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Politica & Istituzioni

Povertà e disabilità, queste le priorità del nuovo presidente della Regione Sicilia

Dino Barbarossa, presidente Fondazione Ebbene e direttore del Consorzio Solco di Catania, fa il punto sulla situazione delle politiche sociali sull’isola: «siamo una Regione al palo. Ciò che sarebbe un diritto va pietito e le risorse sono bloccate a causa della burocrazia»

di Lorenzo Maria Alvaro

Ieri si sono tenute le elezioni regionali in Sicilia. Ancora non si sa chi ha vinto (lo spoglio dele schede procede con una lentezza incredibile) ma il quadro è che sia un testa a testa tra Musumeci, candidato del centrodestra unito, e Cancelleri, candidato dei M5S con il primo dato come vincente. Chiunque vinca però dovrà avere a che fare con un sistema che ha tra i suoi tanti problemi una situazione molto complicata per quello che riguarda le politiche sociali. «In Sicilia i diritti dei cittadini più fragili sono completamente disattesi», sottolinea Dino Barbarossa, presidente della Fondazione Ebbene e direttore del Consorzio Solco di Catania.


Guardando ai pochi dati ufficiali a disposizione per governare la Regione è una gara a due tra Musumeci e Cancelleri con il primo in lieve vantaggio. Come giudica questa tornata elettorale?
Le cose sono andate come ci si aspettava. Il dato più importante però è l’astensionismo. Vanno al voto molto meno del 50% degli elettori. Una quota di votanti bassissima che esprime una disaffezione enorme alla politica dell’elettore di opinione, cioè non legato ad un partito preciso. Il dato più sconfortante è che ci sono tra gli 800mila e il milione di siciliani in giro per il mondo. Sono studenti e lavoratori che non vivono in Sicilia. È il principale risultato della politica che si espressa fin qui su questo territorio. Un capitale umano disperso fatto per lo più da giovani che preferiscono andare via. Infine direi che probabilmente vincerà Musumeci perché si compatta il centrodestra in una Regione che è sempre stata di centrodestra. Per questo non si può non sottolineare il risultato straordinario del M5S.

In Sicilia la situaizone delle politiche sociali è disastrosa. I diritti dei cittadini più fragili sono completamente disattesi

Qual è la situazione delle politiche sociali in Sicilia?
Partiamo da una condizione assolutamente disastrosa nella quale i diritti dei cittadini più fragili sono completamente disattesi. Ci sono state diverse vicende di cronaca, che Vita ha più volte sottolineato, che dimostrano la difficoltà che viviamo. Penso ad esempio alla situazione delle persone con disabilità che qui pietiscono quelli che invece sarebbero loro diritti. Non riescono a ottenere servizi adeguati alla loro situazione. Le famiglie sono lasciate sole nella gestione delle emergenze quotidiane.

Ricordo però che grazie anche all’interessamento di Pif quella vicenda sembrava risolta?
C’è stato, è vero, grazie alle iniziative di alcuni, un’accelerazione rispetto ad esempio al contributo mensile. Ma si tratta di aver risolto il problema di una fascia di disabili risibile rispetto al paniere di tutti quelli che hanno bisogno. E poi non c’è solo la disabilità.

Che altro?
Il dato occupazionale è un problema enorme. La disoccupazione che genera povertà, principalmente famigliare, su cui in Sicilia non esistono interventi strutturali. Il Reis ad esempio, che è lo strumento più recente, non è mai partito. Tutti i distretti sociosanitari hanno ricevuto i fondi ma ancora non è stato utilizzato neanche un euro per redigere i piani di accompagnamento per aiutare le persone ad uscire dalla povertà. Recentemente abbiamo approfondito anche l’utilizzo delle risorse comunitarie. Ma il piano 14/20 ancora non è partito. Quindi tutte le misure di inclusione sociale, anche in ambito abitativo, sono ferme. La Regione è al palo e i comuni di fatto non hanno le risorse per fronteggiare i problemi.

La Regione è al palo su tutti i temi importanti e i comuni di fatto non hanno le risorse per fronteggiare i problemi

Cosa avete fatto al riguardo e cosa può fare la politica regionale?

Sono cose che abbiamo segnalato a tutti i candidati e a tutte le forze politiche. Ma non siamo ottimisti che ci sarà attenzione da parte di chi vincerà. Nel caso in cui vinca Musumeci ci sarà una linea di continuità con chi l’ha preceduto che non consentirà la sburocratizzazione che è il vero problema.

Quindi lei non fa il tifo per il centrodestra?
Non sono un tifoso, ma uno dei motivi per cui avrei preferito una vittoria dei 5S è perché avrebbe garantito una discontinuità dal punto di vista degli uffici amministrativi. Che poi sono quelli che permettono o meno che le cose si concretizzino. È un auspicio che probabilmente non avrà mai conferme, stando ai numeri che arrivano dalle urne.

E con Musumeci non avete avuto confronti?
Abbiamo già espresso le nostre istanze, che partono dal basso, dalle esigenze delle persone. Ma Musumeci si è sottratto a quasi tutti i confronti. Si tratta di capire che cosa vorrà fare. Come persona è molto sensibile. Ma è dentro una coalizione che non sembra molto interessata a queste politiche. Continueremo a insistere anche in maniera chiassosa. Ma questo è tutto quello che possiamo fare.



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