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Macron: «Restituiremo i tesori all’Africa»

Con un discorso destinato a fare storia, il presidente francese ha ribaltato la politica dei suoi predecessori. Entro cinque anni vuole un piano per ridare ai paesi africani gli oggetti d’arte sottratti nell’ultimo secolo

di Giuseppe Frangi

«Sarà una delle mie priorità: da qui a cinque anni voglio che siano stabilite le condizioni per un ritorno del patrimonio africano in Africa». Sono parole pronunciate dal presidente francese Emmanuel Macron durante un discorso tenuto all’università di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso.

È una risposta ad una richiesta lanciata nel luglio 2016 dal presidente del Benin, Patrice Talon, che voleva la restituzione del patrimonio artistico del suo Paese. Aveva detto Talon, che la restituzione sarebbe servita «a far conoscere alle nostre popolazioni il valore dei nostri beni culturali e storici» e sarebbe stato anche un volano per il turismo.

Secondo Irénée Zevounou, ambasciatrice del Benin presso l’Unesco, sarebbero tra 4.500 e i 6.000 gli oggetti d’arte del Benin conservati oggi in Francia: un accaparramento avvenuto durante le guerre coloniali a fini 1800. «Il continente è stato completamente svuotato del suo patrimonio», aveva denunciato il gallerista congolese Didier Claes.

«Il 99% delle opere dell’arte africana classica sono fuori del continente. L’Africa, come qualsiasi altra civiltà, non può progredire se le viene sottratto ogni memoria del suo passato e della sua cultura».

Ma che i missionari hanno spogliato le popolazioni di quegli oggetti ce venivano ritenuti dei feticci.

Sino ad oggi le autorità francesi si erano trincerate dietro il principio della inalienabilità del patrimonio pubblico». Del resto uno dei musei su cui Parigi ha fatto i maggiori investimenti nella stagione post Mitterrand, il Musée du Quai de Branly, è costituito da opere frutto del saccheggio del patrimonio africano e non solo.

Ma ora Macron rompe con questa tradizione giuridica francese e apre a ben diverse prospettive. Nel suo discorso il presidente francese ha sottolineato come il patrimonio africano non deve essere unicamente nelle collezioni private e pubbliche europee. «Deve essere portato a valore non solo a Parigi, ma a Dakar, Lagos, Cotonou».

Macron ha anche accennato all’ipotesi di un partenariato per garantire le condizioni migliori di sicurezza e conservazione delle opere, attraverso la formazione dei conservatori e raccogliendo l’impegno dei singoli stadi rispetto alla cura di questi patrimoni di ritorno.


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