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Alberto Sinigallia di Progetto Arca a “21 Minuti Avant-garde”

Il presidente della Fondazione parteciperà al format organizzato dalla Fondazione Paoletti al Teatro delle Muse di Ancona del prossimo 18 novembre. Sul palco otto protagonisti di altrettante storie di successo italiane che in 21 minuti - tempo medio della massima attenzione - racconteranno il loro cammino nell'imprenditoria, nell'economia, nell'ambiente e nel Terzo settore

di Antonietta Nembri

«Ventuno minuti sono tanti e allo stesso tempo pochi» a dirlo è Alberto Sinigallia, presidente di Fondazione Progetto Arca che è uno degli otto speakers del format che si intitola proprio “21 Minuti Avant-garde. Un’economia sostenibile” evento organizzato da fondazione Paoletti in collaborazione con Ucid (Unione cristiana imprenditori dirigenti) e che fa riferimento al tempo medio di massima concentrazione di una persona.
Sabato 18 novembre al Teatro delle Muse di Ancona a cimentarsi con questi 21 minuti saranno otto persone: protagonisti di altrettante storie italiane di successo nel campo dell’imprenditoria, della scienza, dell’economia, dell’ambiente e del Terzo settore. Ciascuno di loro è stato chiamato a raccontarsi e a raccontare i valori che hanno guidato la realizzazione della propria “impresa”.

«Denominatore comune delle testimonianze è la promozione dell’economia sostenibile, intesa come modo di agire a salvaguardia della società», spiega Patrizio Paoletti (nella foto) ideatore e chairman del format. «A 21 Minuti, la narrazione dei percorsi professionali, personali, ideativi diventano suggerimento, ispirazione, strumento per imparare a utilizzare al meglio la nostra mente, per migliorarci e migliorare il mondo in cui viviamo. Per capire che esiste un mondo dove la tua vita è la mia vita».

«È un format nato per parlare di sé e dei propri valori, di che cosa ha mosso la propria vita. Avevo sentito alcuni speech e ascoltando persone che hanno realizzato qualcosa ti si aprono delle strade», osserva Alberto Sinigallia. Con lui saliranno sul palco Valentino Magliaro, giovanissimo imprenditore e politico, scelto a soli 25 anni dalla Obama Foundation per rappresentare l’Italia nel primo Summit dei Civic Leaders del 31 ottobre a Chicago; Marco Astorri, padre di Minerv, la plastica creata con gli scarti degli zuccherifici in grado di biodegradarsi in quaranta giorni; Pina Mengano Amarelli, pluripremiata imprenditrice nota anche come “Lady Liquirizia”, che ha trasformato l’antica e rinomata azienda di famiglia Amarelli Sas in un’eccellenza del food made in Italy; Stelvio Lorenzetti, Ad di Eko Spa, coraggioso nell’intuire la necessità di riportare la produzione in Italia per investire nella qualità e rilanciare lo storico brand di strumenti musicali e Giovanni Clementoni, Ad della nota azienda di giocattoli Clementoni SpA, tra le prime nel mondo a fondere gioco e didattica. E ancora, Laura Gabrielli, vice-presidente del Gruppo Gabrielli di Ascoli Piceno, una delle aziende leader della grande distribuzione e infine Franco De Felice, docente di Psicologia del Lavoro nei Servizi Socio Sanitari e Gestione dei Servizi Sociali all'Università di Urbino e presidente di AssCoop, tra le prime cooperative sociali italiane.

Ma di cosa parlerà Alberto Sinigallia (nella foto), presidente di una onlus che da 23 anni cerca di offrire una risposta concreta ai bisogni sociali delle persone senza dimora, emarginate e in grave indigenza? «Racconterò dei miei maestri, in primis Fratel Ettore che mi ha fatto innamorare del sociale e parlerò della resilienza che utilizziamo con i nostri utenti e che funziona sulla vita di tutti, che aiuta a tornare indietro al bivio che ci permette di cambiare lo stato attuale della propria vita e ce di aiuta a sviluppare un cambiamento. E questo è il contrario dell’assistenzialismo. Perché indicando la strada noi diventiamo compagni del cammino» anticipa Sinigallia.

Per il presidente di Progetto Arca l’incontro con il religioso camilliano (di recente è stato anche aperto il processo di beatificazione) è stato fondamentale: «Sono nato lì come volontario, in via Sammartini, lì ho incontrato mia moglie che era anche lei una volontaria. Mi ricordo quando è andato a Roma per ottenere da Grandi Stazioni gli spazi del tunnel: è rimasto in sala d’attesa per tre giorni e non si sarebbe mosso finché non avesse ottenuto un rifugio per i suoi poveri» racconta Sinigallia che osserva «in lui c’era determinazione ma anche fede. Un’altra volta avevamo 300 persone, ma non c’era niente da dar loro da mangiare. Io gli dissi questi qui ci ammazzano, ma Fratel Ettore confidava davvero nella Provvidenza e infatti si è presentato un catering a cui avevano dato buca a un evento così quella sera si è mangiato a 5 stelle».

Nei 21 minuti a sua disposizione racconterà anche tante altre cose «è un format molto semplice e allo stesso tempo utile perché nell'ascolto di chi parlerà si aprono delle visioni del mondo, si troveranno dei punti dai quali ripartire. Il contatto con gli altri per fortuna ancora oggi è qualcosa di utile e valido».

La partecipazione al format è gratuita con donazione libera a favore dei progetti di utilità sociale realizzati da Fondazione Paoletti, in particolare quelli in Centro Italia per supportare le comunità colpite dal sisma. «21 Minuti quest’anno offrirà a tutti una doppia opportunità: acquisire strumenti concreti per la propria formazione personale ispirandosi a modelli di successo sostenibili e prendere parte a una rete virtuosa di sostegno per dare continuità ai progetti della Fondazione Paoletti nelle zone colpite dal sisma», dice Patrizio Paoletti.
Tra i più recenti impegni della Fondazione nelle Marche, c’è “Prefigurare il futuro: strumenti e tecniche per potenziare Speranza e Progettualità”, ciclo di incontri itineranti curati da un’équipe di psicologi e pedagogisti che la scorsa estate ha coinvolto oltre 400 cittadini tra Arquata del Tronto, Acquasanta Terme, Ascoli Piceno e Camerino. «Un progetto, unico nel suo genere in Italia che offre strumenti concreti per riaccendere nelle persone la speranza, la fiducia, la fede, potenziando la capacità delle comunità di riprogettare il futuro», sottolinea Paoletti. «Il suo straordinario successo ci spinge a riproporlo anche la prossima primavera, accogliendo il desiderio espresso dalle stesse comunità e istituzioni del territorio».


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