Cooperazione & Relazioni internazionali

Se l’Europa continua ad essere una fortezza

È una fotografia agghiacciante quella scattata da Oxfam, che nel suo ultimo rapporto denuncia il fallimento delle politiche europee in materia di immigrazione. A oggi sono stati realizzati solo il 28% dei ricollocamenti previsti da Italia e Grecia, mentre l’84% dei migranti intervistati da Oxfam racconta di abusi e torture subiti in Libia

di Redazione

Abusi, violazioni dei diritti e torture. Continua a fare pochissimo l’Unione europea per garantire canali di accesso legali e sicuri a centinaia di migliaia di migranti richiedenti asilo in Libia e all’interno della stessa Europa. A oggi sono stati realizzati solo il 28% dei ricollocamenti previsti da Italia e Grecia, mentre l’84% dei migranti intervistati da Oxfam racconta di abusi e torture subiti in Libia. Migliaia di persone costrette a prendere “rotte” sempre più pericolose.

È questa la denuncia diffusa oggi da Oxfam – a due anni dall’adozione dell’Agenda europea sulle migrazioni – attraverso il rapporto Al di là della fortezza Europa, che partendo da testimonianze dirette, racconta di condizioni di vita disumane, diritti fondamentali violati per donne, uomini ragazzi che scappano da guerre, violenze e fame. Il rapporto presenta proposte per una radicale revisione dell’Agenda sulle migrazioni e fa appello ai leader che si riuniranno a Bruxelles per il Consiglio europeo del 19-20 ottobre, affinché sia adottata un’autentica inversione di rotta nella gestione delle migrazioni.

“In questi due anni di Agenda, Oxfam ha lavorato in Italia, Grecia, nei Balcani in contesti di vera emergenza umanitaria. Ovunque abbiamo assistito a trattamenti indegni, sentito storie di ‘viaggi della speranza’ finiti in un’Europa che non dà speranze, di bambini e ragazzi che scompaiono dal sistema di accoglienza – ha detto Elisa Bacciotti, direttrice Campagne di Oxfam Italia – Non possiamo dimenticare la vergogna del campo di Idomeni in Grecia, i 2600 morti nel Mediterraneo di questo ultimo anno, la testimonianza di quanti, sbarcati in Sicilia, sono passati dalle torture nei campi di detenzione in Libia. Le centinaia di persone lasciate senza un riparo l’inverno scorso in Serbia, le violenze da parte delle autorità alle frontiere ungherese e croata.”

L’inefficacia delle politiche UE di esternalizzazione e ricollocamento

È chiaro che negli ultimi due anni le istituzioni europee e gli Stati membri si siano concentrate in modo sproporzionato su politiche di contenimento dei flussi di migrazione irregolare e protezione delle frontiere, con poca o nulla attenzione a soluzioni sostenibili di lungo termine. Si è assistito a una progressiva esternalizzazione delle frontiere – esplicitata con gli accordi tra Ue e Turchia, tra Italia e Libia e con paesi africani di transito e origine dei migranti – e a una fallimentare politica di ricollocamento di rifugiati e migranti richiedenti asilo, soprattutto da paesi di arrivo come Italia e Grecia verso altri stati membri. Basti pensare che ad oggi sono stati realizzati solo il 28% dei ricollocamenti previsti da Grecia e Italia: meno di 30mila persone in tutto, a fronte di un impegno per oltre 98mila reinsediamenti, che dovevano essere realizzati entro il settembre di quest’anno.

L‘appello di Oxfam per una revisione dell’Agenda europea sulla migrazione

Diverse le richieste di Oxfam. Prima tra tutte che la legislazione europea e le legislazioni nazionali rispettino le norme internazionali ed europee sui diritti umani, e che i Paesi Ue garantiscano che tutti i progetti adottati nell’ambito del Trust Fund per l’Africa (EUFT). Oxfam chiede inoltre che gli accordi stabiliti con i paesi partner non includano disposizioni che riducano la responsabilità dell'Ue e degli Stati membri in materia di accoglienza e protezione di richiedenti asilo e rifugiati. Valutando singole richieste di asilo su base individuale, garantendo processi rapidi ed efficaci.

“I leader europei continuano a dirci che l’Ue si fonda sul rispetto dei diritti umani, eppure hanno sostenuto politiche migratorie disumane, al solo scopo di conquistare consenso e qualche voto in più. Tradendo così i valori fondanti del progetto europeo. – conclude Bacciotti – Per riacquistare credibilità è quindi necessario un immediato cambio di approccio, che garantisca davvero il rispetto e la tutela dei diritti umani fondamentali di migranti e rifugiati, lavorando assieme ai paesi di origine per sradicare le cause della povertà. Senza una vera inversione di marcia, l’Europa continuerà semplicemente a negare a sempre più persone il loro diritto di richiedere asilo, senza affrontare le cause strutturali alla base del fenomeno migratorio”.


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