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Unicef: «Un utente di internet su 3 è un bambino»

I giovani sono i più connesso. Nel mondo, il 71% di loro è online. Alcuni adolescenti, inviano 4000 messaggi al mese, o uno ogni sei minuti. «Nel bene e nel male, la tecnologia digitale è attualmente una realtà irreversibile delle nostre vite», ha dichiarato il direttore generale dell’Unicef Anthony Lake. «In un mondo digitale, la nostra sfida è duplice: ridurre i danni, massimizzando allo stesso tempo i benefici del web per ogni bambino»

di Redazione

Unicef pubblica il Rapporto “La condizione dell’infanzia nel mondo 2017: Figli dell’era digitale”: un utente di internet su 3 è un bambino”. I giovani rappresentano il gruppo di età più connesso.

Nel mondo, il 71% di loro è online, comparato al 48% della popolazione totale. I giovani africani sono i meno connessi, con circa 3 giovani su 5 offline, comparati a solo 1 su 25 in Europa. Oltre 9 URL con contenuti pedopornografici su 10 identificati a livello mondiale sono localizzati in cinque paesi – Canada, Francia, Olanda, Federazione russa e Stati Uniti. Inoltre il 53% dei bambini abusati e sfruttati per produrre contenuti pedopornografici hanno 10 anni o meno. Un dato sconcertante, ma allo stesso tempo inferiore al 69% del 2015. Tuttavia, il numero di immagini di bambini dagli 11 ai 15 anni è in aumento: dal 30% nel 2015 al 45% nel 2016. Alcuni adolescenti, inviano 4000 messaggi al mese, o uno ogni sei minuti.

Questi sono solo alcuni dei dati riportati dall’Unicef nel suo rapporto annuale “La condizione dell’infanzia nel mondo 2017: Figli dell’era digitale”. Il Rapporto contiene anche un sondaggio realizzato tra i giovani (13-24 anni) di 26 paesi, con 63.000 risposte ottenute.

Alla domanda “cosa non ti piace di internet”? Il 23% ha risposto “La violenza”. Le ragazze tendono a essere più turbate dagli episodi di violenza (27% contro il 20% dei ragazzi); il 33% ha risposto “I contenuti pornografici indesiderati”. Segnalato in ugual modo dalle ragazze (32%) e dai ragazzi (33%).

Invece alla domanda “cosa ti piace di internet”? Il 40% ha risposto "Imparare nuove cose per la scuola o la salute"; il 24% ha risposto "Acquisire competenze che non posso imparare a scuola". Il 42% sostiene di aver imparato da solo ad usare internet ed il 39% ha risposto di aver imparato da amici o fratelli.

Il Rapporto presenta la prima analisi completa sui diversi modi in cui la tecnologia digitale sta interessando le vite dei bambini e le loro condizioni di vita, identificandone sia i pericoli sia le opportunità. Sostiene che i governi e il settore privato non sono stati al passo con i cambiamenti, esponendo i bambini a nuovi rischi e pericoli e lasciando milioni di bambini più svantaggiati indietro. “Nel bene e nel male, la tecnologia digitale è attualmente una realtà irreversibile delle nostre vite”, ha dichiarato il direttore generale dell’Unicef Anthony Lake. “In un mondo digitale, la nostra sfida è duplice: ridurre i danni, massimizzando allo stesso tempo i benefici del web per ogni bambino”.

“Internet è stato progettato per gli adulti, ma è sempre più utilizzato dai bambini e dai giovani – e le tecnologie digitali coinvolgono sempre più le loro vite e il loro futuro. Dunque le politiche, le pratiche e i prodotti digitali dovrebbero riflettere meglio i bisogni dei bambini, le loro prospettive e le loro voci”, ha concluso Lake.

Il rapporto analizza i benefici che la tecnologia digitale può offrire ai bambini più svantaggiati, anche di coloro che crescono in povertà o che sono colpiti da emergenze umanitarie. Questi includono: aumentare il loro accesso alle informazioni, sviluppare competenze per il settore lavorativo digitale e offrire loro una piattaforma per connettersi e comunicare le loro opinioni. Ma il rapporto rivela che milioni di bambini stanno perdendo questa occasione: circa un terzo dei giovani del mondo – 346 milioni – non sono online, aggravando le disuguaglianze e riducendo la capacità dei bambini di partecipare a un’economia sempre più digitale.

Il rapporto analizza inoltre come internet aumenti la vulnerabilità dei bambini ai rischi e ai pericoli, fra cui l’uso improprio delle loro informazioni private, l’accesso a contenuti dannosi e il cyberbullismo. La presenza diffusa dei dispositivi mobili, come fa notare il rapporto, ha reso l’accesso al web per molti bambini meno controllato – e potenzialmente più pericoloso. Reti digitali come il web sommerso e le criptovalute stanno permettendo le peggiori forme di sfruttamento e abusi, fra cui la tratta e l’abuso sessuale di bambini online ‘su richiesta’. Il rapporto presenta un’analisi e dati attuali sull’utilizzo che i bambini fanno del web e l’impatto della tecnologia digitale sul benessere dei bambini, analizzando il dibattito sempre più acceso sulla “dipendenza” digitale e sui possibili effetti del tempo passato davanti allo schermo sullo sviluppo del cervello.


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