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La scuola a casa da Riky

Nella Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, il Miur racconta la storia di Riccardo, una delle tante storie della nostra scuola inclusiva. Riccardo, a cui i medici hanno dovuto amputare gambe e braccia, si è diplomato grazie a un progetto di istruzione domiciliare. E anche i suoi compagni gli hanno fatto da insegnanti per tre ore a settimana

di Sara De Carli

Rispettare le differenze? Comprende tre passaggi: «comprenderle, assimilarle e poi riproporle». Perché crescere insieme rispettando le differenze significa accettare quelle degli altri «ma innanzitutto le proprie». Sono parole di Riccardo, protagonista del video con cui il Miur ha voluto oggi ricordare la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, dedicata quest'anno al tema “La trasformazione verso una società sostenibile e resiliente per tutti”.

Riccardo si è diplomato la scorsa estate a Roma, dando la maturità scientifica insieme ai suoi compagni. Nel febbraio 2005, quando Riccardo aveva solo sette anni, gli viene diagnosticata la mielodisplasia AREB con traslazione genica, una delle forme di leucemia più acute e devastanti. Guarisce, ma le cure affrontate per salvarsi lo hanno «"frantumato" e piegato fisicamente». A 13 anni una setticemia da streptococco con blocco cardiaco renale e coagulazione intravascolare Disseminata gli provoca una setticemia, che si porta via le sue gambe e le sue braccia: l'unico modo per salvargli la vita è l'amputazione di tutti e quattro gli arti. Da allora, Riky, che vive a Roma, è su una carrozzina elettrica. La sua intelligenza e la sua curiosità però sono galoppanti. Riccardo non ha più potuto frequentare la scuola, ma ha seguito le lezioni a domicilio insieme alle sue compagne e ai suoi compagni, grazie ad un innovativo progetto di istruzione domiciliare dal titolo ‘A casa come a scuola’. Lo studio «è una cosa fondamentale per me, più che per le conoscenze, per le esperienze che mi trasmette. Ho molteplici interessi legati a diversi campi. Tuttavia, come questo influirà sul lavoro che farò in futuro non mi è dato sapere e non desidero neanche capirlo all'istante: vorrei prendermi più tempo del normale per decidere in completa libertà cosa voglio fare nella vita», afferma Riky.

Per l'istruzione domiciliare lo Stato riesce a coprire, con finanziamenti mirati, 40 ore annuali, un monte ore irrisorio. Grazie al finanziamento di privati e onlus, in paticolare la Nicola Massimimi Onlus, le ore di istruzione domiciliare per Riccardo sono salite lo scorso anno scolastico a circa 200 ore l'anno. Ma c'è una seconda parte del progetto, il tassello decisivo per l'inclusione di Riky: i compagni di classe diventano professori. I ragazzi, infatti, si impegnano a fornire a Riky una lezione settimanale di tre ore, riportandogli quanto hanno appreso a scuola con slides e altro materiale di supporto, facendo approfondimenti di gruppo e simulazioni di interrogazioni. Il primo a scommetterci è l’insegnante di Lettere di Riky, Davide Toffoli, ma via via il progetto conquista tutti. Un’esperienza di scuola inclusiva che ha aiutato e arricchito non solo Riky, ma anche le sue amiche e i suoi amici. Ognuno di loro ha infatti potuto guardare al di là delle differenze, della disabilità, degli ostacoli e comprendere cosa vuol dire crescere nel rispetto di ciò che rende unico ciascun essere umano. Il progetto quindi più correttamente si chiama "LA SCUOLA A CASA DA RIKY – RIKY A SCUOLA DA CASA".

«Abbiamo scelto di raccontare questa storia in occasione della Giornata internazionale delle persone con disabilità per arricchire di un nuovo tassello la nostra campagna #Rispettaledifferenze mostrando con chiarezza quanto rispettare l’altro, rintracciare la ricchezza nelle reciproche differenze sia davvero un fattore di crescita per ciascuna e ciascuno», sottolinea la Ministra Valeria Fedeli. «Ascoltare le testimonianze di Riky, delle sue amiche e dei suoi amici ci consente poi di porre ancora una volta l’accento sul tema dell’inclusione scolastica. L’Italia ha in questo settore una legislazione avanzata che è un fiore all’occhiello. Bisogna fare sempre di più e sempre meglio per rispondere alle esigenze delle ragazze e dei ragazzi con disabilità. Anche per questo abbiamo appena attivato un Osservatorio che accompagnerà tutto il percorso di attuazione della legge 107, mettendo al centro l’interesse di alunne e alunni e le loro esigenze, aumentando il protagonismo delle famiglie nei processi di inclusione».

L'Osservatorio si è riunito per la prima volta lo scorso 27 novembre: ora saranno costituiti i gruppi di lavoro. Ogni giorno 234.000 studentesse e studenti con disabilità frequentano le scuole italiane, con più di 138.000 insegnanti di sostegno. Il decreto attuativo 63 del 2017, collegato alla Buona Scuola, destina un finanziamento agguntivo di 10 milioni di euro all’acquisto di sussidi didattici per le istituzioni scolastiche che accolgano alunne e alunni, studentesse e studenti con disabilità. Inoltre sono in fase di pubblicazione le nuove Linee guida sull’alternanza scuola-lavoro per gli studenti con disabilità: le ore previste per l’alternanza scuola-lavoro vanno effettuate in base al progetto formativo individualizzato. Un’attenzione particolare verrà dedicata al tema dell’orientamento, con l’intento di dare maggiore consapevolezza allo studente con disabilità dei propri punti di forza e di debolezza, nonché l’empowerment personale.


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