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Le porte aperte dell’Arsenale dell’Accoglienza

L'associazione di famiglie nata dieci anni fa per essere casa e famiglia per chi non ha né l'una né l'altra, ha presentato il rapporto delle attività del 2016: 27 minori accolti, 8 giovani adulti e 5 nuclei mamme e bambini. «La nostra storia è iniziata con una chiave lasciata nella porta, ma dalla parte "sbagliata", cioè fuori», ha raccontato il presidente Andrea Menin

di Antonietta Nembri

Una storia iniziata oltre 10 anni fa «con una chiave lasciata nella porta, ma dalla parte “sbagliata”, cioè fuori», con queste parole Andrea Menin presidente dell’Arsenale dell’Accoglienza onlus, ha dato il via alla presentazione del rapporto attività 2016 di questa associazione di famiglie che hanno scelto di vivere con la porta sempre aperta, occupandosi di essere casa e famiglia per chi non ha né l’una né l’altra.

La presentazione del Rapporto delle attività, alla Biblioteca Laudense di Lodi (in basso nell'immagine un momento dell'incontro), ha permesso anche di ripercorrere le tappe di una realtà che, con sede a Borghetto Lodigiano, vive “con la porta aperta 24 ore su 24". «La nostra è una storia di incontri: abbiamo iniziato come casa famiglia, poi famiglia di famiglie e infine comunità, anche grazie all’incontro con l’Arsenale della Pace di Torino, con cui condividiamo questo percorso» ha continuato Andre Menin. «Non abbiamo laboratori, dormitori, centri… ma case normali, nelle quali siamo sempre pronti ad accogliere chi si presenta alla nostra porta e nelle quali incontriamo molte persone che condividono i nostri sogni e vengono ad aiutarci».

Accoglienza, ascolto e supporto, sensibilizzazione: queste le attività principali che oggi l’Arsenale dell’Accoglienza porta avanti con impegno e passione e che tradotti in numeri diventano 27 minori accolti nel corso del 2016, prevalentemente tra i 13 e i 18 anni (56%), maschi (63%), italiani (96%). Otto invece i giovani adulti (18-21 anni) accolti per aiutarli a raggiungere una maggiore autonomia. Infine sono stati 5 i nuclei di madri sole con bambini, prevalentemente piccoli (il 64% ha tra gli 0 e i 9 anni) ospitati negli appartamenti dell’associazione.

Tutte queste attività sono state rese possibili dall’impegno costante di 70 volontari (il più giovani ha 16 anni, mentre il più anziano conta 76 primavere) che hanno donato 23mila ore di volontariato. Importanti anche le donazioni private, non solo monetarie, che corrispondono al 37% delle entrate. «Nel nostro bilancio sociale abbiamo voluto tener conto anche delle donazioni di beni materiali, come vestiti, generi alimentari, prodotti per l’igiene, e delle ore di volontariato, assegnandogli una valorizzazione economica, perché senza questo contributo non avremmo potuto accogliere ben un terzo delle persone» afferma Andrea Zanelli, vice presidente dell’associazione. Le donazioni di beni materiali hanno raggiunto il valore di 48.500 euro mentre la valorizzazione del volontariato corrisponderebbe a 460mila euro euro

L’Arsenale dell’Accoglienza continua a guardare avanti con nuovi progetti: presto saranno aperte nuove comunità mamma-bambino e sono in corso attività di supporto per donne vittime di violenza.


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