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Attivismo civico & Terzo settore

Cara Apple, pensa ai ragazzi

Due fondi di investimento, grandi azionisti dell’azienda di Cupertino chiedono di prendere iniziative per proteggere i giovani utenti dalla dipendenza da iPhone. Un’iniziativa senza precedenti. Che in realtà ha come obiettivo i padroni della rete

di Giuseppe Frangi

Cara Apple, se non ti prendi cura dei tuoi giovani utenti ne risentirà anche il tuo business. È questa la motivazione di fondo che ha spinto due grandi investitori dell’azienda di Cupertino a prendere carta e penna e a scrivere una lettera che non ha precedenti. Jana Partners e il California State Teachers’ Retirement System hanno in portafoglio 2 miliardi di dollari in azioni e quindi la loro iniziativa ha fatto parecchio rumore. Il California State Teachers’ Retirement System in particolare è un grande fondo pensione degli insegnanti californiani, e quindi, in qualche modo ha come sottoscrittori persone che hanno a che fare con i ragazzi. Jana Partners è invece un hedge fund, e probabilmente è mosso dalla preoccupazione che a lungo andare questo problema possa essere avere ripercussioni negative per il business: si tratta di una frontiera inedita per la social responsibility, perché si tratta di un fondo di investimento che guarda alla salute dei suoi potenziali sottoscrittori futuri.

Lo spunto di questa iniziativa viene dall’eco di un libro appena uscito negli Usa, “iGen” scritto dallo psicologo Jean M. Twenge, docente alla San Diego State University e autore di un altro libro di grande impatto “Me Generation”. Il lungo sottotitolo del libro spiega il contenuto e l’allarme che contiene: “Perché i bambini super-connessi di oggi stanno crescendo meno ribelli, più tolleranti, meno felici – e completamente impreparati per l’età adulta – e che cosa questo significa per il resto di noi”. Secondo i dati riferiti da Twenge (e derivati da una ricerca del Center on Media and Child Health dell’Alberta University) gli adolescenti i che passano tre ore al giorno davanti ad apparecchi elettronici hanno il 35% di possibilità in più di rischiare il suicidio, rispetto a chi invece li usa meno di un’ora. La percentuale sale al 71% tra i ragazzi che per cinque ore al giorno stanno su uno smartphone. Il pericolo di essere colpiti dalla depressione minaccia il 27% degli adolescenti che abusano dei social media grazie soprattutto ai cellulari.

gli adolescenti i che passano tre ore al giorno davanti ad apparecchi elettronici hanno il 35% di possibilità in più di rischiare il suicidio, rispetto a chi invece li usa meno di un’ora. La percentuale sale al 71% tra i ragazzi che per cinque ore al giorno stanno su uno smartphone. Il pericolo di essere colpiti dalla depressione minaccia il 27% degli adolescenti che abusano dei social media grazie soprattutto ai cellulari.

Gli estensori della lettera oltre a chiedere ad Apple sviluppare nuovi strumenti software per aiutare i genitori a controllare l’uso dell’iPhone da parte dei figli, fanno anche un ragionamento per far capire come un approccio di questo tipo non convenga all’azienda dio Cupertino. Infatti Apple vende sostanzialmente hardware e da questo vengono i suoi guadagni. I traffici generati dai suoi hardware però fanno la ricchezza di altri, dei cosiddetti padroni dela rete, da Google a Facebook. Quindi limitarne l’uso non genera danni dal punto di vista del business. È un approccio positivo tipicamente in stile americano: in sostanza si invita Apple a prendere per prima l’iniziativa, proprio perché non ha nulla da perdere e può invece acquistare molti punti in reputazione.

Ma è anche un’iniziativa che i promotori intendono portare sino in fondo: tant’è vero che hanno coinvolto il cantante Sting, sua moglie Trudie, e la suora Patricia Daly, che era riuscita a costringere la ExxonMobil ad una maggiore trasparenza sulle questioni ambientali.


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