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Lazio: rischio chiusura per i Centri di riabilitazione per disabili

Le associazioni denunciano: tagli indiscriminati stanno mettendo a rischio un intero sistema: Centri che si occupano del disagio fisico, psichico e sensoriale di bambini, adolescenti ed anziani, rischiano di chiudere i battenti. Una battaglia condivisa pienamente da Anffas: «Notizie di analoghe decisioni stanno arrivando da tutta Italia. È un allarme generale che non dobbiamo sottovalutare»

di Gabriella Meroni

Un abbassamento improvviso delle tariffe che rischia di mettere in ginocchio l’intero settore della riabilitazione per disabili del Lazio: è questa la situazione che si è venuta a creare nella Regione, e che viene denunciata dalle organizzazioni Aris- Associazione Religiosa Istituti Socio-sanitari e Foai-Federazione degli Organismi per l’Assistenza alle persone disabili. Dopo 15 anni di sforzi economici per adeguare i centri agli standard previsti dalle nuove normative regionali, per resistere ai tagli di budget inferti dalle giunte che si sono susseguite dal 2007 e per sostenere un aumento dei costi di quasi il 60%, scrivono le associazioni in un comunicato, i Centri di Riabilitazione si trovano, oggi, ad affrontare un’emergenza che rischia di comprometterne il lavoro.

Si tratta di Centri che si occupano del disagio fisico, psichico e sensoriale di bambini, adolescenti ed anziani, che lavorano, ogni giorno, con l’autismo, il ritardo mentale, la riabilitazione fisica e cardiologica, così come con persone sorde o motulese, affette da pluripatologie o patologie complesse come l’ictus. Tutte strutture che rischiano di chiudere i battenti. “La situazione del comparto della Riabilitazione è diventata molto preoccupante – spiegano Michele Bellomo, presidente dell’ARIS eMassimo Sala presidente della FOAI -. Da anni chiedevamo un adeguamento delle tariffe, ferme al 2001, ed invece queste sono state ulteriormente abbassate, con riduzione che vanno dal 7 al 12%, escludendo dal calcolo le spese per il personale amministrativo e tecnico e sottostimando i costi per le manutenzioni. Per questi motivi avevamo domandato un incontro col presidente Zingaretti, richiesta che non ha neanche ricevuto una risposta. Speriamo ci vada meglio con ilpresidente della Commissione Sanità”.

Le associazioni in questione rappresentano oltre il 90% di tutte le strutture di riabilitazione del Lazio, 70 centri laici e religiosi che assistono circa 12 mila e 500 pazienti, tra loro il Don Orione, il Don Guanella, l’Eugenio Litta, la Fondazione Santa Lucia, L’ANFASS Roma, l’Istituto Leonarda Vaccari e la Comunità Capodarco di Roma. Tutte associazioni ONLUS e senza fini di lucro, “Perché in questo settore il privato non esiste, ci siamo solo noi con le persone che hanno più bisogno di cure e assistenza”.

«Si tratta di una situazione preoccupante, che incide sia sui livelli occupazionali degli operatori che sulla qualità dei servizi per le persone con disabilità», dichaira Roberto Speziale, presidente nazionale di Anffas. «Poter disporre di meno risorse significa infatti abbassare i livelli di qualità dei servizi e impedire l’accesso a chi ne avrebbe bisogno, oppure aumentare la compartecipazione a carico delle famiglie. Siamo in presenza, nel Lazio ma non solo, di tagli indiscriminati, finalizzati al mero contenimento della spesa senza il minimo riguardo alla qualità della vita delle persone disabili. Condividiamo dunque pienamente», conclude Speziale, «la denuncia di Aris e Foai e non le lasceremo sole in questa mobilitazione, anche perché notizie di analoghe decisioni stanno arrivando da tutta Italia. È un allarme generale che non dobbiamo sottovalutare».


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