A Torino nel 2018 apre un Centro NeMO

Grazie a un finanziamento dedicato di Regione Piemonte, aprirà all’interno dell’Ospedale “Città della Salute e della Scienza”, fornirà servizi ambulatoriali ad alta specializzazione, di Day Hospital e Day Services per persone con malattie neuromuscolari, in sinergia con il Centro Regionale Esperto per la Sclerosi Laterale Amiotrofica e il Centro Malattie Neuromuscolari, che operano nella stessa azienda sanitaria

di Redazione

Nascerà a Torino un nuovo Centro Clinico NeMO, un centro di eccellenza ad alta specializzazione per le malattie neuromuscolari, come la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), le Distrofie Muscolari e l’Atrofia Muscolare Spinale (SMA): malattie che solo in Piemonte colpiscono oltre 2.300 persone. Il nuovo Centro NeMO (ne esistono già quattro, a Milano, Roma, Messina e Arenzano) aprirà nel 2018 all’interno dell’Ospedale “Città della Salute e della Scienza”, al termine dei lavori di ristrutturazione di 1000 mq. NeMO fornirà servizi ambulatoriali ad alta specializzazione e di Day Hospital e Day Services, che s’integreranno con l’esperienza specifica maturata dal Centro Regionale Esperto per la Sclerosi Laterale Amiotrofica e dal Centro Malattie Neuromuscolari, che operano da anni presso la stessa azienda sanitaria.

La novità è resa possibile da una convenzione sottoscritta fra Regione Piemonte, l’Ospedale “Città della Salute e della Scienza” e il Centro Clinico NeMO, in collaborazione con il Centro Regionale Esperto per la Sclerosi Laterale Amiotrofica e il Centro Malattie Neuromuscolari e ad un finanziamento dedicato della Regione Piemonte, che ha visto nel modello clinico-assistenziale dei Centri NeMO un riferimento a livello nazionale per la presa in carico delle persone con malattia neuromuscolare. Il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino e l’assessore alla sanità della Regione Piemonte Antonio Saitta ricordano come il professor Adriano Chiò dell’Università di Torino, responsabile del Centro regionale esperto per la Sla della Città della Salute, «ha ottenuto negli ultimi anni importanti riconoscimenti a livello internazionale dalla comunità scientifica, come la pubblicazione del suo profilo sulla prestigiosa rivista Lancet Neurology, e lo Sheila Essey Award massimo riconoscimento mondiale nel campo degli studi alla Sla. Anche il Centro di Malattie Neuromuscolari diretto dalla professoressa Mongini è all’avanguardia per la sua attività. Questi risultati sono il frutto del lavoro svolto nella nostra regione e di questo siamo orgogliosi. Riteniamo che la collaborazione con il Centro Clinico NeMO sia un ulteriore tassello di un percorso che da tempo vede le nostre strutture lavorare con ricercatori e medici di tutto il mondo. In Piemonte abbiamo anche il centro Sla dell’ospedale di Novara che, con la Città della Salute di Torino, è capofila della sperimentazione, cui aderisce negli Stati Uniti il Massachusetts General Hospital dell'Università di Harvard, di una nuova biomolecola, la RNS60, ed è punto di riferimento internazionale per la ricerca sulla malattia».

Il direttore generale della “Città della Salute e della Scienza”, Gian Paolo Zanetta si è detto «felice, come Città della Salute di Torino, per la nascita del ‘Progetto NeMO Torino’. Questo Progetto sarà svolto con il Centro Clinico NeMO in collaborazione con due eccellenze della nostra Azienda, il ‘Centro Regionale Esperto per SLA di Torino (CRESLA)’ e ‘Centro Malattie Neuromuscolari (CNM)’, la cui attività è riconosciuta a livello nazionale ed internazionale. Questa sinergia permetterà di migliorare ulteriormente la qualità dell'assistenza dei pazienti affetti da SLA e malattie neuromuscolari, portando anche l'esperienza acquisita da analoghi Centri in Italia».

Alberto Fontana, presidente del Centro Clinico NeMO, ha ringraziato il presidente Chiamparino, l’assessore Saitta e il direttore Zanetta «che hanno creduto in questa progettualità. L’approccio multidisciplinare, che passa attraverso un confronto e un dialogo continuo tra gli specialisti e le persone affette da malattie neuromuscolari, sarà in grado di garantire loro la migliore qualità di vita possibile. Al centro di questo progetto è l’alleanza tra la comunità dei pazienti, le istituzioni e la ricerca scientifica d’eccellenza del territorio piemontese».


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