle attrezzature per il pic nic, «abbiamo realizzato un ristorante dove valorizziamo il pesce di lago e i prodotti locali, grazie anche alle relazioni che abbiamo intessuto con i produttori della zona». Tra le idee in campo anche quella di riorganizzare gli spazi, innovando un po’ la logistica «Stiamo pensando di potenziare il minimarket e altri servizi anche per il paese dove l’unico negozio ha chiuso tre anni fa».

La cooperativa sociale L’Innesto non sarà sola, accanto a lei c’è anche il movimento cooperativo attraverso i propri enti di sostegno «a questa iniziativa dovrebbero partecipare Coopfond (il fondo mutualistico di Legacoop) e Genera» spiega Patelli che non nasconde la necessità di accendere un mutuo fondiario per le ristrutturazioni necessarie «l’idea è riuscire a restituirlo nei prossimi dieci anni incentivando la fruizione del luogo, non fermandosi solo ai mesi estivi e ai soli weekend. Si sta pensando a proposte enogastronomiche di alto livello ma a prezzi accessibili spingendo sulla cucina della tradizione e km 0…».
Nella mente di Patelli il futuro è molto concreto: incentivare gli acquisti in loco di prodotti alimentari, ma anche l’offerta di servizi come la vendita di accessori per chi vive il lago sia come pescatore sia come bagnante. «E non dimentico neppure la necessità di integrazione con i commercianti locali che d’estate per esempio potrebbero avere qui un box per rivendere i giornali», insomma la Casa del Pescatore punta in alto, restando con i piedi ben piantati a terra, anzi sulla riva del lago d’Endine.


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