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Al Mercato Sonato si fa la spesa a passo di musica

L’Orchestra Senzaspine è un’associazione nata nel 2013 che “abita” all’ex mercato rionale di San Donato, nella periferia della città emiliana, dopo aver vinto un bando comunale e aver cominciato la riqualificazione delle strutture

di Sara De Carli

A novembre, al Teatro Duse di Bologna e al Teatro Nuovo di Ferrara, andrà in scena l’Elisir d’Amore, la prima produzione Senzaspine nata all’interno del Mercato Sonato. Sarà un’opera in crowdsourcing: scenografie, costumi e oggetti di scena stanno nascendo in queste settimane dalle mani della gente del quartiere San Donato di Bologna.

L’Orchestra Senzaspine è un’associazione nata nel 2013, che conta già 400 musicisti under 35. La casa di Senzaspine è l’ex mercato rionale di San Donato, nella periferia di Bologna: gli esercizi commerciali hanno progressivamente chiuso (oggi è rimasto solo un salumiere) e il Mercato era diventato un contenitore vuoto. Il Comune di Bologna lo ha assegnato all’Associazione Senzaspine tramite il bando Incredibol! 2014 e ora lo riqualificherà con tre milioni di euro del Pon Metro 2014/2020. È un progetto coraggioso e unico nel suo genere: Mercato Sonato è il primo spazio pubblico in Italia interamente autogestito da un’orchestra giovanile.

«La nostra idea è quella di creare una forma di nuovo teatro urbano, con una zona attrezzata per performance di varia natura, dall’orchestra sinfonica al circo-teatro e un palco adatto anche a concerti live di grande interesse…», racconta Tommaso Ussardi, classe 1984, presidente dell’associazione e direttore dell’orchestra insieme a Matteo Parmeggiani, classe 1988.

Ussardi ha chiara in testa un’idea: Mercato Sonato non è un’associazione che trova sede, né il semplice luogo delle prove di un’orchestra, pur aperte che siano. È molto di più: «Questo è uno spazio che deve parlare, come tutti gli spazi rigenerati, acquisire una funzione, non limitarsi a raccontare la nostra storia ma essere il racconto collettivo del quartiere e della città. Io sono un direttore e ci ho portato un’orchestra, ma voglio che l’orchestra dialoghi con la città». Non è scontato, in una parte di residenti potrebbe generare malcontento: togli dal quartiere una funzione, il mercato, per sostituirla con qualcosa che… “boh”. È un punto su cui Ussardi ha molta consapevolezza: «Noi dobbiamo diventare utili per il quartiere, essere significativi con la nostra presenza che è incentrata sulla musica. È una sfida incredibile, la stiamo vivendo come una startup culturale: costruire una utilità sociale in un quartiere popolare, con molte etnie, con alcune problematicità sociali… nel primo anno è accaduto in modo naturale e il quartiere, ai tavoli di progettazione legati al Pon, ci ha indicato come suo rappresentante».

Ma che cosa si trova, entrando al Mercato Sonato, al posto di fruttivendoli e macellai? La grande piazza centrale da 750mq è rimasta, i box dei negozianti hanno ora la serranda sempre aperta: uno è diventato un bar, uno il ristorante, uno un coworking, alcuni sono stati trasformati in aule. C’è un laboratorio di falegnameria, una sartoria, un internet café e un’emeroteca, entri a Mercato Sonato e puoi passarci dieci minuti o dieci ore, dalle 8 alle 24, da martedì a domenica. Di giorno ci sono i laboratori, le lezioni-concerto, le prove aperte, la sera le performance, con musica di ogni genere, dalla classica al jazz, dalle bande al manouche.

La stagione del debutto (2016/2017) ha contato 132 eventi, 10mila spettatori, mille bambini coinvolti, una quarantina di collaborazioni con altre associazioni e 330 giornate di apertura su 365 giorni dell’anno: la nuova stagione, lanciata lo scorso weekend, prevede come novità il “Mercato di tutti” — ogni due domeniche il Mercato ospiterà attività per bambini e famiglie, performance e piccoli concerti — e i mercoledì di “Classica da Mercato” con concerti, aperitivi sinfonici, lezioni-concerto, che mostrino come la mu- sica classica sia viva e possa divertire.

Il direttore sorride: «Invitiamo il pubblico a dirigere l’orchestra, prendono la bacchetta, la sventolano, l’orchestra reagisce, succedono cose carine perché ogni musicista interpreta in maniera diversa un segnale non chiaro». Un’altra novità è l’avvio della scuola di musica classica Senzaspine, «la prima in città con la retta in base all’Isee», spiega Ussardi, perché «ci interessa dare a tutti i bambini la possibilità di imparare. Do- mani vorremmo far nascere un’orchestra di bambini del quartiere».



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