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Sostenibilità sociale e ambientale

Glifosato, l’Italia voterà a favore del bando?

La prossima settimana la Commissione Europea dovrà decidere se prorogare l'autorizzazione all'uso di questo diserbante che secondo autorevoli studi sarebbe cancerogeno. L'Italia si era espressa a favore del divieto, anche se ultimamente non ha ribadito la propria posizione

di Gabriella Meroni

Comincerà la prossima settimana a Bruxelles la discussione sul bando (o al contrario la conferma per altri 10 anni) del glifosato, l'erbicida più usato nel mondo che nel 2015 lo IARC, l’agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha inserito nella lista delle sostanze “probabilmente cancerogene” per l’uomo. L’Italia, insieme ad altri paesi come Olanda, Francia e Svezia ha espresso tempo fa parere contrario al rinnovo, senza però confermarlo in tempi recenti, come invece ha fatto Parigi, che nei giorni scorsi ha annunciato il divieto totale di utilizzo entro il 2022 sul proprio territorio. Oggi nel nostro Paese il glifosato si può utilizzare, con molte limitazioni; la polemica però monta soprattutto contro l'EFSA, l'Autorità europea per la sicurezza alimentare, che ha sostanzialmente approvato l’utilizzo del diserbante con un Rapporto in cui intere pagine sono state copiate – parola per parola – dalla richiesta di rinnovo dell’autorizzazione da parte delle aziende che lo producono (tra cui la più importante è la Monsanto).

Il glifosato, introdotto sul mercato nel 1974, è oggi l’erbicida più utilizzato al mondo. Economico e semplice da utilizzare, ha vissuto un vero e proprio boom negli ani ’90, e dal 2001 non è più coperto da brevetto Monsanto; viene quindi utilizzato da molte aziende per produrre diserbanti non solo per l’agricoltura, ma anche per il giardinaggio e la manutenzione del verde ai bordi di strade, autostrade, binari ferroviari. Siamo quindi un po’ tutti esposti a questa sostanza: della sua sicurezza per la salute si discute dal 2012, e a dicembre scadrà la proroga per il suo utilizzo nella Ue: la Commissione Europea deve decidere se rinnovare l’autorizzazione per altri 10 anni.

Ma i pareri sono contrastanti. Secondo lo Iarc, il glifosato ha un’azione mutagenica, vale a dire che induce mutazioni, quindi potenzialmente cancerogena. Tuttavia è da sottolineare che al gruppo delle sostanze “probabilmente cancerogene” a cui appartiene questa sostanza si trovano anche la carne rossa, alcuni composti chimici utilizzati dai parrucchieri, e le sostanze che si sprigionano dalla frittura ad alte temperature.

In Italia e in altri paesi ha preso il via una campagna, assunta in maniera unitaria dal tavolo delle associazioni ambientaliste e dell’agricoltura biologica e biodinamica attivo dal 2012 sulla PAC (Politica Agricola Comunitaria) e sul PAN Pesticidi. Oggi il tavolo comprende oltre 45 organizzazioni che costituiscono la coalizione italiana StopGlifosato. Per aderire ala raccolta firme, vai al sito dedicato.


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