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Dalla strada al lavoro con la Filiera della solidarietà

Gruppo Bracco, Banco Alimentare della Lombardia e Ronda della Carità insieme hanno dato vita a un'iniziativa che punta a offrire ai senzatetto del quartiere di Lambrate (Milano), una nuova chance. In corso due tirocini formativi retribuiti in Bracco. Sono oltre 4mila i pasti distribuiti e poi formazione, supporto psicologico e assistenza sanitaria tra le opportunità

di Antonietta Nembri

Un filo, meglio una “filiera della solidarietà” lega Ronda della Carità, Gruppo Bracco e Banco Alimentare della Lombardia in un progetto che ha l’obiettivo di offrire una seconda chance a chi vive ai margini della società in particolare nel quartiere di Lambrate, periferia nord est di Milano. Al via nel settembre 2016 a poco più di un anno dal suo avvio la Filiera della solidarietà ha presentato i suoi step e la sua metodologia. Alla presentazione ha partecipato l’assessore alle Politiche Sociali, Salute e Diritti del Comune di Milano, Pier Francesco Majorino e della Presidente del Municipio 3 (cui il quartiere di Lambrate appartiene), Caterina Antola.

L’idea della “Filiera della solidarietà” è quella di prendersi cura a 360 gradi di alcuni senzatetto e di creare nel quartiere di Lambrate un percorso di ascolto e intervento per offrire agli ospiti di Ronda della Carità una nuova prospettiva di vita. Il primo step è il sostegno economico offerto dal Gruppo Bracco – che ha la sua sede proprio a Lambrate – al Banco Alimentare della Lombardia a copertura dei costi logistici per la distribuzione di oltre 4.000 pasti all’anno agli ospiti del centro diurno. Gli step successivi sono rappresentati da tirocini formativi retribuiti della durata di sei mesi e dall’assistenza sanitaria attraverso interventi annuali di diagnostica e supporto alla salute presso il Centro Diagnostico Italiano: esami del sangue, visita cardiologica e follow-up con anche accertamenti più approfonditi. Infine, si approda agli ultimi step: supporto psicologico per il reinserimento sociale attraverso una psicologa del Gruppo Bracco e formazione agli operatori della Ronda su comunicazione, nuove tecnologie e raccolta fondi.

«In occasione del novantesimo anniversario della nascita del nostro Gruppo abbiamo voluto dar vita a un progetto per il territorio, dove il nostro Gruppo affonda le sue radici, che dà una nuova opportunità a chi ha perso la speranza», ha affermato Diana Bracco, presidente e Ad dell’azienda che ha 3.400 dipendenti in tutto il mondo. «Questo progetto ci vede uniti a due partner d’eccezione come Banco Alimentare e Ronda della Carità. Insieme con loro operiamo concretamente per sostenere le comunità vicine». Da parte sua l’assessore Majorino (nella foto con Fulvio Renoldi Bracco) ha ricordato che «a Milano a causa della crisi iniziata nel 2008 sono aumentate notevolmente le persone prese in carico dal Comune. Per questo è indispensabile mettere insieme tutte le energie possibili. Sottolineo sempre, infatti, che non vi è politica sociale fuori dalla relazione tra pubblico e privato. Le istituzioni devono essere, però, sempre fedeli nel fare fino in fondo la loro parte senza indietreggiare sul piano degli investimenti e interventi».

Nel sottolineare la gratitudine alla Bracco per «la possibilità di realizzare questa interessante iniziativa» Marco Magnelli, direttore di Banco Alimentare Lombardia ha aggiunto: «Il progetto rappresenta un grande passo avanti nell’aiuto a chi è meno fortunato: la sinergia con Bracco e con Ronda della Carità ha permesso di dar vita ad un percorso volto non solo all’assistenza delle persone ma anche alla loro inclusione e riscatto sociale. È solo lavorando fianco a fianco e soprattutto partendo direttamente dal bisogno che possiamo effettivamente generare un vero e proprio cambiamento. Il progetto rappresenta una best practice di collaborazione tra realtà profit e non profit per efficienza, rilevanza e concretezza».

Per Magda Baietta, presidente dell’associazione Ronda della Carità e della Solidarietà la collaborazione nata con “La filiera della solidarietà” è stata «un’importante occasione per sperimentare un metodo nuovo per percorsi di inclusione sociale»
Importante, ha aggiunto Baietta «innanzitutto perché il Gruppo Bracco è stato un interlocutore sensibile e attento, sposando appieno il pensiero di Ronda e coniugandolo con le potenzialità di cui Bracco dispone. L’innovazione del progetto è stata quella di mettere a disposizione importanti risorse aziendali per persone in stato di grave marginalità. Una nuova prospettiva, inoltre, ci ha permesso di intervenire non utilizzando logiche assistenzialistiche, ma puntando sulle risorse che utenti coinvolti nel progetto possiedono. La parte di tirocini formativi è stata supportata da percorsi di sostegno psicologico, che hanno permesso di favorire una buona riuscita degli stessi, intervenendo in tempo reale sulle criticità. Speriamo che questo sia l’inizio di una nuova metodologia di sostegno per persone senza dimora e che altre realtà possano in futuro seguire l’esempio di quanto fatto dal Gruppo Bracco», ha concluso.

La Filiera della Solidarietà ha offerto a due giovani l’opportunità di entrare in azienda per una formazione concreta grazie ai tirocini retribuiti, i primi due pilota stanno terminando in queste settimane. Le porte di Bracco si sono aperte, infatti, per dare una vera possibilità di reinserimento nella società. In particolare, Driss e Abou, giovani di 19 e 24 anni entrambi ospiti della Ronda della Carità, da qualche mese lavorano all’interno del Gruppo Bracco nella manutenzione e nel servizio di vigilanza. Grazie a questo progetto, si potranno presentare al mercato del lavoro con un’esperienza che, nel caso di Abou, potrà permettergli di ricongiungersi in futuro con moglie e figli.

In apertura photo by Tim Foster on Unsplash


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