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Famiglia & Minori

Daniele Novara: «ma i ragazzi dalle medie devono tornare da soli»

Parla il pedagogista: «Se a un minore non viene lasciato fare ciò che è nelle condizioni di fare secondo la sua autonomia, scatta la Convenzione Onu, che ne tutela la dignità. Andare a prendere un preadolescente alle medie significa mortificazione della sua dignità. Il 20 novembre, per la Giornata dei diritti dell'infanzia, invito tutte le famiglie a un flash mob: nessuno vada a prendere i figli alle medie, perché non sono bambini e non vanno trattati come tali»

di Sara De Carli

Ci sarà quindi una nuova legge, per evitare l’assurdità di dover accompagnare e ritirare i figli adolescenti fin sulla porta della scuola media. L’ha annunciata ieri sera sul proprio profilo facebook Simona Malpezzi, deputata e responsabile scuola del Partito Democratica: «Comprendiamo le preoccupazioni della Ministra Fedeli: la sentenza della Corte di Cassazione ha aperto una questione delicata rispetto al tema dell’uscita da scuola dei ragazzi delle medie. Tuttavia, crediamo sia necessario trovare una soluzione che consenta ai genitori di scegliere se far tornare o meno i figli da soli a casa e che liberi i dirigenti scolastici da ogni responsabilità. Per questo, insieme ai colleghi del Pd della commissione istruzione, sto preparando una proposta di legge che intervenga per risolvere una situazione che sta creando comprensibili disagi tra i genitori e il personale della scuola». La ministra Valeria Fedeli nella giornata di ieri, aveva preso posizione sulla questione, dicendo – in sostanza – che le leggi queste sono e che se si vuole cambiare le cose, bisogna cambiare la legge, dando la possibilità alle famiglie «di firmare liberatorie che sollevino da ogni responsabilità giuridica, anche penale, dirigenti e personale scolastico al termine dell’orario di lezione». Un tema, quello dell’accompagnamento dei minori di 14 anni a scuola, che la ministra ha posto anche durante il Consiglio dei Ministri di oggi: «Saluto con favore quanto dichiarato dalla deputata del Pd Simona Malpezzi che presenterà già la prossima settimana in Parlamento una proposta di legge. Occorre venire incontro alle esigenze delle famiglie, chiarendo anche il quadro delle responsabilitàgiuridiche e penali rispetto alla tutela dei minori dopo la fine delle lezioni. Il Pd si farà carico di trovare il giusto equilibrio con una proposta». Per il pedagogista Daniele Novara, però, l’intera questione è «surreale».

Perché?
Questo non è un discorso serio, è un insulto al buon senso. Stiamo discutendo da giorni di una cosa che è un argomento di chiacchiere dalla parrucchiera, ma livello tecnico, dal punto di vista pedagogico e di psicologia evolutiva, dire che un preadolescente non può andare a scuola da solo è una scempiaggine.

Perché da un punto di vista pedagogico un preadolescente può tornare a casa da solo?
Io devo essere sincero, quando mi fate questa domanda mi viene da ridere. La domanda da fare è quella contraria: perché non dovrebbero farlo? Ha presente un ragazzino di terza media? A 13 anni e 10 mesi sono alti 1 metro e 80, sono più alti delle loro mamme, anche le ragazzine: questi soggetti dovrebbero essere recuperati dalla mamma ed essere scortati fino a casa perché altrimenti sono in percolo? Siamo al grottesco. È una forma di vessazione e di mortificazione nei confronti dei ragazzi. La cosa logica è che vadano e tornino da soli, non il contrario.

Quindi il problema vero, sempre da un punto di vista pedagogico, è che i nostri ragazzini non vanno abbastanza a casa da soli?
Certo! Gli fa bene, sviluppa l’autonomia, il senso di sicurezza, l’autostima, il senso di identità… È di questo che la Ministra dovrebbe preoccuparsi. Fra l’altro è quel che accade in tutto il mondo, tranne che in Italia. In Italia solo il 30% dei ragazzi alle medie va a scuola da solo: non lo dico io, l’ha detto il CNR qualche anno fa. In Inghilterra e Germania quelli che vanno e tornano da scuola da soli arrivano all’80-85%, in Francia al 60%, ma in tutti i Paesi le percentuali sono più alte, siamo noi il paese più protettivo d’Europa. È una tradizione italiana? Sì, ma che lede la dignità dei bambini e degli adolescenti, quindi va eliminata, al pari di chi per tradizione volesse praticare la fasciatura stretta per i neonati. Per questo mi stupisce la posizione della ministra, non sta difendendo i ragazzi, non sta difendendo la scuola, è surreale… per tutelare i dirigenti? Ma cosa? Sono comunque coperti dall’assicurazione.

La ministra però dice che la legge è questa e la sentenza della Cassazione sembra darle ragione…
Niente affatto, se la mettiamo su questo piano, la legge è appellabile perché contro la Convenzione dei Diritti dei Bambini e degli Adolescenti che l’Italia ha ratificato. Lì si parla di diritto alla mobilità, all’autonomia e alla libertà dei bambini in relazione all’età. Se c’è mortificazione – e in questo caso c’è – la normativa è impugnabile. Se a un minore non viene lasciato fare ciò che è nelle condizioni di fare secondo la sua autonomia, scatta la Convenzione Onu, che tutela la dignità del minore. Se lei vede due genitori che portano nel passeggino un bambino sano, di 9 anni, li può denunciare perché violano la dignità di quel bambino, in base alla Convenzione Onu. Qui è la stessa cosa. C’è mortificazione, c’è appellabilità. Se io fossi nelle famiglie chiederei i danni al ministero. Anzi, sa cosa mi viene in mente? Il 20 novembre si celebra in tutto il mondo laGiornata internazionale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, ricordando proprio la data in cui, il 20 novembre 1989, la Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia venne approvata dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Io invito tutte le famiglie quel giorno a fare un flash mob in favore della dignità dei nostri ragazzi: nessuno vada a prendere i figli alle medie quel giorno, perché non sono bambini e non vanno trattati come tali.

Foto di copertina di Remo Casilli / Agenzia Sintesi


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