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Politica & Istituzioni

Perché Di Maio (M5s) fa un mega spot alla banca digitale del Monte dei Paschi di Siena?

Ospite di DiMartedì su La7, Luigi Di Maio si è lanciato in un singolare spot per la banca online Widiba. Perché il candidato premier del Movimento 5 stelle fa lo sponsor della banca appartenente al Gruppo Mps? Che rapporto c’è tra il Movimento 5 stelle e Widiba/Mps?

di Michele Anzaldi

Ospite di DiMartedì su La7, Luigi Di Maio si è lanciato in un singolare spot per la banca online Widiba. Perché il candidato premier del Movimento 5 stelle fa lo sponsor della banca appartenente al Gruppo Mps? Che rapporto c’è tra il Movimento 5 stelle e Widiba/Mps?

Qualche mese fa c’è stato un incontro, tenuto come al solito segreto quando si tratta di questioni di carattere finanziario che smentiscono la propaganda grillina su questi temi (vedi la riunione M5s-banche d’affari, oppure il pranzo di Di Maio con la Trilateral), tra Davide Casaleggio e l’amministratore di Widiba Andrea Cardamone. Lo stesso blog di Grillo fu costretto a confermarlo, ma solo dopo che era finito sui giornali. Di cosa hanno parlato il figlio del cofondatore M5s e l’amministratore della banca fondata e posseduta dal Monte dei Paschi? Mistero.​

Oggi, però, ci troviamo il candidato premier M5s, di fronte a milioni di persone, che fa un mega spot per Widiba, che è solo l’ultima arrivata tra le banche online e che sta ingrossando le file dei propri correntisti grazie ai passaggi forzati e senza preavviso che Mps sta effettuando dai conti correnti delle proprie filiali. Mps chiude 600 filiali vere, effettua 5.500 esuberi, e intanto passa i clienti alla sua nuova creatura online. Ecco il modello di business di cui Di Maio è testimonial nelle tv. Ripeto la domanda: che tipo di rapporto c’è tra M5s e Widiba/Mps? E tra Widiba e la società di servizi online Casaleggio Associati?

Ci troviamo di fronte a quella che ha tutta l’aria di essere una pubblicità occulta, o chissà cos’altro. Possibile che il conduttore Giovanni Floris, innanzitutto un cronista di questione economiche, non abbia detto nulla su uno spot del genere? E il suo editore, Urbano Cairo, che ne pensa?

La stessa domanda va alle tante autorità di controllo: Agcom, Antitrust, Anac non hanno nulla da dire su un candidato premier che utilizza gli spazi di informazione per promuovere un’azienda, oggetto di incontri con il cofondatore del suo partito? E l’Abi, associazione bancaria, non ha nulla da dire?


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