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Le 5 regole per vederci chiaro

In occasione della Giornata mondiale della vista, giovedì 12 ottobre, al Poliambulatorio Clefi di Milano in un incontro dal titolo “Difetti visivi: conoscerli per correggerli con le migliori soluzioni ottiche-optometriche (occhiali, lenti a contatto e training visivo)”, gli insegnamenti per destreggiarsi tra tablet, smartphone, postura e illuminazione, dalla scuola al lavoro

di Redazione

Giovedì 12 ottobre è la Giornata mondiale della vista e dal Poliambulatorio Clefi arriva un “pentalogo” per non farla ammalare. Perché non ci sono solo le patologie a insidiare la nostra vista ogni giorno ci sono comportamenti che la possono indebolire, inducendo malesseri o difficoltà a svolgere lo studio o il lavoro.
«L'utilizzo scorretto di smartphone o di tablet o anche del personal computer sui cui lavoriamo ogni giorno, le condizioni di illuminazione degli ambienti dove operiamo, possono avere ripercussioni sulla la vista appunto». A parlare è Idor De Simone, ottico e optometrista, dell'Ics Milano Clefi della Maugeri che giovedì 12 ottobre terrà una lezione aperta di igiene visiva, che si inserisce in un più ampio lavoro con le scuole. L’incontro dal titolo “Difetti visivi: conoscerli per correggerli con le migliori soluzioni ottiche-optometriche (occhiali, lenti a contatto e training visivo)”, si svolgerà dalle 10 alle 12, con ingresso libero.

«Fare prevenzione visiva è una necessità, da ricerche inglesi e giapponesi emerge infatti che le nuove generazioni utilizzano in media quattro dispositivi. L'impiego di tecnologia connessa supera le otto ore al giorno negli adulti e raggiunge le 14 ore nella fascia tra i 16 e i 24 anni, la maggior parte trascorse in modalità multi-tasking, con l'uso simultaneo di computer, cellulare, tablet. Per gli occhi ciò si traduce in un eccesso di lavoro», spiega De Simone.

L'immersione, quotidiana e continuativo, nella lettura da piccoli e o grandi monitor ha infatti il suo prezzo: l'occhio umano deve ancora abituarcisi: «Ogni schermo è posto ad una diversa angolazione, costringendo ad una continua variazione della messa a fuoco a cui il nostro sistema visivo, formatosi durante il lungo processo evoluzionistico, non è ancora abituato», aggiunge.

Ciò che sarà quasi naturale per i nostri pronipoti, insomma, è una fatica per il nostro organismo, anche quello dei nostri figli, per quanto nativi digitali. Fa osservare infatti lo specialista Maugeri, «il 30% della popolazione “digitale” sviluppa un difetto visivo, prevalentemente miopia. Per correggerlo è importante utilizzare occhiali o lenti a contatto, con correzione adeguata, prescritta da personale competente. Il 70% soffre di disturbi visivi come la difficoltà di messa a fuoco e di lettura, la secchezza oculare, il mal di testa, che, se non risolti, si riflettono negativamente sul rendimento scolastico o lavorativo».

Naturalmente la soluzione non sta nel rottamare iPad o smartphone, dal momento che la scuola stessa sta pensando di utilizzarli maggiormente nella didattica, né di ritornare a coltivare la terra, si piuttosto tratta di adottare alcune basilari norme di igiene visiva, che mettano in condizione l'occhio di lavorare meglio e di non affaticarsi.

Ecco dunque “pentalogo” per conservare la vista del dottore De Simone.

Regola numero 1: la giusta postura, «la distanza ideale dal computer è infatti decisiva. Quale? Settanta centimetri dal monitor, che sono misurabili abbastanza semplicemente: stendete il braccio davanti a voi». E la tastiera? «Suggerisco una distanza corrispondente a quella del proprio avambraccio», meglio se posta «su un piano inclinato di 20 gradi». E questa è anche la modalità corretta per leggere un libro.

Regola numero 2: «Fare una pausa dopo un superlavoro davanti al monitor di un pc: dopo due ore, conviene un break, purché lo sguardo non si sposti immediatamente sullo smartphone, allora lo stacco è vano».

Regola numero 3: «Una corretta illuminazione. Qui si fa un errore che viene dal passato ossia l’utilizzo della lampada da tavolo, che si ritiene possa favorire la concentrazione: la luce deve essere diffusa ed uniforme in tutta la stanza. Altrimenti si genera affaticamento». E, parlando di illuminazione, «attenzione poi alla luce blu degli schermi dei dispositivi. Una particolare lunghezza d'onda che, col tempo, può danneggiare la retina».

Per usi continuativi sono utili, regola numero 4, «lenti con trattamenti antiriflesso». Non basta, però, l'occhio deve essere allenato.

Regola numero 5: «Con poco tempo al giorno si possono fare alcuni esercizi che allenano la convergenza, che è molto sollecitata in quest'epoca digitale». Uno dura pochi minuti: «Si copre alternativamente un occhio, per metà del tempo, e poi l'altro, osservando l'avvicinamento lento alla punta del naso di una penna che poi allontaniamo». Dopo una settimana di esercizio, si può passare a ripeterlo «ma utilizzando entrambi gli occhi, allontanando la penna appena si percepisce fastidio. L'obiettivo, è riuscire ad avvicinare l'oggetto almeno a 10 centimetri dal naso».

«Ottica e Optometria si integrano con la attività ambulatoriali di Oculistica, che in Maugeri ha una importante tradizione legata alla riabilitazione visiva e alla Medicina del lavoro, e rappresentano un ampliamento importante dell'offerta dei servizi di prevenzione e cura del Poliambulatorio Clefi», spiega Laura Dalla Vecchia, direttore dell'IRCCS Milano e dell'ICS Milano Camaldoli della Maugeri. «Il Poliambulatorio rappresenta già un presidio innovativo per la Medicina di genere (Senologia, Endocrinologia, Oncologia) e ora l’Istituto allarga le attività di prevenzione, anche attraverso l'educazione e la sensibilizzazione dei cittadini, specialmente quelli più giovani e in età scolare».

In apertura Photo by Trent Erwin on Unsplash


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