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Cooperazione & Relazioni internazionali

Grecia, una scuola per rifugiati e disoccupati

Si chiama Revive Greece ed è la prima iniziativa non profit che punta alla formazione di esperti di sviluppo web a favore dei gruppi più vulnerabili. Intervista al direttore generale Theodore Dimakarakos

di Cristina Barbetta

È «la prima iniziativa non profit incentrata sull'insegnamento della programmazione ai gruppi più vulnerabili in Grecia», si legge sul loro sito internet. Si chiama Revive Greece e ha la mission di aiutare i rifugiati e i migranti a integrarsi nel tessuto socioeconomico europeo, insegnando loro la programmazione al computer, attraverso una scuola di e-learning. Dopo di che Revive Greece prepara, supporta e connette i rifugiati e i migranti con il settore privato per l’inserimento nel mondo del lavoro.
Il prossimo passo? L’apertura ad Atene di una scuola fisica di programmazione per gruppi vulnerabili, non solo per i rifugiati e i migranti, ma anche per i disoccupati.
Revive Greece ha vinto importanti riconoscimenti, come lInnovate for Refugees, la più grande gara mondiale per l’innovazione per i rifugiati, e il premio del Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) per la società civile.
Abbiamo incontrato Theodore Dimakarakos, direttore generale di Revive Greece.

Cos’è Revive Greece e cosa fa?
È nato un paio di anni fa come una piattaforma di e-learning che insegna la programmazione al computer ai rifugiati . 16 mesi fa siamo stati ammessi in finale alla più grande gara mondiale per l’innovazione per i rifugiati, la Innovate for Refugees.
Successivamente siamo stati invitati da HIGGS, il primo incubatore per Ong in Grecia, l’epicentro dell’ecosistema delle ong greche. HIGGS è stato creato dalla fondazione Stavros Niarchos, una delle tre fondazioni più grandi in Europa. Siamo stati invitati a partecipare all’incubatore, cosa che è stata un grande passo per noi. HIGGS ci ha aiutato ad andare al livello successivo, a trovare supporto. Abbiamo continuato per pochi mesi come una piattaforma regolare per rifugiati. Alla fine siamo stati selezionati dal Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE) per il loro premio per la società civile. Questo è stato un importante riconoscimento e una tappa fondamentale.

Qual è il passo successivo?
Il prossimo passo è la creazione di una scuola fisica, all'inizio di febbraio, che insegnerà programmazione a gruppi di persone vulnerabili, non soltanto a rifugiati. E’ una scuola estesa anche ai disoccupati, dal momento che in Grecia abbiamo un enorme problema con la disoccupazione. Allo sesso tempo in Grecia abbiamo tantissime persone all’università, che studiano in particolar modo le discipline Stem (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) quindi includeremo queste persone nelle nostre classi e speriamo di creare un impatto positivo.
Il nostro scopo ultimo è di formarli come web developers, e attraverso le connessioni che abbiamo con il mondo dell’industria dell’It aiutarli a trovare un lavoro il più presto possibile. Abbiamo identificato un gap: da un lato ci sono rifugiati e persone senza lavoro che cercano di trovare lavoro. Dall’altro lato abbiamo industrie dell’It che hanno bisogno disperatamente di sviluppatori di software. E’ un problema mondiale. Solo in Europa ora (sono dati dell'Unione Europea) c’è una carenza di 400.000 sviluppatori di software.
Si stima che questo numero sia destinato a salire fino a 800,000 nei prossimi due anni, fino cioè al 2020.
La scuola fisica sarà all’interno dell’incubatore HIGGS per i primi tre mesi e per la prima classe e poi il nostro piano è di muoverci nel nostro spazio e probabilmente saremo in grado di farlo. Il nostro spazio sarà in grado di accogliere 50 studenti, 50 beneficiari per classe. Speriamo di formare 100 beneficiari ogni 3 mesi.

Come vi finanziate?
Con fondi provenienti da donazioni private. Non riceviamo fondi statali perché la Grecia non è il posto perfetto in cui chiedere soldi al governo e quindi abbiamo deciso di non percorrere questa strada e di non chiedere soldi al governo.
Il denaro che abbiamo ricevuto grazie al Cese è stato il primo che abbiamo ricevuto dall’Unione Europea ma ora abbiamo attratto l’attenzione di alcuni partner internazionali europei a partecipare in programmi congiunti che saranno finanziati dalla Ue.

Quanti migranti e rifugiati avete formato finora?
Con la piattaforma di e-learning abbiamo formato 22 beneficiari in totale. Il probelma con le piattaforme di e-learning è che hanno un grosso tasso di abbandono. Ciò significa che su 100 persone che si sono iscritte in questi corsi una piccola percentuale di essi riesce a finire il programma. Per questo lanciamo la scuola fisica, perchè sappiamo che il tasso di abbandono della scuole fisica sarà molto più piccolo.

Che cosa ha rappresentato per Revive Greece il premio del Cese per la società civile?
È stato un grande trampolino di lancio per noi. E non si tratta tanto del premio in denaro ricevuto, ma dei partner potenziali che abbiamo attratto in seguito al premio, che è quello che stavamo cercando da tanto tempo.


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