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Ricerca: dopo l’impact factor scientifico, ecco l’impatto sociale sui pazienti

Per la prima volta in Italia viene pubblicata un'indagine che misura l’impatto concreto della ricerca scientifica sugli utenti finali, i pazienti e gli operatori sanitari. «La sfida è sviluppare una nuova disciplina, la ‘science of patient input’, che includa la voce del paziente», afferma Paola Zaratin

di Redazione

L’autorevole rivista scientifica Scientometrics ha pubblicato la prima indagine italiana sull’impatto sociale della ricerca scientifico-sanitaria, frutto della collaborazione tra la Fondazione Italiana Sclerosi Multipla dell’AISM e ALTIS, l’Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Lo studio mostra come la misurazione dell’impatto sociale sia in crescita: dall’analisi di 53 pubblicazioni comparse tra il 2000 e il 2016 su riviste scientifiche chiave emerge un progressivo aumento di articoli pubblicati sull’argomento (4-11 articoli/anno per il periodo 2010-2016 rispetto ai 1-2 articoli/anno per il periodo 2000-2009). Tuttavia, l’indagine evidenzia che l’impatto misurato è sempre di carattere scientifico, mentre risulta limitata la capacità di misurare l’impatto sugli utenti finali, i pazienti e gli operatori sanitari.

Gli autori affermano che è necessario adottare un nuovo modello di ricerca multi-stakeholder e nuove metriche che permettano di allineare l’impegno di tutti gli attori coinvolti e interessati alla ricerca sanitaria e promuovere la misurazione del concreto impatto della stessa sui pazienti e sulla società. «Per garantire il successo di questo nuovo modello di ricerca la Fondazione è già impegnata a livello nazionale e internazionale nella definizione di una Agenda comune della ricerca, nella creazione di comitati multi-stakeholder per supervisionare la ricerca e nella definizione di nuove metriche multidimensionali per valutarne l’impatto», dichiara Mario Alberto Battaglia, Presidente della FISM.

Oltre a favorire una raccolta e uno scambio sistematico di informazioni e dati sulle aspettative e le priorità di pazienti e operatori sanitari, questo modello permetterebbe a ricercatori, finanziatori e responsabili delle politiche sanitarie di concentrare i loro sforzi sugli ambiti della ricerca scientifica che hanno maggiore possibilità di generare un vero impatto sulla persona e sulla società. Attualmente la valutazione delle pubblicazioni scientifiche si basa sul valore dell’“impact factor”, quindi sull’impatto che la pubblicazione ha sulla sola comunità scientifica di riferimento. «La vera sfida sarà però quella di sviluppare una nuova disciplina, la ‘science of patient input’, che includa nel nuovo modello la voce del paziente. Un argomento complesso che merita attenzione e investimento di risorse adeguate», aggiunge Paola Zaratin, Direttore della Ricerca Scientifica FISM.

Per Matteo Pedrini, professore di Economia aziendale all’Università Cattolica di Milano e coordinatore del progetto, «la speranza è che il nostro studio possa rappresentare il primo passo verso una ridefinizione dei metodi di valutazione delle pubblicazioni scientifiche, perché la ricerca scientifica di eccellenza sia sempre più il motore dello sviluppo reale e quindi capace di incidere sulla vita dei pazienti».