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Economia & Impresa sociale 

L’invito rivoluzionario di Francesco a disegnare un diverso “ordine sociale”

Il commento di Franco Monaco, deputato del Pd e membro della Commissione esteri della Camera e della delegazione parlamentare Osce, al discorso del Papa ai membri dell’Accademia delle scienze sociali. «Mi ha colpito. vi si rinvengono tesi già contenute e sviluppate in forma organica nella “Laudato si’”. Ma qui la concisione, anziché limitarne la portata, conferisce loro una particolare efficacia»

di Franco Monaco

Mi ha colpito il discorso di Papa Francesco ai membri dell’Accademia delle scienze sociali. Intendiamoci: vi si rinvengono tesi già contenute e sviluppate in forma organica nella “Laudato si’”.

Ma qui la concisione, anziché limitarne la portata, conferisce loro una particolare efficacia. Si fa riferimento alla dilatazione delle disuguaglianze, alla disoccupazione, allo sfruttamento del pianeta, alle distorsioni nel rapporto tra Stato, mercato (“da civilizzare”), società. Ma forse la frase chiave di un testo breve eppure densissimo è la seguente: «La sfida da raccogliere è quella di adoperarsi con coraggio per andare oltre il modello di ordine sociale prevalente».

Merita sostare sul peso di queste parole. Ai cristiani e agli uomini di buona volontà si chiede un impegno ideale e pratico di prima grandezza. Esemplifico: non la sollecitudine settoriale su questa o quella questione (magari meritoriamente mirata lenire le sofferenze dei soggetti più vulnerabili, con una politica “compassionevole”), ma più ambiziosamente tesa a disegnare un diverso “ordine sociale”; non una correzione ai margini (“riformista”?) di tale ordine, ma un “ordine altro” che porti il segno dell’alternativìtà al vigente assetto dei rapporti sociali. Che è il compito precipuo della politica. Attività architettonica per eccellenza. Di ideazione e realizzazione delle strutture portanti della città dell’uomo (espressione cara a Giuseppe Lazzati) a tutti i livelli: locale, nazionale, europea, della intera famiglia umana. Cominciando con il rimuovere le cause strutturali (le “strutture di peccato”) delle ingiustizie interne, internazionali, intergenerazionali.

Ne ricavo due osservazioni. La prima: riesce più chiaro il senso di una apparente (sottolineo: solo apparente) contraddizione. Quella di un magistero pontificio tanto accorto nel marcare la universalità del suo messaggio e dunque al riparo da ogni sua riduzione o appropriazione da parte della politica, ma per converso così incalzante e sfidante tutti gli attori politici affinché il loro pensiero (?) e la loro azione assurga alla misura più alta. Quella appunto di un ordine sociale alternativo. Si spiega così la provocazione di Francesco: la Chiesa, osservò tempo fa, non fa politica (di parte), ma si occupa eccome della Politica con la maiuscola. Egli, potremmo riassumere così, dispone inequivocabilmente la Chiesa sul versante della profezia (non dell’ingerenza nella sfera d’azione degli attori politici), ma di una profezia che interroga come non mai la politica, la mette in discussione con la radicalità che si conviene al Vangelo.

Seconda osservazione critica e autocritica: Francesco si mostra rispettosissimo dell’autonomia responsabile dei laici politicamente impegnati. Ma quanto noi tutti siamo lontani da quella tensione e da quell’orizzonte… Spesso ci contentiamo di correzioni e aggiustamenti dell’ordine sociale, a destra e a sinistra ci contendiamo la qualifica (abusata e ambigua) di “riformisti”, da intendersi come moderati. Gli stessi eredi (veri o presunti) del cattolicesimo sociale scontano una certa sterilità. È ingeneroso notare che da quelle parti (le nostre parti!) non si scorge traccia adeguata di un protagonismo ispirato alla ben intesa “alternatività” dell’ordine sociale cui il Papa ci richiama? Meriterebbe discuterne.


*Franco Monaco
Laureato in Scienze politiche all'Università cattolica. Ha diretto il dipartimento stampa e comunicazione del medesimo ateneo. Nominato dal cardinale Martini presidente dell'Azione cattolica ambrosiana dal 1986 al 1992. Presidente, dal 1993 al 1996, dell'associazione politico-culturale “Città dell'uomo”, fondata da Giuseppe Lazzati, ha collaborato con Romano Prodi alla nascita dell'Ulivo, nelle cui liste è stato eletto alla Camera dei deputati nel 1996. È stato presidente del gruppo parlamentare dei Democratici dell'Asinello nel 1999 e, dal 2001 al 2006, vicepresidente del gruppo della Margherita. Dal 2010 al 2013 ha diretto “Tam Tam”, mensile culturale online del Partito Democratico. Attualmente deputato del PD, membro della Commissione esteri della Camera e della delegazione parlamentare Osce.


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