Media, Arte, Cultura

La favola del bambino invisibile

In occasione della prima Giornata mondiale dei Poveri è in programma l'anteprima del film "Pane dal cielo - La favola del bambino invisibile", opera di Giovanni Bedeschi che mostra la realtà vista con gli occhi degli homeless. Quasi una fiaba - ambientata a Milano - per entrare nel mondo di chi non ha casa

di Antonietta Nembri

Una parabola sulla Milano del dopo Expo, tra skyline futuristiche e poveri cristi che dormono ai piedi dei grattacieli. Così Giovanni Bedeschi autore e produttore descrive il film “Pane dal cielo” in uscita a novembre. «Il nostro obiettivo è di presentarlo in anteprima in occasione della prima Giornata mondiale dei poveri, voluta da papa Francesco: domenica 19 novembre» confida Bedeschi.
Una data non casuale visto che i protagonisti indiscussi della pellicola sono i senza dimora. Il film – autoprodotto dalla Bedeschifilm (casa di produzione specializzata in spot pubblicitari) – un paio di anni fa è stato al centro di una campagna di crowdfunding «in molti hanno creduto al progetto, ma non sono bastati, alla fine ci tenevamo così tanto che ce lo siamo autoprodotto» spiega il regista e produttore. Il plurale non è un vezzo perché quella che è stata realizzata è un’opera corale dove accanto agli attori protagonisti ci sono dei veri homeless come comparse. «Al casting hanno collaborato Opera San Francesco e Fondazione Progetto Arca, alla mensa di Osf e al dormitorio di via Mambretti di Arca abbiamo girato delle scene, ma sono stati in tanti ad aiutarci: grazie al patrocinio del Comune abbiamo potuto girare in bellissime location senza svenarci; Trenord ci ha messo a disposizione un vagone e poi i tanti episodi che si sono susseguiti nei mesi di lavorazione, grazie all’inserimento dei senza dimora» spiega.

La genesi del film è la voglia di raccontare il mondo degli homeless «persone che ho conosciuto in oltre dieci anni come volontario alla mensa di Osf. Ho raccontato le mie emozioni e le storie di alcuni di questi uomini a Sergio Rodriguez, un mio amico autore e da questi colloqui è nata la trama di “Pane dal cielo”» rivela Bedeschi. Due senza dimora, Lilli (Donatella Bartoli) e Annibale (Sergio Leone) vivono in zona Bicocca e nella notte di Natale trovano un bambino in un cassonetto, sano e vivace. I due cercano di portarlo all’ospedale pediatrico più vicino… ma nella coperta gli infermieri non vedono nulla, solo aria. Un bambino invisibile a tanti, ma non a tutti… sembrerebbe che a fare la differenza sia l’essere un homeless o “uno delle case”… ma questa rischia di essere un’interpretazione riduttiva. Cosa crea questa differenza tra le persone? Perché solo alcuni possono vedere il bambino? Va rimesso insieme un complesso puzzle, prima di capire cosa distingue gli uni dagli altri. Diventa però chiaro che il bambino è portatore di un messaggio che deve essere diffuso. «Aspettatevi un finale… inaspettato» avvisa Bedeschi.


Il bambino "invisibile", in apertura il cast del film

“Pane dal cielo” non è un film – denuncia, contiene molta poesia che a tratti sembra rifarsi a “Miracolo a Milano” per quella sottesa speranza che si respira «De Sica, che è anche il mio regista preferito» rivela «raccontava la Milano delle baracche del dopoguerra, dove viveva gente che non aveva più niente. Anche nel mio film apro alla speranza, perché basta vedere la capacità di accoglienza della nostra città che ha saputo far fronte all’emergenza siriani e a quella degli eritrei… e infatti abbiamo fatto un casting multietnico»

In “Pane dal cielo” tra gli attori troviamo anche Gigi Piola (Ruben), Paola Pitagora (Ada) e Mauro Pagani «ha accettato di fare il violinista di strada, mi ha confidato che ragionando sulle porte scorrevoli della vita avrebbe potuto benissimo finire a suonare per le vie. La scena girata sul treno è per me un momento poetico».

Ma il bambino… perché c’è chi lo vede e chi no? «È come gli invisibili che popolano Milano, se osservi chi ti sta accanto con il cuore vedi molto più di quello che puoi vedere solo con gli occhi» conclude Bedeschi che sembra citare il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry e il suo “non si vede che con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi”.

La proiezione in anteprima al cinema Mexico di Milano, domenica 19 novembre, è a invito.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA