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Fiaschi: «Il Terzo settore impari a leggere il futuro
 con lo sguardo dei giovani»

Per la portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore infatti «i giovani con la loro idea di futuro possono aiutarci a leggere come si sta trasformando il mondo e a governare la direzione del cambiamento delle nostre organizzazioni, delle nostre priorità, del nostro impegno sociale». L'anteprima dell'intervista sul numero del magazine in distribuzione

di Sara De Carli

Il Forum del Terzo Settore ha appena compiuto vent’anni. Vent’anni di storia e di partecipazione che però guardano al futuro ai “nuovi venti”. «Le nuove sfide riguardano tutte le dimensioni della vita delle comunità umane.

Le vecchie soluzioni sociali mostrano la propria insufficienza e le organizzazioni, tutte, sono chiamate a cambiare per continuare a fare la propria parte rispetto alle trasformazioni di questo tempo. Sono in molti, oggi, a dire che il futuro dell’economia o è sociale o non è», ha dichiarato la portavoce del Forum, Claudia Fiaschi. Solo tre mesi fa il Forum Nazionale del Terzo Settore aveva chiamato 150 under35 provenienti da tutta Italia, aderenti alle organizzazioni associate, per farli confrontare sul futuro, nell’evento RiGenerazione Non Profit. Quattro i “cantieri di design sociale”, che li hanno visti protagonisti: lavoro e reddito; innovazione culturale-innovazione sociale; identità multiculturali; informazione e uso consapevole dei nuovi media. «I giovani con la loro idea di futuro possono aiutarci a leggere come si sta trasformando il mondo e a governare la direzione del cambiamento delle nostre organizzazioni, delle nostre priorità, del nostro impegno sociale», aveva detto Fiaschi.


Come è andata l’esperienza di RiGenerazione Non Profit?
Avevamo chiesto alle associazioni socie del Forum di individuare quattro giovani su cui fare un investimento, quindi c’era una selezione mirata. I giovani che abbiamo incontrato sono molto proattivi, i lavori nei gruppi sono stati ricchissimi, si sono fatti provocare in modo positivo dagli spazi di partecipazione e hanno apprezzato molto il fatto di mettere insieme identità diverse: le relazioni di quei giorni torneranno nel tempo. Parlando di giovani non dimentichiamo quindi che accanto ai Neet c’è la generazione startup, ci sono tanti giovani che provano a fare una scommessa di futuro, che si cimentano con sfide ed errori.


Nell’Opificio Golinelli di Bologna si sono dati appuntamento i 150 under 35 convocati dal Forum del Terzo Settore e dalla Fondazione con il Sud per i 4 cantieri di design sociale (tutte le foto sono a cura di Simone Angileri)

Come lo sguardo dei giovani ha contaminato la prospettiva del Forum del Terzo Settore?
In parte nella relazione che ho fatto per i vent’anni del Forum l’ho anticipato: i lavori del futuro sono nella cultura e nella sostenibilità. I giovani pensano sostenibile e inclusivo, vivono intensamente l’appartenenza a una comunità ma pensano già nel mondo, declinano naturalmente questo tema. L’altro tema sono le tecnologie e le piattaforme, una mobilitazione anche su singole campagne e non solo su lungo respiro. E ancora una dimensione internazionale: i giovani hanno una proiezione internazionale naturale, su tutti i temi. Una sensibilità fortissima c’è anche sull’ambiente, la legalità, l’etica, il contrasto mafie. I progetti più innovativi vedono uno spostamento del baricentro su questi temi, non per nulla gli obiettivi di sviluppo sostenibile del 2030 sono la macro-chiave di lettura per il prossimo futuro. Questo nuovo modello sviluppo più integrale, ecologico, inclusivo, non è ingegneria: è così che i giovani naturalmente immaginano il futuro, per cui occorre attrezzarsi, anche nei contesti formativi…


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