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La generatività in Parlamento

Un incontro – confronto a Montecitorio con i protagonisti dell’esperienza “generativa” e rappresentanti delle forze politiche e del governo. Una prova di alleanza per dare stimoli e fissare obiettivi. Ecco com’è andata

di Giuseppe Frangi

La generatività nel cuore del “palazzo”: è accaduto ieri, nella sala Aldo Moro di Montecitorio, dove per la prima volta l’Archivio della generatività ha presentato la propria esperienza e soprattutto ha si è confrontato su quanto questa esperienza può portare all’intero sistema Italia.

L’incontro è stato promosso dall’Intergruppo per la Sussidiarietà e ha visto le presenze istituzionali sia del vicepresidente della Camera Simone Baldelli (suo il saluto iniziale) sia del viceministro dell’Economia Luigi Casero. Insieme a loro anche tre esponenti dell’Intergruppo, Antonio Palmieri, Simoma Malpezzi e Raffaello Vignali, tutti in posizione di ascolto.

L’incontro è stato aperto dagli interventi di Leonardo Becchetti e di Johnny Dotti, che hanno dato un taglio preciso all’appuntamento: non rivendicare misure “particolaristiche” che agevolino la crescita delle esperienze generative ma aprire nuove prospettive che riguardino tutto il paese. Becchetti in particolare ha lanciato due idee molto concrete. La prima riguarda una riforma dei PIR, i Piani individuali di risparmio: gli ingenti capitali raccolti sono finiti tutti in società quotate, per via dei guadagni immediati generati da una Borsa in grande spolvero. Ma il rischio è quello della bolla; per questo i Pir avrebbero bisogno di una correzione per dirottare risorse verso l’economia più generativa, quella delle Pmi italiane. La seconda idea è quella di una riforma di fiscalità dei consumi, attraverso un “protezionismo etico”: i prodotti che vengono da contesti produttivi che non rispettano condizioni di dignità per chi lavora devono essere penalizzate da dazi. Un modo per superare il dumping sociale che penalizza analoghe realtà produttive italiane. Johnny Dotti invece ha rimarcato la vera scommessa dei “generativi”, quella di superare la separazione che oggi divide il tempo dell’educare da quello del lavorare. Per questo, con l’appoggio della Cei, è stata lanciata una grande iniziativa a partire dagli oratori, per portare dentro questi contesti educativi il tema del lavoro.

La seconda parte ha visto come protagoniste quattro esperienze dell’Archivio, presentate dalla coordinatrice dell’Archivio Patrizia Cappelletti. In particolare hanno preso la parola Gabriele Littera tra i fondatori di Sardex, forma di nuovo mutualismo finanziario, e Domenico Pedroni, anima della straordinaria rinascita del Castello di Padernello (in foto), nella Bassa Bresciana. La loro narrazione si è distinta proprio per il carattere contaminante: non comunicazione di esperienze di successo ma racconto di pratiche replicabili.

Nel giro di tavolo finale con i tre esponenti dell’Intergruppo il viceministro Casero ha confermato che incontri così servono perché “generano obiettivi” e quindi aiutano a costruire un’agenda per chi deve e dovrà governare.



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