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Con la banca dati delle adozioni come sarebbe andata la vicenda di Napoli?

Una storia con due cifre quella della neonata con la sindrome di Down di Napoli: le 7 coppie del “No” e il single del “Sì”. Una storia che i media hanno semplificato dicendo che “per i bambini con disabilità non si trovano famiglie adottive”. Ma se ci fosse stata la banca dati nazionale prevista dalla legge?

di Redazione

Una storia con due cifre, quella di Napoli. Le 7 coppie del “No” e il single del “Sì”. Una storia che i media hanno semplificato dicendo che “per i bambini con disabilità non si trovano famiglie adottive”. Ma se ci fosse stata una banca dati nazionale come previsto per legge? Se si fossero consultate le associazioni familiari?

Sappiamo che è nata una bambina con la sindrome di Down, da una madre che ha scelto il parto in anonimato, come la legge consente. Sui motivi di questa scelta non è dato di sapere. Di certo c’è una madre che per sua figlia ha scelto la vita, decidendo di partorire in anonimato perché potesse essere amata e accolta da un’altra famiglia. Il Tribunale per i minorenni di Napoli ha quindi avviato le procedure di adozione nazionale, chiamando le prime coppie in lista di attesa. In sette hanno detto “No” e anche sui motivi di questa scelta, nonostante l’amarezza, non ci è dato di sapere. Un signore single, l’ottavo in ordine di chiamata dal Tribunale, ha detto di “Sì” ad accogliere questa pargoletta con sindrome di Down. In Italia la legge 184 del 1983 che disciplina l’adozione non prevede che i single possono adottare, così il Giudice è ricorso all’art. 44 della stessa legge, dedicato alle «adozioni speciali»: in casi di grave disabilità del piccolo può essere ritenuto idoneo anche chi è solo.

I media nazionali e locali hanno tradotto la vicenda nello slogan “Per i bambini con disabilità non si trovano famiglie adottive” o peggio “ Le famiglie non adottano bambini malati”. Ne siamo certi? La vicenda avrebbe avuto lo stesso epilogo se ci fosse stata una banca dati Nazionale dei Minori Adottabili e delle Coppie Disponibili all’Adozione operativa su tutto il territorio nazionale? «Questi sono i risultati della mancanza di una banca dati nazionale per i bambini adottabili e le famiglie che hanno dato disponibilità», afferma Marco Griffini, presidente di AiBi. «Sono passati 16 anni dal 2001, quando è stata istituita per legge e ben sei dal nostro ricorso al TAR nel 2012, eppure ad oggi in Italia la banca dati è operativa solo in 11 Tribunali per i Minorenni sui 29 esistenti. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, aveva promesso che sarebbe stata realizzata entro la fine di settembre 2016, ma da allora è passato un anno e nulla è stato fatto. Questo fa capire il grado di attenzione della politica verso le adozioni».

La Banca Dati era stata istituita ex art. 40 della legge 149, approvata il 28 marzo 2001, anche se il processo venne avviato solo nel febbraio 2013, dopo che nel 2012, il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio aveva accolto il ricorso presentato da Ai.Bi. contro il Ministero della Giustizia per non aver dato seguito alle disposizioni di legge. «L’assenza di una banca dati – continua Griffini – non garantisce a ogni bambino adottabile la scelta di una famiglia, con ritardi negli abbinamenti e scarse opportunità per i bambini con malattie o disabilità. Non si conosce la reale situazione e il numero dei minorenni che pur essendo adottabili non vengono adottati. Sono almeno 300 i minori malati o disabili segnalati dalle istituzioni come adottabili ma che sono ancora in attesa». Proprio per dalla necessità di far conoscere le storie di questi bambini adottabili, altrimenti invisibili, che dalla collaborazione con alcuni Tribunali per i minorenni, Comuni e Centri Affido è nata la rubrica “Figli in attesa” di AiBi, un servizio grazie al quale molti bambini abbandonati hanno trovato una famiglia affidataria o adottiva che li ha accolti. Al momento sono 14 i bambini adottabili in adozione internazionale, due in adozione nazionale e due sorelline in attesa di famiglie affidatarie.

Foto Unsplash