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Sanità & Ricerca

Onco-ematologi a confronto sui linfomi

L'attenzione alla persona al centro della tre giorni che si terrà a Brescia - dal 2 al 4 novembre - in occasione della riunione plenaria annuale della Fondazione italiana linfomi onlus. Si parlerà di terapie alternative, farmaci biologici e test molecolari per i diversi tipi di linfoma. Per la prima volta anche una giornata aperta a tutti

di Redazione

Tra gli obiettivi si pone la ricerca della Fondazione italiana linfomi onlus (Fil) è vi è il «permettere ai pazienti di avere terapie di eccellenza sotto casa». La Fil, del resto è presente in tutta Italia con una rete di centri dislocati in ospedali, aziende sanitarie e poli universitari. Oltre 150 quelli che si contano in totale, presenti in ogni regione italiana «perché stare vicini alla propria famiglia, mantenere le proprie abitudini, passare dal proprio giornalaio di fiducia a scambiare due chiacchiere aiuta a vincere la malattia», spiega il presidente della Fil, Maurizio Martelli.

E sarà proprio “l’attenzione verso la persona” il filo conduttore della riunione plenaria annuale della Fondazione, in programma a Brescia nei giorni 2, 3 e 4 novembre all’Auditorium Capretti (Sala Piamarta) alla presenza degli esperti che costituiscono le Commissioni scientifiche attraverso le quali opera la Fil e che si confronteranno sugli studi clinici portati avanti in materia di terapie e tecniche diagnostiche per i diversi tipi di linfoma. Per la prima volta l’evento dedicherà un momento aperto (il 3 novembre alle ore 11.30) oltre che ai giornalisti, anche a tutti gli interessati, in modo speciale ai destinatari finali delle terapie, che in tutto il percorso della Fil, sono sempre i protagonisti delle attenzioni degli specialisti.

«Non dobbiamo curare solo la patologia, ma soprattutto la persona individuando in “persona” non solo il paziente ma anche e soprattutto tutti coloro che girano intono a lui e quindi prendendoci cura anche delle loro famiglie», ha spiegato infatti il professor Michele Spina, vice presidente della Fil (di cui assumerà la carica di presidente dal 1 gennaio 2018).
I pazienti e i familiari rappresentano per la fondazione gli interlocutori fondamentali della ricerca anche in relazione all’utilizzo dei farmaci biologici o biosimilari. La Fil nasce infatti negli anni caldi dello sviluppo delle terapie complementari alla chemioterapia e per questo ha dato un validissimo contributo all’introduzione di nuovi approcci terapeutici dei quali si discuterà ampiamente durante la conferenza stampa del 3 novembre, grazie all’alternanza di onco-ematologi e professionisti nel campo dei linfomi, che forniranno chiavi interpretative su casi specifici, terapie con farmaci bio e biosimilari, test molecolari e quanto altro di interesse nel sistema di ricerca Fil.

Dati importanti incoraggiano la ricerca: l’80% dei linfomi di Hodgkin e il 60% dei Non- Hodgkin guarisce, ma trovare nuove soluzioni per la cura del restante 20-40% e dedicare l’attenzione alla qualità della vita dopo le cure, sono gli obiettivi ambiziosi che FIL vuole raggiungere. Tutto questo, anche grazie all’aiuto di quanti contribuiscono alla ricerca attraverso le donazioni per progetti come “Destinazione giusta cura”, che mira ad aiutare i medici a prendere la giusta direzione attraverso strumenti e tecniche diagnostiche sempre più precise e al sostegno dei giovani ricercatori grazie anche alla promozione di eventi come il Premio “Ercole Brusamolino”, che sarà consegnato ai due vincitori nel corso della tre giorni bresciana.

In apertura foto di Drew Hays/Unsplash


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