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Sostenibilità sociale e ambientale

1 gennaio 2018: gli insetti sono serviti

Con il nuovo anno entrerà in vigore il nuovo regolamento Ue sui “novel food” che consentirà di riconosce gli insetti interi come nuovi alimenti e come prodotti tradizionali di altri Paesi, aprendo alla produzione e vendita anche in Italia. Il 54% degli italiani è contrario all'idea, ma nel mondo 2 miliardi di persone si nutrono già di 2mila specie di insetti. Moncalvo (Coldiretti): «l’arrivo degli insetti da Paesi come Cina e Thailandia pone anche interrogativi di carattere sanitario»

di Redazione

Pasta all’uovo artigianale ai grilli, millepiedi cinesi arrostiti al forno per renderli croccanti e poi affumicati, tarantole arrostite senza conservanti né coloranti dal Laos, vermi giganti della farina dalla Tailandia che arrostiti hanno gusto simile alle patatine, con un leggero aroma di pollo. Ma anche il baco da seta all’americana, le farfalle delle palme dalla Guyana francese, fritte e condite, le cimici d’acqua dalla Thailandia, ricche di fibre, proteine e vitamine e gli “aperinsetti”, vermi della farina aromatizzati alla paprica, al curry e al sale marino “made in Belgio”, magari da mandare giù con un sorso di Vodka con bachi da seta. Per i palati più temerari? Sscorpioni dorati dalla Cina e neri dalla Thailandia e spiedini di scarabei, consigliati come aperitivo. Vastissima la scelta di grilli, da quelli al curry e cocco a quelli piccanti al gusto barbecue, fino a quelli al peperoncino dolce, tutti made in Thailandia. Tutti questi alimenti sono stati messi in tavola dalla Coldiretti a Cernobbio, al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, come anteprima di quello che accadrà dal 1° gennaio 2018.

Da quella data infatti gli insetti potranno essere messi in tavola, nei nostri piatti. Il 1° gennaio entrerà in vigore il nuovo regolamento Ue sui “novel food” che consentirà di riconosce gli insetti interi sia come nuovi alimenti che come prodotti tradizionali da paesi terzi, aprendo di fatto alla loro produzione e vendita anche in Italia. La Commissione Europea istituirà un elenco dei novel food autorizzati per la commercializzazione in Ue: nell’elenco saranno inizialmente inseriti gli alimenti a norma del vecchio regolamento, che poi verrà aggiornato con le nuove autorizzazioni.

Agli italiani però la novità non piace: l’idea che di nutrirsi di insetti vede contrari ben il 54% degli italiani, che li considerano estranei alla cultura alimentare nazionale mentre sono indifferenti il 24% e favorevoli il 16% (indagine Coldiretti/Ixe’). Pochissimi, in particolare, sono gli italiani favorevoli alla possibilità di mangiare insetti interi, secondo quanto emerso da una ricerca dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, legata a SlowFood, che ha effettuato dei test di degustazione con dei volontari. Maggiore disponibilità si è invece riscontrata per il consumo di prodotti che contengano insetti nel preparato (come ad esempio farina di grilli o pasta con farina di larve).

A spingere il consumo di insetti è da qualche anno la Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura), forte del fatto che nel mondo già quasi 2000 specie di insetti sono considerate commestibili e vengono consumate da almeno 2 miliardi di persone. Una corretta alimentazione non può però prescindere dalla realtà produttiva e culturale locale nei Paesi del terzo mondo come in quelli sviluppati – ricorda la Coldiretti – e a questo principio non possono sfuggire neanche bruchi, coleotteri, formiche o cavallette a scopo alimentare che, anche se iperproteici, sono molto lontani dalla realtà culinaria nazionale. «Al di là della normale contrarietà degli italiani verso prodotti lontanissimi dalla nostra cultura alimentare, l’arrivo sulle tavole degli insetti solleva dei precisi interrogativi di carattere sanitario e salutistico, ai quali è necessario dare risposte, facendo chiarezza sui metodi di produzione e sulla stessa provenienza e tracciabilità degli insetti», ha dichiarato il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, ricordando che «la maggior parte dei nuovi prodotti proviene da Paesi extra Ue, come la Cina o la Thailandia, da anni ai vertici delle classifiche per numero di allarmi alimentari».

Photo by Gouthaman Raveendran on Unsplash


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