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Cooperazione & Relazioni internazionali

Summit Africa-Ue: riflettori puntati sulla Libia

Anche se il tema centrale del summit doveva essere dedicato ai giovani che nel continente africano sono il 60% della popolazione, l’attenzione è stata spostata sull’emergenza Libia e sulla violazione sistematica dei diritti umani nel Paese

di Ottavia Spaggiari

Sulla carta i riflettori dovevano essere tutti puntati sui giovani al summit tra Unione europea e Unione africana a Abidjan, in Costa d’Avorio, inevitabilmente invece, dopo l’ennesima denuncia, questa volta proveniente dal video della Cnn. che mostrava persone vendute come schiavi in Libia, a guadagnarsi le prime pagine dei giornali è stato il tema migrazioni e la violazione sistematica dei diritti umani nel Paese.

È stato infatti il vertice che si è tenuto a margine dei lavori proprio sulla situazione migranti in Libia ad aver catalizzato l’attenzione, con l’annuncio da parte del premier francese, Emmanuel Macron di un piano immediato di evacuazione dei centri di detenzione libici. All’incontro che, come aveva anticipato il Corriere della Sera “non era inizialmente programmato ed è stato rimasto coperto da un totale riserbo” hanno partecipato Paolo Gentiloni, Emmanuel Macron, Angela Merkel, Mariano Rajoy, oltre all’Altro rappresentante Ue Federica Mogherini, al premier libico Fayez al Serraj e altri leader africani. Macron ha inoltre dichiarato l’intenzione dei leader di ampliare il supporto all’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, “per aiutare le persone che lo vogliono a fare ritorno ai propri Paesi d’origine”.

Prima dell’incontro era stata diffusa una nota che annunciava l’istituzione di «una task force Ue-Onu-Ua per salvare le vite dei migranti e dei rifugiati lungo le rotte della Libia, favorendo i ritorni volontari assistiti nei Paesi d’origine e il reinsediamento di chi necessita di protezione internazionale». La nota era stata sottoscritta dal presidente della commissione europea Juncker, dal segretario dell’Onu, Antonio Guterres, dal presidente dell’Unione Africana Moussa Faki Mahamat e dalla stessa Federica Mogherini.

Diversi leader africani hanno denunciato durante il summit la condizione in cui sono costrette a vivere le persone bloccate in Libia. Riferendosi al video della Cnn, il Presidente nigeriano Muhammadu Buhari ha definito «scioccante vedere altri nigeriani venduti per pochi dollari, come capre», mentre il Presidente della Costa d’Avorio, Alassane Ouattara ha chiesto misure immediate per porre fine al traffico di esseri umani e agli altri abusi in Libia, affermando che quel video «ricorda le ore peggiori della storia umana».

Nonostante Macron abbia parlato di un’evacuazione immediata dei centri di detenzione, bisogna capire operativamente come verrà portato avanti il piano insieme all’OIM e ad Unhcr. L’Unhcr dal canto suo ha salutato con ottimismo la dichiarazione delle autorità libiche di istituire una struttura di transito per le persone più vulnerabili bisognose di protezione internazionale e gestita proprio da Unhcr.

Il summit tra Unione Africana e Unione Europea è arrivato al suo quinto appuntamento, 17 anni dopo il primo incontro che si era svolto al Cairo nel 2000 e dieci anni dopo l’adozione della strategia congiunta Africa-UE (Joint Africa-EU Strategy, Jaes), che aveva segnato un momento fondamentale nel partenariato tra i due continenti. Obiettivo del summit è rafforzare i legami tra le due sponde del Mediterraneo, come ha ricordato l’Ispi infatti, « L’Unione Europea è dopotutto il partner principale dell’Africa, come detto, non solo in termini assistenziali (l’UE fornisce la metà degli aiuti pubblici allo sviluppo diretti in Africa), ma anche per il commercio, gli investimenti e le rimesse. Nel 2016 l’UE, con un volume totale di 227,5 miliardi di euro, è stata il primo partner commerciale dell’Africa, davanti alla Cina e all’India».

Il filo conduttore della due giorni del 29-30 novembre erano i giovani, in Africa il 60% della popolazione ha meno di 24 anni e si prevede che entro il 2050 la popolazione del continente è destinata a raddoppiare, passando da 1,2 miliardi di persone a 2,5 miliardi. Secondo Ispi: « Si stima che a fronte dei 10 milioni di giovani che diventano forza lavoro ogni anno in Africa, oggi sono solo 3 i milioni di posti di lavoro creati annualmente. In futuro, per assorbire le nuove leve, ne dovranno essere creati almeno 18 milioni ogni anno».

Foto: Alessio Romenzi (Unicef)


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