Welfare & Lavoro

Riuso, ecco la strada giusta

I 3,9 miliardi di euro destinati alle periferie, l’articolo 24 dello Sblocca Italia, i sempre più numerosi bandi delle Fondazioni, i tanti progetti delle amministrazioni locali e l’impegno in prima persona di alcune delle maggiori aziende italiane come Enel e Ferrovie dello Stato. La rigenerazione dei vuoti urbani (e non solo urbani) da questione marginale è ormai diventata uno snodo politico e sociale di primissima rilevanza. L'anteprima del numero di VITA di ottobre

di Redazione

A Padernello non ci passerete mai. Siamo nella bassa più bassa della bassa bresciana: una frazione di 76 abitanti nel comune di Borgo San Giacomo. Il fiume Oglio è lì a un tiro di schioppo. Al di là c’è la provincia di Cremona. Una chiesa, sei grandi cascine e un castello. Un magnifico castello, trasformato intorno al 1.700 in villa signorile e abitato fino al 1965 dalla famiglia Salvadego. Un magnifico castello rimasto disabitato sino al 2005. L’ultimo crollo risaliva al 2002. «O mi salvate o io mi accascio definitivamente», sembrava dire.


Questa storia la racconta Domenico Pedroni, oggi presidente della Fondazione Castello di Padernello. Se è vero che da Padernello non ci si passa a Padernello oggi ci si va. E ci vanno in tanti: 90mila visitatori l’anno. I conti sono presto fatti: «In Lombardia ci sono solo due mercati Slow Food: uno è a Milano e uno a Padernello, Milano ha qualche milione di abitanti e noi ne abbiamo 76. Ma il mercato ci porta 3mila persone ogni volta che lo facciamo, la terza domenica del mese. In totale fanno più di 30mila persone l’anno, a cui si aggiungono 220 giorni di manifestazioni che portano altri 60mila visitatori».

La nuova vita di Padernello e dei suoi abitanti ha una data di nascita: il 31 maggio 2005, quando viene costituita la Fondazione di partecipazione guidata da Pedroni. Undici soci fondatori fra cui cinque banche di credito cooperativo, la Cogeme che è la società di servi- zi del territorio e rappresenta 70 Comuni e il Comune di Borgo San Giacomo, oltre ad alcuni privati ben selezionati. «Il salto di qualità lo abbiamo fatto nel 2008/2009 grazie a un bando della Cariplo per la creazione di sistemi culturali e oggi abbiamo progetti per il teatro, il cinema, l’enogastronomia, abbiamo le mostre, il progetto culturale, ognuno con un suo responsabile e ognuno con uno sponsor», spiega Pedroni. Che poi fa di conto: «A Padernello abbiamo sempre fatto margini positivi e in 10 anni abbiamo raccolto 2 milioni e mezzo di euro, più 500mila euro che ci ha dato la Cariplo». Economia circolare, agricoltura di prossimità, accoglienza diffusa e infine una scuola/bottega per l’artigianato locale.


L'indice del Book di ottobre

Oggi il “museo” non è il castello, il “museo” è Padernello. Un laboratorio a cielo aperto che racconta il mondo contadino di una volta, l’innovazione di oggi e un modello economico futuribile, «dove 76 abitanti hanno tra l’altro fatto partire 3 ristoranti che hanno 80mila clienti l’anno».

Calcola l’Istat che in Italia il 5,1% degli edifici siano inutilizzati. In termini assoluti oltre 730mila edifici, senza contare gli ol- tre 8.500 complessi di edifici inutilizzati, che vengono contabilizzati in un’altra categoria. «Numeri importanti che danno l’idea della partita che c’è in gioco, anche se si tratta di cifre non sempre esatte. Almeno questo è il timore che ho dopo aver realizzato un paio di focus locali su Milano e la Calabria», sostiene Adriano Paolella, architetto e responsabile scientifico di “Disponibile!” (l’annuario delle esperienze di rigenerazione e partecipazione civica edito da Pellegrini scaricabile gratuitamente da Internet) e referente nazionale dell’area ambiente e territorio di Cittadinanzattiva, «certo è che registro un grande fermento sul fronte della rigenerazione urbana e della corrispondente rigenerazione sociale dei luoghi».

Padernello è solo la punta di un iceberg di un movimento largo e trasversale. Sotto il ghiaccio in effetti si muovono soggetti di natura diversa che vedono nel riuso degli spazi inutilizzati un’opportunità importante. Il governo per le periferie ha stanziato 2,1 miliardi che arriveranno a 3,9 con le aggiunte di altri fondi privati e pubblici, come ha detto il premier Paolo Gentiloni. Una dei progetti bandiera di questo maxi intervento è senz’altro quello delle Vele di Scampia: ne resterà in piedi una sola, che, «riqualificata e trasformata, diverrà la sede della Città metropolitana di Napoli», ha promesso il sindaco Luigi De Magistris.

Un altro motore sono senz’altro le Fondazioni…

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