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Innovative e giovani le 4 idee vincitrici di Welfare che impresa!

Sono “Italia non profit”, “Jobiri”, “Local To You”, “Tripmetoo” i vincitori della seconda edizione della call rivolta a startup sociali con progetti dedicati al welfare di comunità che si aggiudicano i 360mila euro in palio. Premio speciale al progetto “AGRIshelter". A promuovere il concorso Fondazione Italiana Accenture, Fondazione Bracco, Fondazione Golinelli, Fondazione Snam e Ubi Banca

di Redazione

Sono “Italia non profit”, “Jobiri”, “Local To You”, “Tripmetoo” le quattro idee progettuali vincitrici della seconda edizione di “Welfare, che impresa!” la call rivolta alle giovani startup sociali chiamate a presentare progetti innovativi dedicati al welfare di comunità e capaci di favorire la coesione sociale, lo sviluppo e il fare rete.
Il concorso, promosso da Fondazione Italiana Accenture, Fondazione Bracco, Fondazione Golinelli, Fondazione Snam e Ubi Banca con il contributo scientifico di Aiccon e Politecnico di Milano – Tiresia, sulla piattaforma ideaTRE60, ha visto raddoppiare la partecipazione rispetto alla precedente edizione. Sono state infatti oltre 150 le idee progettuali provenienti da tutta Italia per un montepremi totale di 360mila euro; questo dato – sottolinea una nota degli organizzatori – evidenzia la crescita dell’interesse verso nuovi servizi capaci di rigenerare il tessuto sociale del sistema Paese.

Fondazione Italiana Accenture, Fondazione Bracco e Fondazione Golinelli hanno premiato i migliori progetti del Nord e Centro Italia: rispettivamente “Italia non profit” (piattaforma gratuita dove convergono i dati su tutte le organizzazioni non profit italiane), “Jobiri” (consulente di carriera virtuale che grazie all’intelligenza artificiale accelera l’inserimento lavorativo di chiunque sia alla ricerca di un impiego ed al contempo supporta le Istituzioni a rendere moderni e digitali i programmi di politica attiva volti a promuovere l’occupazione) e “Local To You” (vende, online, prodotti biologici con attenzione al sociale tramite una rete di cooperative socie che impegnano persone con fragilità e aziende agricole che coltivano biologico); per la categoria Sud Fondazione Snam ha premiato “Tripmetoo(piattaforma di turismo accessibile mette al centro il viaggiatore con le sue esigenze, anche quelle speciali, consentendo di costruire esperienze di viaggio tailor made personalizzabili e modulabili).

Ogni Fondazione ha messo a disposizione un contributo in denaro di 20mila euro, mentre Ubi Banca ha offerto a ciascun vincitore un finanziamento fino a 50mila euro, a tasso 0%, della linea Ubi Comunità per soggetti non profit, insieme a un conto non profit online gratuito per 36 mesi. I vincitori avranno la possibilità di partecipare al percorso di incubazione o accelerazione della durata di 4 mesi dal valore di 5mila euro a cura di PoliHub (Milano), Social Fare (Torino) e Campania NewSteel (Napoli).

La giuria ha deciso, inoltre, di assegnare un premio speciale al progetto “AGRIshelter” (casa temporanea per situazioni di emergenza costruita con le risorse locali e con materiali naturali. La tecnologia costruttiva innovativa garantisce sostenibilità ambientale, economica e sociale) con un contributo in denaro di 10mila euro messo a disposizione da Fondazione Italiana Accenture e Fondazione Snam, un finanziamento fino a 50mila euro e un conto non profit online gratuito per 36 mesi di Ubi Banca e un percorso di incubazione pro-bono offerto da PoliHub, il tutto erogato a fronte del raggiungimento degli obiettivi di progettazione.

«L’innovazione a vocazione sociale è un fenomeno millenario, ma che negli ultimi decenni si sta evolvendo incorporando e adattando meccanismi tipici dell’attività di impresa commerciale. Nel far ciò sta attirando sempre di più l’interesse di giovani che, disillusi dagli eccessi del capitalismo globale e della inadeguatezza delle istituzioni, vogliono fare impresa per “cambiare il mondo”. Al riguardo, il Global Entrepreneurship Monitor sottolinea come mediamente il 3-4% delle nuove startup globali abbia dichiaratamente una missione sociale, con picchi fino al 10% in alcuni Paesi, e con percentuali doppie rispetto a neanche dieci anni fa. Il pilastro portante dell’innovazione sociale, e dell’imprenditorialità sociale in senso più ampio, è una decisione morale volta al privilegiare la creazione di valore da parte di chi fa impresa. Questa scelta “morale” produce conseguenze non solo in termini di impatto sociale, ma anche sui mezzi dell’attività d’impresa, sulle forme di governance, nonché sulla scalabilità e sostenibilità economico-finanziaria a valere nel tempo» ha ricordato Alessandro Giudici, Lecturer in Strategy, Cass Business School City University of London nel suo keynote speech innovazione e imprenditorialità sociale. Scenario internazionale e reti di nuova generazione.

In apertura photo by Igor Ovsyannykov/Unsplash


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